INVALSI: scioperi e sotterfugi

Ambiente - Cultura - Lavoro - Scuola

INVALSI: scioperi e sotterfugi

08/05/2013 Lavoro Notizie Politica Scuola 1
image_pdfimage_print

CRUMIRAGGIO” Pro Invalsi

UNA BRUTTA PAGINA per la scuola

Crumiraggio indiretto: sostituzione dei dipendenti con altro personale interno dell’impresa non aderenti allo sciopero.

Non è mia abitudine usare termini che in qualche modo possano ledere la sensibilità altrui e mi scuso in anticipo con chi senza sua volontà è stato coinvolto.

Credo che quando si ledono i diritti fondamentali delle persone di poter esprimere con la massima libertà le loro idee e la visione di quale scuola ritengano sia più giusta per gli studenti, per il lavoro che svolgiamo e per tutti i cittadini, si sia tornati indietro di tanti anni.

Il confronto, anche aspro, che nell’istituto è stato uno dei motori della “qualità” di cui spesso portiamo vanto, ha permesso sempre, nelle diverse sensibilità, di potersi esprimere nelle diverse forme che la Costituzione garantisce, c’è la discussione, ma anche il diritto di sciopero, conquistato con il sangue dei lavoratori.

Qualcuno ha deciso di entrare nella testa dei docenti e decidere chi, il 16 maggio, ha diritto di essere in classe con gli studenti che dovrebbero svolgere le prove INVALSI e chi non ha questo diritto, non gli è permesso di entrare in classe in quanto potenziale “sovversivo”.

Mi chiedo, con quale diritto e con quale motivazione, si sono esclusi alcuni docenti a essere nella propria classe, un giorno di sciopero.

Qualcuno, con quale “retropensiero” ha potuto individuare che alcuni docenti avrebbero potuto essere contrari ai TEST ed eventualmente scioperare, invalidando le prove in quelle classi.

Non vorrei estremizzare, ma in questo caso è necessario; parto da lontano e non voglio comparare situazioni di gravità diversa.

Intorno agli anni 50, la FIAT ha deciso di mettere in REPARTI CONFINO i lavoratori COMUNISTI, che avevano salvato la fabbrica dai tedeschi, ed è proprio dalle lotte di quella fabbrica che, negli anni 70, si sono conquistati i diritti che conosciamo (compreso lo Statuto dei Lavoratori L.300 del 20/5/1970).

Nel 2013 alla FIAT vengono discriminati da Marchionne i lavoratori iscritti alla FIOM e ai Cobas, perché non accettano i diktat dell’azienda.

Vorrei capire, anche, con quale “retropensiero”, altri docenti, anche non della classe e nemmeno del biennio, sono stati individuati come docenti responsabili, non a rischio di azioni eclatanti.

Da una parte i cattivi, dall’altra i disponibili, quelli che, con varie motivazioni, potrebbero non rifiutare un’imposizione “umiliante”, che rischia di classificarli, come docenti docili, proni alle decisioni aziendali.

Una scelta che rischia di metterli contro coloro che sono stati ritenuti non degni di poter decidere se andare in classe e far svolgere ai propri studenti i test come previsto, oppure eventualmente scioperare.

Si è deciso che vengano destinati ad altri compiti, si è deciso che per un giorno vengano confinati in altre classi (reparti), in altre funzioni.

Di questo si tratta, coloro che possano potenzialmente intralciare il SACRO TEST, devono essere immobilizzati, perché il grande, glorioso istituto non faccia brutta figura con il ministero.

Negli anni bui del fascismo, i potenziali sovversivi venivano convocati in questura perché non potessero nuocere quando arrivavano le autorità.

Non voglio arrivare a questi estremi, ma tutti coloro a cui è stato modificato l’orario, sono stati considerati incapaci di scegliere con la propria testa, di svolgere il lavoro nelle proprie classi, a tutti questi è stato impedito di poter scegliere se il 16 maggio 2013 vogliono aderire a uno sciopero.

Come dicevo, da noi, ci sono stati contrasti anche più duri di questo, ma mai si è arrivato al punto di individuare le persone in base alle presunte convinzioni su un tema specifico.

Se su un tema di cultura, che riguarda la visione di cosa e come insegnare, quale prospettiva vogliamo per l’educazione degli studenti, si ricorre a sotterfugi per sminuire la protesta, la scuola che abbiamo costruito, quella del dibattito e del confronto ha perso, non possiamo andare in classe a raccontare balle, il prepotente impone le sue leggi.

In Italia dei docenti hanno deciso che su questi temi non si può transigere e occorre aprire un dibattito, coinvolgendo tutta la società a partire dalla scuola.

I sotterfugi ci danno ragione, hanno paura delle nostre idee.

Per i docenti coinvolti, ognuno risponde a se stesso, nascondere la testa sotto la sabbia non li assolve.

Per quanto mi riguarda di fronte a un atto che ritengo lesivo dei diritti fondamentali del lavoratore, mi asterrò da qualsiasi partecipazione a iniziative della scuola non obbligatorie e non parteciperò a qualsivoglia commissione, riunione o altro non previsto dal contratto.

Mi impressiona l’abdicazione della responsabilità, cercare meccanismi automatici: la verifica non è valutazione.

Walter Maraschini presidente di ANIMAT – Ass. Naz. degli Insegnanti di Matematica (2009)

Visits: 2

 

I commenti sono chiusi.