Emendare o non emendare?

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Emendare o non emendare?

26/05/2014 Lavoro 0
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ILLUSIONI O REALTA’

Prepost, 27 maggio 2014

Era illusione, come era evidente, emendamento non accettato in quanto non attinente  alla materia in discussione

Sia Sel, che Galan dicono una cosa molto semplice, che se il Governo vuole si possono trovare i fondi, in particolare agendo su IVA non pagata per spedizioni postali (Galan), sia ricalcolando l’imposta che pagano i fornitori di servizi TV, aumentando la percentuale su cui calcolare il dovuto, quest’ultima proposta la aveva già presentata Marcon e altri.
Le eccezioni che presenta il governo attraverso la RdS sono politiche e su questo non possono rispondere né Galan (FI), né Marcon (SEL), il blocco è quì, chi può risolverlo, indovinate si chiama maggioranza parlamentare e a questo punto anche la Ghizzoni deve fare un attento esame di coscienza, non può continuare a sperare che il suo partito la appoggi, rinviando di mese in mese.
Che il tentativo della D’Onghia potesse essere elettorale o meno non inficia la questione.
Se il Governo (PD) vuole, presenta un nuovo DL o fa approvare la PdL e si chiude, altrimenti per chi ha dato fiducia a quel partito, tra di noi, sappia che si chiama Sindrome del Tafazzi.
Auguri e non dite che non lo sapevate, ingenui si può essere a 12 anni, a 62 si è c—ni!
Alla prossima gelata.
Per i “carbonari” di FB, smettetela di creare illusioni, nascondete la testa sotto la sabbia e cercate di essere seri.
Parlamentari amici li conosciamo tutti, ma le vecchie pratiche da Democrazia Cristiana, funzionavano solo per gli amici stretti, gli altri che credevano alle promesse erano solo i beoti, che sorregevano quel vergognoso scambio ineguale, tra chi manteneva il potere e chi si accontentava delle briciole, non ci sono più le condizioni.
E dopo altre settimane perse inutilmente nell’attesa di promesse, chi ha la voglia e la forza di ripartire si faccia avanti, gli altri si mettano da parte o meglio escano dal loro isolamento altezzoso; in 3 anni non ne hanno indovinato una, ma non lo dico perchè sono contento degli errori altrui, ma perché in questa perdita di tempo ed in inutili attese hanno coinvolto 4 mila persone che hanno diritto a essere considerati persone intelligenti e non truppa di complemento per non si sa quale interessi, che in questa nostra storia non ci sono.
Siamo solo dei lavoratori e nessuno ha voluto capire che da soli si rimane sempre più isolati, se non si ha la capacità di raccogliere adesioni e non bastano campagne mediatiche (Spicola ha utilizzato i nostri problemi per i suoi interessi nel PD) o “raccomandazioni” eccellenti, serve continuità e “intelligenza”, confronto ma anche “scontro”, relazioni, ma anche “conflitto” questa è la la vera “democrazia” che fa crescere e vincere, il chiudersi porta a sconfitte e depressioni.

DIBATTITO ALLA COMMISSIONE DELLA CAMERA 27 MAGGIO

Ho inserito delle piccole icone per evidenziare la parti specifiche su Q100+

Questo è l’articolo del 26 maggio

Stiamo diventando un caso nazionale o forse un caso clinico, in quanto ormai ci siamo sui blog, in parlamento sono costretti a parlare di noi, tartassiamo i parlamentari dei vari gruppi e cerchiamo sostegni in tutti i modi possibili.

Occorre dare atto che la sottosegretaria all’Istruzione Angela D’Onghia, come promesso al gruppo Quota96 di FB, ha presentato questo emendamento:

Alla Camera in discussione la conversione del decreto legge 58/14. Il gruppo per l’Italia appoggia l’approvazione del seguente testo sulla quota 96

All’alinea del comma 14 dell’articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n.201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.214, dopo le parole: «ad applicarsi» sono inserite le seguenti: «al personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l’anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell’articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n.449, e successive modificazioni,».
In considerazione della procedura di ricognizione delle dichiarazioni ai fini del collocamento in quiescenza del personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l’anno scolastico 2011/2012, attivata dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca nel mese di ottobre 2013, il beneficio di cui al comma 1 è riconosciuto, con decorrenza dalla data del 1o settembre 2014, nel limite massimo di 4.000 soggetti e di 35 milioni di euro per l’anno 2014, di 106 milioni di euro per l’anno 2015, di 107,2 milioni di euro per l’anno 2016, di 108,4 milioni di euro per l’anno 2017 e di 72,8 milioni di euro per l’anno 2018. L’INPS prende in esame le domande di pensionamento, che possono essere inoltrate secondo modalità telematiche, in deroga alla normativa vigente, entro il 30 aprile 2014, dai lavoratori di cui al comma 1 che intendono avvalersi dei requisiti di accesso e del regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto-legge 6 dicembre 2011, n.201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.214, provvedendo al monitoraggio delle stesse. Le domande sono registrate secondo un ordine numerico progressivo basato sulla data e sull’ora di presentazione. Qualora dal monitoraggio risulti il raggiungimento del limite numerico delle domande di pensione determinato ai sensi del primo periodo del presente comma, l’INPS non prende in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefìci previsti dalla disposizione di cui al medesimo comma 1.”

E’ un passo avanti, ma il neretto fa storcere il naso, consigliamo alla sottosegretaria di prestare attenzione.

Chi prima arriva, prima alloggia? Chi è più svelto sulla tastiera passa, chi non sa il PC aspetta un annoUn nuovo emendamento?Oppure in questi giorni assolda amici a fare la notte per aspettare che il server INPS non sia bloccato dagli altri e si possa inserire questa maledetta domanda?

Un ragionamento più semplice, anche se selettivo, sarebbe una graduatoria che tenga conto anche degli anni di contributi a partitr da chi aveva più anni.

La risoluzione approvata alla Commissione Cultura teneva conto della anzianità contributiva.

ll comma 2 dell’ultimo testo concordato recitava :

Il comma disciplina altresì modalità e termini di presentazione della domanda di pensionamento all’INPS:

1)      va inoltrata entro il 31 maggio 2014;

2)      l’invio può essere anche telematico.

Tutte le domande utilmente presentate vengono raccolte in un elenco numerico: se il loro totale è inferiore a 4000 (limite massimo di pensionamenti previsto) sono tutte ammesse. Se sono superiori, ne vengono accolte fino a 4000, dando la priorità a coloro che hanno i valori più alti dati dalla somma dell’età anagrafica e dell’anzianità contributiva alla data del 31 dicembre 2012.

Le domande oltre le 4000 non vengono prese in considerazione.

Noi nel frattempo abbiano tempestato di mail alcuni parlamentari per sapere se anche loro fossero intenzionati a presentare emendamenti dello stesso tipo.

Dobbiamo dire che ci sono molte perplessità, dello stesso tipo che chi ha espresso Giulio Marcon di Sel, che ha presentato un emendamento.

Gentile Rosa Anna,

le invio l’emendamento presentato da Sel oggi.
Quasi sicuramente sarà considerato (domani) inammissibile, perché estraneo alla materia.
Se il governo volesse, potrebbe modificare il decreto (in consiglio dei ministri) e inserire un articolo ex novo su quota 96:ma sicuramente non lo farà. In questo caso il problema sarebbe risolto.
Presentare invece emendamenti (rispetto al testo esistente) su quota 96 in provvedimenti estranei alla materia (come lo è il 58) è un’impresa disperata e purtroppo vana.
Noi lo facciamo per non lasciare nulla di intentato: ma chi fa promesse illudendo le persone che soffrono un’ingiustizia così grande si comporta in modo un po’ irresponsabile.
Il problema si risolve concludendo l’iter della legge e prevedendo adeguate coperture, che sono state già individuate.
Basta la volontà politica, che però il governo non ha. Noi, dall’opposizione, insisteremo e non desisteremo nel sostenere le vostre giuste richieste.
Per gli aspetti più tecnici le chiedo di contattare il dott. Antonio Rotelli, che ci legge in copia e che le darà tutti i chiarimenti richiesti.

Un cordiale saluto, Giulio Marcon

 

Emendamento a nostro favore presentato da SEL nel DL58 (firmatari Giordano, Pannarale, Marcon, Costantino, Fratoianni)

A.C. 2385
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 aprile 2014, n. 58, recante misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico
Emendamento

Dopo l’articolo 2, inseguire il seguente:
2-bis (disposizioni in materia pensionistica del personale scolastico docente e ATA)

1. All’alinea del comma 14 dell’articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dopo le parole: « e successive modificazioni e integrazioni, » sono inserite le seguenti: «al personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l’anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell’articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, nel limite massimo di 4.000 lavoratrici e lavoratori, ».

2. Agli oneri derivanti dall’attuazione del comma 1, valutati in 35 milioni di euro per l’anno 2014, 106 milioni di euro per l’anno 2015, 107,2 milioni di euro per l’anno 2016, 108,4 milioni di euro per l’anno 2017 e 72,8 milioni di euro per l’anno 2018, si provvede parzialmente utilizzando i risparmi complessivamente conseguiti a valere sulle autorizzazioni di spesa relative al Fondo di cui all’articolo 1, comma 235, primo periodo, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e successive modificazioni, come rideterminate, da ultimo, dall’articolo 2, comma 7, del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126.

A ulteriore delucidazioni su richiesta di chiarimenti da parte nostra riceviamo (dalla segreteria di Marcon)

Quanto agli emendamenti presentati al decreto legge n. 58 abbiamo indicato il limite di 4000 lavoratrici e lavoratori, che è quello emerso in corso di esame dei provvedimenti che vi riguardano in commissione. Non abbiamo inserito alcun meccanismo di preferenza o termine entro il quale presentare la domanda. Se la stima di 4000 è corretta non ci sarà bisogno di stabilire criteri di preferenza.
In ogni caso, la scelta di presentare una soluzione semplificata (con due coperture diverse) risponde all’esigenza di introdurre la questione con emendamento nel testo di un decreto legge, rispetto al quale è estranea.
Come riportava l’On. Marcon in una precedente risposta, cercare di risolvere la questione che vi riguarda inserendola nel decreto legge n. 58 purtroppo non è possibile per estraneità di materia e per contrarietà alle regole di emendabilità dei decreti legge.  Anche laddove vi si riuscisse a farlo inserire e approvare -per una disponibilità del Governo-, la vittoria ottenuta rischierebbe di essere di Pirro, perchè la Corte costituzionale -qualora ivnestita della questione- potrebbe dichiarare l’incostituzionalità della disposizione. E’ successo troppe volte e la colpa non sarebbe dei giudici, ma del Governo che non rispetta le regole.
Quanto invece alla soluzione definitiva del problema previdenziale delle quote 96, il Governo dovrebbe sbloccare l’iter delle proposte di legge in commissione oppure inserire la questione in un nuovo decreto legge, ma fin dalla fase della tua adozione, prima della presentazione al Capo dello Stato. Solo in questo modo che la questione potrebbe correttamente rientrare in un decreto legge, senza far correre successivi rischi alle lavoratrici e ai lavoratori.
Buon lavoro
Antonio ROTELLI

SEL ha anche chiesto precedentemente che la data per presentare le domande venisse spostata al 15 giugn

Una lettera a sostegno delle iniziative.

Carissima Enza Ti invio questa lettera scritta da mia moglie Eva Ruffolo e altri insegnanti di quota ex 96 e ora quota 100 e + affinché tu possa intervenire a favore del loro pensionamento alla data 1-9 -2014. Ti prego caldamente di appoggiarli in quanto in questo inizio di giugno si dovrà decidere il tutto.

Ti ringrazio e ti saluto

Natale Miniaci

All’onorevole Enza Bruno Bossio :

Vorremmo informarla della lettera inviata al Ministro Stefania Giannini e dello stesso tenore a vari parlamentari e sottosegretari. da un gruppo di docenti, che da mesi conduce una mobilitazione per risolvere la situazione dei docenti di Quota96.

Ormai c’è un sentire comune nel Parlamento che il problema di Quota96 debba trovare una soluzione, ma quando sembra che la soluzione stia per risolversi, si frappongono motivi di natura economica.

Nella lettera ci sono tutte le informazioni necessarie per affrontare la questione e abbiamo più volte inviato documenti anche ai Ministri del Lavoro, dell’Economia e Finanze e Istruzione, dimostrando che è possibile trovare i fondi necessari.

Sarebbe importante che tutti i parlamentari del suo partito agiscano in modo coordinato e affrontino con il Presidente del Consiglio seriamente questa questione, senza l’ennesimo rinvio al prossimo anno, che per noi significa 1° settembre 2015.

Ci rivolgiamo a Lei, in quanto donna, nell’attesa molte lavoratrici, che non hanno più energie o vivono situazioni famigliari e di salute difficili, stanno optando per la cosiddetta “opzione donna”, che significa andare in pensione con 57 anni di età e 35 anni di contributi.

Il 2015 è l’ultimo anno in cui è possibile scegliere questa opzione.

Si stanno costringendo molte lavoratrici “obtorto collo”, nate nel 1952 e con i requisiti precedenti la Legge Fornero sulle pensioni, con almeno 38 anni di contributi a scegliere questa ultima possibilità, in quanto non vedono altre alternative.

Significa rinunciare ad almeno il 35% della pensione, per essere precisi invece di aver una pensione di 1700 euro, solo di 1200 se docenti, nel caso del personale ATA la pensione sarà ridotta a circa 900 euro, dopo quasi 40 anni di lavoro.

Le ricordiamo che il suo gruppo parlamentare ha la maggioranza assoluta alla Camera e quindi ha la possibilità di approvare in brevissimo tempo una norma a favore dei Q96 ed è decisivo nelle due Camere.

Affrontate entro il mese di giugno la questione e non raccontate che i fondi non ci sono, per quest’anno servono nell’ipotesi peggiore 35 milioni di euro e poi circa 100 all’anno fino al 2018, per complessive 430 milioni di euro (i dati si trovano nella risoluzione approvata alla Commissione parlamentare competente nel mese di aprile)

Eva

 

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