2011

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Il 2011 e’ diventato l’emblema della “Primavera araba”.

E’ stato sufficiente un atto disperato di un tunisino,  Mohamed Bouazizi, venditore ambulante abusivo che si è dato fuoco per protesta poichè gli era stato sequestrata la merce che gli permetteva di sopravvivere.

Le condizioni estreme di povertà di molte nazioni africane hanno portato a mobilitazioni e rivolte in Tunisia, Egitto, Libia, Arabia Saudita, Siria, Yemen.

Nei primi tre sono cambiati i governi, e regimi di trent’anni sono stati sostituiti da governi di tipo occidentale, con l’indizione di elezioni e la creazione di parlamenti, con maggioranza di eletti di forze di derivazione di forte identità musulmana e per gli occhi occidentali anche reazionaria, in quanto portatori di valori conservatori, per quanto riguarda le libertà e in particolare le donne.

Succede spesso che l’Occidente sostituisce “dittature” non più affidabili per i propri interessi con forze conservatrici e reazionarie, l’esperienza dei Taleban in Afghanistan non ha insegnato molto.

Il controllo dei giacimenti petroliferi ed energetici è fondamentale per la sopravvivenza dell’economia capitalista occidentale.

Queste rivolte hanno messo in evidenza questioni importanti per il futuro degli uomini:

  • la potenza dei media digitali e dei social network (Twitter, Facebook, Youtube)
  • l’ingresso dei giovani e delle donne dell’Africa come attori fondamentali del mondo che verrà.

I media digitali diventano mezzi per informare, coordinare le iniziative.

E’ possibile concentrare in una piazza velocemente migliaia di persone, che discutono e si organizzano e protestano.

Anni fa per informare tutte queste persone, se non si trovavano già in piazza o in una azienda, erano necessari giorni, o volantinando o telefonando.

Anche in termini di costi occorrevano forze organizzate.

Un PC, in telefonino cellulare e tu su un social network informi instantaneanete.

Il telefono di di Meucci, il fax roba di altri tempi che ai giovani non dicono niente.

La televisione diventa obsoleta, basta una videocamera (i cellulari la hanno incorporata), un accesso a Internet a costi bassissimi e una sola persona diventa reporter, superando i ruoli del giornalista professionista,

C’è il rischio di abulia da informazione, ma il controllo delle informazioni non sono più solo dei governi o dei potenti che possiedono giornali e televisioni. Il passaggio da informazione centralizzata a un pullulare di centri di informazione,

L’altro aspetto è l’emergere di una popolazione giovane che condivide con gli occidentali gli stessi strumenti di comunicazione, che vuole avere le stesse opportunità di vita e di aspettative.In società in cui gli anziani hanno avuto un peso preponderante, più legata alla tradizione, questa generazione è più vicina ai gusti dei giovani dei giovani dei paesi ricchi.

Non sarà facile lasciarli ai margini della storia. Chiederanno di avere il controllo delle loro ricchezze, di avere la stessa speranza di vita dell’occidente, di non farsi depredare delle loro ricchezze a prezzi stracciati.

Fa sorridere il fatto che mentre in Africa si creano istituzioni di tipo liberali, nei paesi di antica democrazia i parlamenti sono obbligati a soggiacere ai voleri di istituzione sovranazionale, portando alla fame i loro cittadini (Grecia, Spagna, Italia, Portogallo).

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