Senza tregua

IL MURO DI GOMMA E LA FACCIA DI TOLLA DEL GOVERNO!

 

Non avevo voglia di scrivere, più per stanchezza  fisica che per mancanza di idee.

Ma poi quando vedi la voglia di alcuni compagni di idee e di lotta a proseguire, ti rimetti a pensare e a questo punto scarichi l’adrenalina che ti trovi in corpo e l’incazzatura  si deve trasformare in coscienza di classe.

Si perché quello che manca tra chi lotta è sentirsi parte di una determinata classe, una volta si dicevano lavoratori, identificati spesso nelle fabbriche e negli uffici, nel tempo una parte dei lavoratori della scuola, gli ata in quanto ex lavoratori espulsi dalle fabbriche e i docenti in quanto ex studenti del periodo della contestazione, si sono identificati come lavoratori dipendenti.

Altri lavoratori invece hanno continuato a volersi distinguere da questa visione e spesso si sono chiusi in una visione d’élite, sognando di avere un ruolo distinto.

Questo è stata causa di una divisione tra i docenti, in particolare, in quanto venire identificati come “impiegati” sembrava essere declassati.

Nel tempo ci ha pensato il governo a maltrattarci, bloccando i contratti e quindi portando i nostri stipendi a un livello vicino a quelli degli impiegati di certi uffici periferici dello stato (enti locali).

Il nostro lavoro è molto complesso, presuppone un lavorio intellettuale a cui nessun lavoro di ufficio può essere assimilato, capacità di rapportarsi con varie figure, aggiornamento continuo, rapporti con famiglie, il territorio, il cambiamento epocale introdotto dalle nuove tecnologie, gli inserimenti dei figli degli immigrati, un lavoro in cui la cooperazione e lo scambio di esperienze tra pari è fondamentale.

Nessun politico e nessun giornalista e nemmeno i vari improvvisati esperti arrivati dalle industrie e da un lavoro gerarchizzato e codificato come quello industriale ha la minima cognizione di questo.

Trasferiscono esperienze di altri settori e li vorrebbero immettere  in altri contesti, chi ci libererà di questi incompetenti, ignoranti, l’esperienza dei test Invalsi e OCSE_Pisa non ha insegnato niente a questi brutti e loschi ceffi, che continuano a gironzolare nei vari centri studi economici o delle fondazioni dei gruppi industriali?

Sono stati la rovina della scuola, accolti spesso da uno stuolo di docenti come innovatori, adatti a cambiare la mentalità retriva di quei docenti, che non vogliono inchinarsi al dio mercato, fatto di numeri e non di emozioni, rapporti e cooperazione.

Direi che i nemici sono tra di noi, ma passerà anche questo brutto periodo, anche se sta lasciando e lascerà macerie nel corpo della scuola.

Ecco il progetto della buona scuola e l’incapacità di capire perchè i docenti non possono, oltre una certa età, a restare a scuola, non si può continuare a pensare che a 63 anni si continui a rapportarsi a bambini di 3 anni, come non è possibile rapportarsi a ragazzi di 14-18 anni, cresciuti in un contesto diverso, nativi digitali, spesso consumatori di tecnologie in modo banale e acritico, utilizzatori di tutte le novità che il mercato offre, senza la capacità di districarsi in un mondo che cambia velocemente.

E poi assistiamo di fronte a questa situazione, al mercato delle cariche importanti, ministri che vanno e passano negli uffici del Ministero per pochi mesi, prima presentati come geni per risolvere i problemi della scuola e poi dimenticati come non fossero esistiti.

E poi siamo sotto le dipendenze di dirigenti e sottosegretari , che definirli così è una offesa all’intelligenza umana, tutti paracadutati in quei posti perchè conoscono il parlamentare e fanno parte di una consorteria politica.

Che dire quando dopo tre anni di promesse e giravolte assistiamo a un continuo rimpallo di responsabilità, a continuare a mettere ostacoli di fronte a diritti riconosciuti e improcrastinabili?

Che dire quando dopo aver dimostrato che i conti presentati sono stati aumentati per non farci andare in pensione, che  i loro calcoli sono completamente errati, che hanno imbrogliato il parlamento e meriterebbero di essere licenziati?

Che dire di fronte all’inerzia dimostrata in questi giorni, quando a meno di una settimana dalla scadenza per presentare la domanda per chi ha avuto una deroga, in quanto beneficiario della legge 104, non è stato pubblicato l’elenco completo degli aventi diritto?

Sono stati individuati su 1800 persone da pensionare, 1000 lavoratori della scuola, e ancora ci sono da individuare gli ultimi 700, dei quali alcuni saranno lavoratori della scuola sotto la tagliola del 7 ottobre, scadenza della presentazione della domanda.

Alcuni hanno avuto l’informazione, ma nessuno sa dirgli come fare, transitano tra uffici periferici del MIUR e dell’INPS, altri non lo sanno o hanno l’informazione di giorno in giorno, e di fronte a questa inefficienza dobbiamo sentirci dire da dirigenti del Mininstero che stanno riflettendo se spostare la scadenza del 7 ottobre, dopo che è colpa degli uffici periferici del MIUR, che non hanno collaborato, se l’INPS non è riuscita a terminare la scelta dei 2500 benficiari.

E continuano a dirci che non è possibile quantificare quanti Quota 100 (ex Quota96) sono ancora in attesa, malgrado dopo tre anni un controllo reale su chi è nato nel 1951, 1952 non è un lavoro per cui occorrono 3 anni per completarlo.

Nemmeno di fronte alla cifra reale che 1000 lavoratori della scuola, facenti parte di quota 96, sono da togliere dai 4 mila che avevano partecipato alla rilevazione del MIUR, vediamo un impegno a prendere atto che non è possibile procrastinare il risarcimento per questi anni di carcerazione per errore voluto dalla Fornero e mandarci in pensione!

Ecco perchè uno si sveglia dal torpore e vuole infrangere quel muro di gomma  e rompere la faccia di tolla a questi governanti, che promettono di risolvere il problema di Quota 100, sapendo di mentire, in quanto non hanno nessuna intenzione di recedere dai loro propositi di tenerci a bagnomaria, in attesa di un altro anno che scorra inutilmente.

Ecco perchè il 30 siamo stati all’ennesimo presidio, perchè noi ci sentiamo lavoratori a tutti gli effetti, facenti parte della classe degli sfruttati, di coloro che i diritti li debbono conquistare e che continueranno a lottare perchè vengano riconosciuti a tutti coloro che in questa battaglia sono stati coinvolti.

Ecco perchè non smetteremo mai di lottare, per noi e per tutti coloro che verrano dopo di noi, non gli daremo mai tregua, perchè questa consorteria di privilegiati perdano i loro privilegi.



COMUNICATO QUOTA96 Cobas sul 30 settembre

SILENZI, Promesse e …

Silenzi, promesse e intenti

 Video sul Convegno/presidio

Un video realizzato da Orizzonte scuola

 

Questo è il comunicato del CESP sulla giornata del 30 settembre

Report Convegno Presidio 30 settembre

E INFINE  ATTO DI RESISTENZA ATTIVA

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