Democrazia e conflitto

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Democrazia e conflitto

23/10/2018 Lavoro 0
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Siderno: La democrazia annullata riassunta in una foto

La foto che vedete può rappresentare la situazione che si crea quando la democrazia viene annullata. 

Siamo a Siderno, all’interno di una sala del Comune, dal giorno dell’alluvione questa è quello che si presenta passando  davanti.

Il fatto in sé, si può risolvere in un intervento immediato, ci sarà l’ufficio competente che prima o poi si attiverà, tanto se non piove l’acqua dal tetto del Comune non si infiltrerà e quindi gli impiegati non dovranno fare attenzione all’acqua che può scendere dal soffitto. 

Non si può pensare che tre Commissari prefettizi riescano a risolvere tutta la mole di lavoro che prima veniva sbrigata, insieme ai dipendenti, da un Sindaco, che conosceva buona parte degli interlocutori, un vicesindaco e quattro assessori, con i quali, nei giorni di ricevimento, affrontavi i problemi delle strade, delle scuole, degli aiuti economici a chi era in difficoltà e in alcuni momenti ragionavi sul futuro del paese, su quello che era ancora in fase di attuazione e su quello che occorreva progettare.

Una parte di consiglieri di maggioranza  erano presenti ad ascoltare eventuali esigenze e mediavano con l’amministrazione. 

Vi erano anche i consiglieri di minoranza che ascoltavano e interloquivano con i cittadini. 

Si, questa è la democrazia delegata, tramite le elezioni si eleggono i Consigli Comunali, si dovevano eleggere i Comitati di quartiere che potevano essere un altro tramite per snellire le procedure, ma lo Stato ha dato la sua sentenza: infiltrazioni mafiose, tutti a casa e in silenzio.

Finalmente quel chiacchiericcio che si ascoltava dalla piazza del Comune fino all’ultimo piano non c’è più; c’erano tutti, consiglieri e cittadini che dialogavano e discutevano, si scontravano e si confrontavano. 

Non ci sono più riunioni del consiglio comunale, ai quali erano presenti cittadini e ascoltavano spesso lunghe discussioni su questioni di cui spesso non erano esperti, ma anche loro partecipavano e si confrontavano con il vicino di sedia e parteggiavano con gli uni e gli altri. 

Poi c’è e c’era FB, luogo dello sfogo, degli insulti, degli improperi e anche di proposte. 

Non voglio entrare nel merito, se le chat fossero o meno strumentali, ma vi era un paese partecipe, vivo, propositivo, adesso è silenzioso e si lecca le ferite, perché chi ha perso sono i cittadini e non solo l’Amministrazione, la Giunta e i consiglieri. 

Quante discussioni aperte sulla rete adesso sono scomparse, mentre prima ogni delibera  veniva analizzata, discussa e criticata.

Dimenticate tutto questo, questi tre anni sono stati una parentesi, si torna ad anni in cui nessuno osava obiettare, adesso di nuovo tutti in silenzio perché siamo stati annullati, il voto non conta niente, saranno i Commissari a sbrigare la normale attività.

Per diciotto o più mesi inutile pensare al futuro, e poi se non vi fidate più e non volete partecipare a nuove elezioni tanto meglio, ormai i Comuni della Locride non commissariati, in dissesto  o sotto la scure della Commissione d’indagine antimafia stanno diventando una rarità.

C’erano e ci sono le associazioni, tante che rappresentano il vero volto di una società attiva, fondamentale per cittadini consapevoli e di aiuto per chi è più assente dai dibattiti, anche queste in qualche modo più silenziose, ma sempre presenti.

Come associazioni ambientaliste, Osservatorio Ambientale “Diritto per la Vita, Osservatorio cittadino rifiuti e Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini , in questo periodo con la difficoltà frapposta dai tempi burocratici ci siamo mossi e ci stiamo muovendo per stimolare la Triade ad affrontare le solite incombenze di Siderno (ex BP, SIKA e dintorni, TMB). 

Quante assemblee abbiamo organizzato in questi ultimi anni? Quanti problemi abbiamo affrontato, portati in Consiglio Comunale, discussi. 

Sono state approvate risoluzioni e messe in cantiere le soluzioni possibili (BP, Sika) e queste con tempi lunghi sono sulla strada della risoluzione (BP), ma non si può aspettare ancora per molto tempo, causa veleni o in aria o nei terreni (SIKA). 

Sul TMB si sta tornando indietro, malgrado gli accordi stipulati con la Regione. Abbiamo smosso un paese e lo abbiamo vivificato, adesso se passate dal Comune, vi viene lo scoramento. 

Peccato, lo Stato ha silenziato quasi 20 mila cittadini, sarebbe ora che iniziassimo a ridiscutere, più che continuare a mugugnare. 

Vorrei finire con un semplice desiderio: voglio avere un Consiglio Comunale, una Giunta e i consiglieri al loro posto, voglio  Comitati di quartiere eletti prima possibile e voglio un Sindaco che rappresenti il Comune.

Ritorniamo ad essere attivi e presenti, non lasciamo che lo Stato distrugga la partecipazione.

La democrazia non è una tastiera di un PC sul quale sfogare solo umori, sberleffi e principalmente false notizie (fake) che confondano il dibattito e ti indirizzano sul capo o sul leader del momento.

Usare i social può aiutare a conoscere in modo molto più rapido fatti, eventi e avvenimenti in tempo reale, ma occorre essere preparati, colti e non “ignoranti” della potenza pervasiva della rete.

Una notizia deve essere verificata, vera, non falsa, invece tutti sono pronti a rilanciare qualsiasi notizia che un amico, conoscente, spesso meno informato di te, ti passa, senza renderti conto che ti hanno preso in giro e ti utilizzano per scopi non sempre cristallini. 

Casualmente, solleticano sempre gli istinti e gli umori “bassi”, quelli di pancia, che i governanti hanno, da sempre, dato in pasto ai governati, a quelli che hanno meno strumenti di analisi e anche a quelli che vogliono che ci sia sempre un “capo”, un “leader”, un comandante.

La democrazia è partecipazione, discussione, confronto, scendere in piazza quando il diritto di uno qualsiasi viene leso, partecipare ai cortei, con le proprie parole, con i propri striscioni e non alle adunanze di piazza o della rete, intesa come accettazione passiva con un “mi piace” alle proposte che un piccolo gruppo lancia sulla rete.

Invece potrebbe essere un luogo in cui tanti possono lanciare mille proposte, non solo quelle che un “decisore” mette in votazione.

Mi scuso, ma non mi è mai piaciuta la parola “popolo”, usata strumentalmente a destra e a manca, un termine dove ci metti tutto, dal ricco al povero, da chi ruba milioni di €, a chi non ha pagato le tasse perché non li ha e non sempre tutte questi strati sociali hanno gli stessi interessi.

Preferisco usare i termini: cittadini, lavoratori, pensionati, studenti, artigiani, commercianti, professionisti, precari, partite IVA  e disoccupati che identificano persone definite con la loro storia di lavoro, di idee, di scelte politiche e con questi confrontarsi e scontrarsi.

Per questo l’altro giorno ho visto con piacere tanti giovani studenti che al corteo per la difesa dell’Ospedale di Locri gridavano: “Non ci avrete mai come volete voi”.

Ci vuole aria nuova, giovani che si riapproprino del loro futuro, con le loro idee, con i loro sogni e con l’irruenza dei loro anni.

C’è uno spiraglio che può aprirsi, non chiudetelo, aprite le finestre perché il dibattito diventi pubblico, si affrontino i veri problemi, e sistemiamo le macerie che altri hanno lasciato.

Anche questa è democrazia!

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