Caro PD…ti scrivo

Memo per Paola De Micheli, sottosegretaria Economia

Non voglio essere prolisso in quanto ormai le lettere inviate ai parlamentari del PD, principale forza del Governo, rasentano le decine in questi ultimi mesi, sia come rappresentanti del partito, sia in quanto esponenti di governo, di volta in volta chiedendo incontri per affrontare l’infinità commedia di quota96 o quota100+, abbiamo sempre pensato che le promesse fatte dovevano essere mantenute.

La De Micheli affermava che se fossero andati al governo, al tempo il premier doveva essere Bersani, avrebbero affrontato la questione pensioni, riferendosi a tutti e non solo a noi.

Vogliamo vedere se la coerenza è una sua dote, oppure si aggiungerà alla schiera del signorsì agli ordini del leader.

Un estratto video dalla trasmissione “Coffee  Break” su La7 del 19 febbraio 2013, in cui si accenna a Quota96, ma che smentisce anche le affermazioni della signora Fornero.

 

Puntata intera

 Nel frattempo abbiamo spedito anche questa, ribadendo i soliti nostri argomenti che ormai sono di dominio pubblico

"Gentilissima onorevole De Micheli, 
mi permetta innanzi tutto di farLe  le congratulazioni per la nomina avuta, Lei è una persona con molta grinta e preparazione e sono sicura che ricoprirà questo incarico con serietà e determinazione.

Ma non Le nascondo che ho voluto cogliere la palla al balzo per poterLe scrivere perché il suo nome mi ricorda che Lei è stata una delle prime, tra gli Onorevoli Parlamentari a schierarsi dalla parte del personale scolastico ormai conosciuto come QUOTA 96.
Ricordo diversi suoi interventi anche in talk show televisivi, tanto per citarne uno “Coffee break “ nella puntata del 19/02/2013 in cui si parlava di esodati e Lei citò anche i Quota 96 a proposito dei numeri che non sono mai certi e nel passato proprio questo balletto di numeri ci ha fatto sempre rimanere a bocca asciutta!

    Mi rivolgo a Lei, in quanto per l’ incarico ricevuto, potrà contribuire a dare una risposta definitiva a una storia che si protrae dall'a.s. 2011/12.

E' il terzo anno, che il parlamento vota risoluzioni sulla nostra questione, che parlamentari del suo partito hanno promesso di risolvere la situazione, l'ultimo voltafaccia è stato ad agosto, con lo stralcio dell’emendamento al DL 90 sulla PA e la solita promessa che al prossimo appuntamento parlamentare si sarebbe inserito Quota96.
Noi Quota 96 non vogliamo recriminare sul passato, non ci aiuta a uscire da questo impasse, ma non possiamo non ricordarvi che gli impegni presi, di fronte a un'ingiustizia riconosciuta, non possono essere dimenticati.
Non vorremmo dover concludere che per voi non esistiamo più.

Volevo solo precisarLe alcune questioni di numeri:
1) Come Lei ben saprà ormai la platea dei Quota 96, accertata da un conteggio effettuato dal MIUR ad ottobre 2013, era stimata in  4000 soggetti; però da questi si dovrebbero defalcare
   - quelli che sono andati in pensione il 1° settembre 2014 avendo raggiunto comunque  i requisiti richiesti dalla riforma Fornero, 
   - quelle donne che hanno optato, loro malgrado, con l'opzione donna e quindi con il sistema  contributivo e infine
   - quelli che hanno usufruito della deroga alla legge Fornero, cioè che abbiano fruito di permessi (anche 1 solo giorno) per l’art. 33 comma 3 della Legge 104 del 1992 e per l’art. 42 del Decreto Legislativo n° 151  (da dati  ufficiali questi ultimi si stimano in 780 unità) il numero dei quali, per altro, è stato ampliato dal  recentissimo Disegno di legge presentato ed approvato in tempi record il 1° ottobre " Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento  pensionistico"  Titolo breve: Deroghe accesso trattamento pensionistico.

2) Ormai è accertato che costi stimati da INPS e RDS sono sovrastimati, come ha affermato il Ministro Giannini, che a giugno parlava di 120 milioni necessari e dell'on. Boccia che a settembre parlava di 100 milioni.
Tanto più valido questo ragionamento quando per salvaguardare 2.500 lavoratori, beneficiari legge 104, come previsto art. 11 bis legge 28.10.2013, n. 124 , la spesa prevista è di 57 milioni in più anni.

Di fronte all'evidenza che non si tratti di questioni di copertura, dobbiamo concludere che siamo stati sacrificati sull'altare delle compatibilità imposte dalla comunità europea.
    Se questo non è vero, occorre che in questi giorni, prima della legge di stabilità, il vostro partito prenda un impegno serio, inserendoci nella suddetta legge, come hanno chiesto senatori di vari partiti, compreso il vostro.
Non vorremmo che di rinvio in rinvio passasse inutilmente un altro anno, non è serio e non è accettabile prenderci di nuovo in giro, dopo la delusione di agosto, nella quale alcuni avevano ipotizzato anche la possibilità di prendere in ritardo di molti anni il TFS.
Ricordo che Lei ebbe a dichiarare che l’uscita dal lavoro per noi poteva avvenire anche ad anno scolastico iniziato (cosa per altro accaduta in passoto).
Ecco, siccome ci sono situazioni pesanti di lavoro, vorremmo ricordarvi che sta per scadere il termine per andare in pensione con l'opzione donna, alcune disperate hanno subito questa scelta, ma ormai i tempi stringono e la scelta per molte donne è una ghigliottina, andare in pensione rinunciando a 400/500 € per tutta la vita o rischiare da 4 a 5 anni ancora al lavoro fino a 66/67 anni,  mentre per gli uomini non c'è altra scelta che restare al lavoro fino al 2019.

Vorremmo potere incontrare, nei prossimi giorni, Lei o qualche altro esponente del governo che si occupa di queste questioni rimaste in sospeso dopo la legge Fornero, per affrontare con serenità la nostra situazione.
    Vi chiediamo solo di non incontrarci come gesto di cortesia, se il PD non ha intenzioni certe e serie, dovete affermarlo con onestà e sincerità, ne prenderemo atto e agiremo di conseguenza.
Non vogliamo più dover assistere a balletti indecorosi tra organi dello stato e parlamento sulla nostra pelle, ne va anche del nostro equilibrio psico-fisico.
Vorremmo ricordarvi anche che la promessa di assumere i precari, passa anche per il nostro pensionamento e ci sono precari, che giovani non sono più.

Date una possibilità a noi di concludere serenamente la nostra esperienza scolastica e ai giovani di iniziare una grande avventura l'educazione dei giovani, come è stato per noi, dedicando i nostri migliori anni, ma adesso non ci è più consentito dalle forze che mancano, dal divario esistente con le nuove generazioni tecnologiche,  ma anche dall'esigenza di dedicarci ai nostri famigliari, i vecchi bisognosi di affetto e cure e ai giovani che il nostro TFS aiuterebbe ad affrontare un futuro che al momento vedono nero.
Prof.ssa Rosa Anna Saporetti  ex Quota 96 ormai 100 +,
 a nome e per conto di lavoratori ex Quota96"