I magliari

Ambiente - Cultura - Lavoro - Scuola

I magliari

11/01/2015 Lavoro Politica Scuola 0
image_pdfimage_print

Unire i diversi fronti

Oggi avevo in testa un vago ricordo del film “I magliari” di Francesco Rosi, pensando a questo governo di disonesti che stanno al governo, imbroglioni, racconta balle e promesse mai mantenute.

Non ricordavo che il regista era Francesco Rosi, uno che ha saputo rappresentare un modo stupendo l’Italia degli anni 60, con lo sviluppo edilizio a favore delle rendita e lo sventramento delle città.

Un omaggio a chi ha rappresentato in modo geniale il cinema politico.

È morto ieri, ci vorrebbero registi del suo stampo per rappresentare il nostro paese, le collusioni politiche, l’intreccio tra le nostre mafie e quelle tedesche, anche se adesso non hanno quei connotati, ma hanno le belle e pulite facce dei governanti, che sulla pelle dei dipendenti continuano a governare.

Renzi quanto conta rispetto alla Merkel? Deve subire i diktat che il governo e il capitalismo neoliberista decide e impone su chi non ha la forza di reagire.

Noi Quota96 abbiamo subito i ricatti che i poteri centrali e la Germania della Merkel hanno imposto per difendere gli interessi di banche, fondi pensioni e rendite dei governanti, che quando finiscono il loro lavoro, sono accolti nei grandi salotti delle banche e finanziare, che decidono la vita di chi sta sotto.

Non c’è primo ministro degli Stati che alla fine del suo mandato non venga assorbito nei consigli direttivi di questi enti del malaffare, che sia Prodi, Blair o Monti.

Hanno assolto il compito loro assegnato quando erano al governo, adesso tornano nei posti in cui si prendono le reali decisioni, erano esecutori, adesso diventano decisori.

Sono rimasto allibito quando in questi giorni questi governanti che morti ne creano, con le loro decisioni di taglio dell’assistenza, delle pensioni, con le armi che vendono ai diversi combattenti delle guerre in atto e l’Italia è parte integrante, si sono dati appuntamento per commemorare i morti di Parigi, che loro avevano sempre osteggiato.

Erano visti come anarchici, incontrollabili, ostili ai poteri e alle chiese, adesso se ne sono appropriati i governi senza vergogna, con il plauso delle “masse” pronti ad accorrere al richiamo dei potenti.

Questo è quello  che ci manca, gli intellettuali che riuscivano a rompere il silenzio dei giornali e il sarcasmo e l’ironia di Charlie Hebdo, siamo intellettuali utilizziamo questi strumenti che adesso si possono trasferire in rete, usiamo la critica feroce dei potenti e lottiamo contro gli abusi dei poteri.

Abbiamo privilegiato la rete per coordinarci, abbiamo raccolto centinaia di firme, adesso servono delle gambe che facciano crescere le iniziative di lotta.

I precari da domani sono a Roma fino a venerdì con un presidio a Montecitorio in quanto la “buona scuola”del Renzi è una “sola”, come si dice a Roma, serve ad eliminare il precariato, in particolare quelli della terza fascia che verranno espulsi malgrado abbiano garantito in questi anni che la scuola funzionasse.

Li vogliono espellere e costringerli a rifare l’ennesimo inutile concorso per avere qualche possibilità di avere di nuovo un lavoro.

Gli spezzoni che loro non copriranno più saranno destinati all’organico funzionale del progetto di Renzi sulla scuola e senza vergogna invece di rispettare norme e diriti acquisiti hanno intenzione di affidarli ai Quota96 che rimarranno il prossimo anno.

Forse questa volta saranno coerenti, rispetteranno le promesse fatte.

Ci hanno illuso per anni tutti questi farabutti che ci avrebbero mandato in pensione, ogni anno; invece adesso non promettono, dispongono di noi, verremo utilizzati a coprire le esigenze che si creeranno nelle scuole.

Si chiama politica dei tagli, non vi mando in pensione sino alla fine della vostra pena, vi assegno un compito ingrato e licenzio i precari.

E’ sufficiente questo affinché proviamo a coordinarci con il presidio di Roma e con le poche forze rimaste partecipare anche noi?

Facciamo questo sforzo, chi può si organizzi e almeno per un giorno garantisca una presenza a Roma?

Coltivare le alleanze è l’unico modo per poter combattere ad armi pari con questi governi di false democrazie, che vorranno preparare altre pietanze indigeste.

Non abbandoniamo la lotta, prima che questi ci offrano la prospettiva di uscire con qualche decurtazione con  le pensioni flessibili.

Dovremmo sempre pensare di unire i diversi spezzoni di tutti coloro che la Fornero ha fregato e che Giannini e Renzi vogliono fregare, anche i colleghi non Quota96 che in questi anni sono stati assenti ad aspettare, che qualcuno modificasse la norma Fornero sulle pensioni.



 Raccolta Firme per apertura Istanze online

Al ministro Stefania Giannini

Firme raccolte

ISTANZEONLINE

NON VOGLIAMO ESSERE SPOSATI SULL’ORGANICO FUNZIONALE

I sottoscritti lavoratori Q 96 della scuola non possono assistere passivi all’ennesima proposta penalizzante che , sembra , abbiate intenzione di imporre per “risolvere” la loro assurda situazione. Fortemente esasperati ma non rassegnati dopo tre anni di promesse, rinvii, emendamenti presentati e bocciati con assurdi pretesti di insufficienti coperture economiche, che venivano poi sistematicamente usate in altri campi, convinti come sarebbe dovuto accadere nel normale rispetto delle più elementari regole di una democrazia parlamentare, che la larga approvazione alla Camera avrebbe portato fine al l’ingiustizia che li ha brutalmente colpiti, si sono visti stralciare in Senato il loro provvedimento, mentre rimaneva quello a favore di altre categorie che nulla avevano a che vedere con la P.A., ed a subire l’ennesima umiliante indifferenza e sottovalutazione della loro situazione.

Spesso offesi e dileggiati alla stregua di questuanti, blanditi da promesse dimenticate il giorno dopo, sono invece ancora fermamente decisi a lottare finché resterà loro una stilla di energia, perché l’ingiustizia venga sanata, dopo vari ordini del giorno, condivisi in Aula da maggioranza ed opposizione, ma poi nemmeno presi in considerazione dal governo. Per tutto questo,

chiedono al governo

una definitiva soluzione al loro problema , vale a dire un provvedimento urgente, che consenta a tutti coloro che desidereranno esercitarlo, il pensionamento con il 1 SETTEMBRE 2015, ripristinando così un diritto che già avevano maturato al momento dell’entrata in vigore della legge Fornero e che da tre anni viene sistematicamente riconosciuto a parole ma mai sanato.

I.docenti di Q 96.ritengono inaccettabile e lesiva della loro dignità professionale, qualora la voce che si è manifestata attraverso vari rappresentanti del governo fosse reale, l’ipotesi di risolvere la loro problematica con un intervento calato dall’alto, mediante un eventuale inserimento in un organico funzionale con ruoli polivalenti non ben definiti, a detta del ministro Giannini.“meno duri”.della lezione frontale,.nella convinzione che per le loro precarie condizioni psicofisiche non siano più in grado di espletare in modo adeguato il loro ruolo nel campo della didattica, l’unico in cui invece posseggono le migliori competenze formatesi attraverso una lunga pratica.

E’ ben risaputo che quello degli insegnanti è un lavoro usurante, dunque non “stanchezza, ma usura” comporta l’impegno gravoso dell’educare ,.istruire e formare i futuri cittadini.

Impegno reso .sempre più arduo e complesso da una società in rapida evoluzione,.in cui la scuola rappresenta uno dei pochi punti nei quali i nostri ragazzi possono trovare attenzione alle loro problematiche.

Tuttavia sappiano i legislatori che la gran parte delle difficoltà che i Q 96 , al pari di tutti gli altri lavoratori ultrasessantenni , incontrano nelle loro quotidiane attività lavorative, sono per lo più imputabili a ordinari problemi di salute con connessi disturbi fisici propri dell’età e del logoramento subentrato dopo 40 anni di professione.

Tali disturbi, che certamente non verrebbero meno qualora questi lavoratori venissero utilizzati in altre mansioni, non sarebbero compensati da alcun vantaggio, per cui l’operazione si tradurrebbe in uno spreco sotto tutti i punti di vista.

Per tutti questi motivi i lavoratori Q96, rifiutando ogni altra soluzione, chiedono semplicemente che anche all’anno scolastico 2011/12.venga applicata , seppur con tre anni di ritardo,.la stessa legge che da sempre, prima e dopo tale anno scolastico, regola l’accesso alla pensione nel comparto scuola, senza cercare pretesti, che assumerebbero l’unica valenza dell’accanimento verso chi ha dedicato la propria esistenza professionale agli altri e che trova ben altro riconoscimento, dove l’educazione non è una parola vuota, ma un valore fondamentale di una società.

Da non sottovalutare inoltre che il loro pensionamento consentirebbe l’immediata stabilizzazione di altrettanti giovani precari , portatori di nuove energie e potenzialità.

Gennaio 2015

IL DOCUMENTO

LetteraORGANICOFUNZIONALE

Un ricordo di FRANCESCO ROSI

Visits: 10