Democrazia digitale e Torino

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Democrazia digitale e Torino

16/06/2013 Lavoro Notizie 0
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Torino, cialis generic no alle riprese non autorizzate in consiglio: “C’è già lo streaming”

Ma dove vivono questi “rappresentanti” dei cittadini ( mi riferisco non ai M5S, ma agli altri), ma vi immaginate se un normale “cittadino” elettore del Comune di Torino, avendo un giorno la pazzia di andare ad ascoltare un dibattito, forse il giorno che si discute di una questione che lui ritiene fondamentale, penso a quando si riducono le corse dei tram (le hanno ridotte) o quando decidono di investire sulle Olimpiadi invernali 2006 (con un debito per i cittadini torinesi, da coprire con le tasse), e altre questioni relative al vivere in città (tipo il lavoro alla Fiat) decide di portarsi un tablet o uno smartphone e riprendere la discussione, viene bloccato da un dipendente del comune che gli chiede l’autorizzazione?
I Greci hanno creato la democrazia (anche se limitata ai “maggiorenti” di allora) affinchè la polis fosse un luogo aperto. Migliaia di anni dopo, quando tu puoi seguire a distanza avvenimenti fondamentali appena si svolgono (sto guardando la diretta su Piazza Taksin), degli eletti della città di Torino, motore dello sviluppo tecnologico italiano (RAI e TV), avanguardia delle lotte operaie e dell’allargamento dei diritti sindacali, politici e sociali della società italiana (lotte operaie e studentesche degli anni 70) vogliono limitare l’accesso ai normali cittadini di fare circolare le discussioni di un consesso cittadino, luogo primario di formazione delle decisioni e della democrazia del consenso.
Addirittura non vogliono permettere agli stessi consiglieri comunali di fare le riprese!
Ecco questo misura la distanza tra “eletti pagati” ed elettori, la distanza tra il mondo che cambia (anche grazie alla tecnologia) e i dinosauri della politica, legati ai loro riti, a un vecchio modo di fare politica, legato ad accordi sotterranei e interessi privati.
Per questo le riprese devono essere controllate, perché nessuno possa carpire i segreti inconfessabili e dimostrano per l’ennesima volta la loro incapacità di misurarsi con l’informazione digitale.
In una città Torino all’avanguardia per l’utilizzo delle reti Wi-Fi in centro e con l’intenzione di portarle in tutta la città è l’ennesima dimostrazione che questi occupano dei posti di potere, che non meritano e non sono adatti a restare in quei posti.
Milioni di persone inviano tweet in un secondo e organizzano battaglie e manifestazioni, milioni di blogger trasferiscono video in un attimo sulle reti sociali e informano in diretta, rompendo il monopolio delle TV nazionali generaliste, milioni di cittadini hanno allargato l’orizzonte delle informazioni, del dibattito e della democrazia.
A Torino, 40-50 persone hanno deciso che quello che si può fare in tutti i posti dove la gente protesta, con il rischio per i blogger di essere arrestati perchè il potere ha paura, nel consiglio comunale non è consentito!
Ecco perché c’è disaffezione per la politica, alcuni lo fanno perché vogliono che i cittadini si disinteressino delle questioni comuni e il potere di decidere resti solo ai pochi “eletti pagati”.
Una vergogna per la città di Torino che non si meritava per i suoi trascorsi di democrazie e partecipazione e per i grandi torinesi democratici, ormai defunti, che per questa nostra città e paese hanno lottato.

E qualcuno di quelli che si oppongono alle riprese si sentono eredi delle grandi personalità defunte!!!

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