Gli anni del “Concorsone”

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Il “Concorsone”

Il “merito” come si dice adesso o la differenziazione salariale ha molti padri “ignobili” e non sempre espliciti. Dopo gli anni dei “Cobas” e della riunificazione della categoria per un periodo non breve, i sindacati e i loro referenti politici passano all’attacco per dividere i lavoratori.

Per anni i docenti sono stati visti, anche a sinistra, come dei “privilegiati” rispetto ai lavoratori di fabbrica, in quanto si ritiene che la fatica si misuri in termini di tempo sul posto di lavoro e non si misuri nello sforzo intellettuale e di preparazione, programmazione della propria attività.

Si pensa che otto ore di lavoro operaio siano pesanti non per l’alienazione e la sottomissione a cui si è soggetti da parte dell’azienda, ma perché lo si prende come misura del lavoro.

Otto è maggiore di quattro o sei ore.

Misurare l’intensità si lavoro si misura in base allo sforzo fisico non anche per l’intensità del proprio lavoro.

Lungi dal me pensare che il lavoro di fabbrica sia meno pesante del lavoro di docenza, anzi sono convinto che il lavoro tailorizzato, serializzato che per anni i lavoratori di fabbrica hanno subito è un crimine contro il dispiegarsi delle potenzialità dell’uomo.

Per anni i sindacati hanno confrontato il lavoro di fabbrica e quello dei docenti in termini di orario, tendendo a “sottovalutare” lo stress del lavoro docente e pensando che fosse un lavoro equiparabile a quello impiegatizio e quindi da normare con le stesse categorie e quindi da inventarsi differenziazioni salariali, tipiche dei lavori degli impiegati sia del lavoro privato che del pubblico impiego, in cui sono maestri e che d’altra parte permette loro di avere un ruolo nella gestione quotidiana dei lavoratori.

Ho l’impressione che i sindacalisti della scuola della CGIL, si sentissero in colpa a confronto del lavoro operaio, da cui hanno tratto forza e ottenuto grandi conquiste, per cui il tentativo di unificare al basso sia i salari, perché non ci sia notevole differenza salariale, ma anche peggiorando le normative più favorevoli dei lavoratori pubblici (es. le pensioni, dove esistevano situazioni veramente di privilegio, come la pensione con meno di 20 anni di contributi).

In ultimo pensavano che fosse opportuno privilegiare quei lavoratori più attivi o più impegnati nelle varie sperimentazioni, con un riconoscimento salariale. Per anni per tutti gli anni ’90 a ogni rinnovo contrattuale si parlava di riconoscimenti sotto forma di salario aggiuntivo, per definire delle figure intermedie tra il Preside e il corpo docente.

Tutto quell’impegno si è tradotto nelle “funzioni strumentali” dei docenti e successivamente nelle “funzioni aggiuntive” del personale ATA (ex bidelli e assistenti di laboratorio e d’ufficio).

Si premiano pochi perché si accetta il blocco salariale, dopo il grande ciclo Cobas, e si firmano contratti in cui la maggior parte prende stipendi che con il tempo tendono a diminuire il loro potere d’acquisto, rimettendo nel tempo i docenti nelle fasce medio-basse degli anni dopo il 2000.

Nel 1999 il Ministro della Pubblica istruzione di allora Luigi Berlinguer, docente universitario e di origine PCI, e i sindacati della scuola decidono di dare un premio al 20% della categoria, consistente in una graduatoria di merito, e consistente in 6000 milioni di allora, una cifra non piccola.

Malgrado una parte della categoria era favorevole, un movimento che attraversò tutto il paese in pochi mesi si organizzò in modo autonomo, in qualche modo erede degli anni ’90, contro la volontà degli stessi sindacati firmatari e con il una mobilitazione straordinaria culminata il 17 febbraio del 2000 in uno sciopero nazionale sconfisse questo progetto.

Documenti delle scuole di Torino

Il ministro qualche mese dopo si dimise e qualche mese dopo ci furono le elezioni per le RSU (rappresentanze sindacali unitarie), in cui questi sindacati sconfitti furono di nuovo votati dalla grande maggioranza dei lavoratori della scuola, iscritti agli stessi, che avevano sconfessato.

E’ il primo sciopero dell’era Internet, l’organizzazione che vedeva coinvolti lavoratori di tutti i sindacati, si organizzava attraverso e-mail e siti e immediatamente le scelte fatte al nord venivano comunicate al sud e viceversa.

La rapidità della crescita del movimento e la vittoria in pochi mesi è legata anche a questa caratteristica, collegamento in rete e scambi via e-mail.

Mentre gli anni 90 erano stati gli anni del fax, il 2000 dei docenti fu quello della rete, il primo sciopero organizzato sulla rete e che ebbe un successo inarrestabile e vittorioso.

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