La restaurazione nella scuola

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Gli anni della “controriforma” e della resistenza

L’ultimo decennio, dal 2000 in poi è stato un continuo attacco alla scuola pubblica e una risposta difensiva da parte degli studenti e del corpo docente, con l’appoggio delle famiglie.

Elencare i vari tentativi di modifica della scuola uscita dalle lotte degli anni 1960/70, per arrivare all’ultima Legge della Ministra Gelmini, uno dei peggiori ministri che in Italia si sono succeduti alla guida del Ministero che si occupa di Istruzione, è un elenco dei tentativi di ritornare alla scuola classista, ma anche al fallimento di rispondere alla scuola di massa, che mette in discussione le strutture sociali uscite dal dopoguerra.

Dal sogno di una scuola, che permettesse a tutti di scalare le classi sociali o almeno di attenuarle, si è tornati alla fine di questo ciclo alle scuole di due tipi, da una parte i “licei”, per le classi sociali più abbienti e proseguimento all’università, dall’altra le scuole “tecniche” per cercare un lavoro.

Da una parte i tentativi della “sinistra” di omogeneizzare le scuole superiori, prevedendo almeno un biennio unificato e poi diverse articolazioni, dall’altra la”destra” con percorsi differenziati tra diversi ordini di scuola.

Un succedersi di leggi e “riforme” che durano il tempo di un governo, in alternarsi tra “destra” e “sinistra” e modifica delle leggi, ma sostanzialmente con punti in comune tra le diverse ipotesi.

Per rispondere all’esigenza di una scuola allargata e quindi con problematiche legate alla dispersione scolastica, invece di pensare a un percorso fino a 18 anni, si pensa a percorsi che possamo terminare anche prima, a 15/16 anni, addirittura con percorsi non più nella scuola statale, ma nella formazione professionale, gestita dai privati o da associazioni legate ai sindacati.

La riforma “Berlinguer”, Legge 10 febbraio 2000, n. 30 (in GU 23 febbraio 2000, n. 44) Legge Quadro in materia di Riordino dei Cicli dell’Istruzione, viene sostituita dalla riforma “Moratti”, legge 53, varata il 28 marzo 2003, modifica la precedente.

Cambia di nuovo governo e subentra la riforma”Fioroni”, che lima la precedente, accettando le linee fondamentali,per la scuole elementari e medie introducendo modifiche nelle scuole superiori.

Cambia governo e nel 2008 interviene la riforma “Gelmini”, che tende a differenziare i diversi ordini di scuola, e interviene pesantemente in tutto il ciclo scolastico, tagliando le ore di lezioni, sia nelle elementari, concedendo meno tempo pieno e ritornando alla scuola del maestro “unico” degli anni 60 e differenziando le scuole “liceali” e quelle “tecniche”, con la riduzione delle ore scolastiche.

Lo scopo fondamentale di quest’ultima riforma è quella di un taglio netto di risorse, in termini di personale, ma con una impostazione ideologica tipica della “destra”, che vuole differenziare i diversi ordini scolastici, tra la scuola d’élite e la scuola tecnica-professionale.

All’Università si persegue lo stesso scopo, introducendo due lauree, una di 3 anni (laurea breve), l’altra successiva di 2 anni (laurea specialistica) per un percorso totale di 5 anni.

La prima che non permette nemmeno di insegnare, ma permette alle aziende di avere personale con meno pretese.

Un periodo di trasformazioni corrispondente all’attacco ai diritti del lavoro, con ristrutturazioni e spostamento delle fabbriche all’estero, dove la forza lavoro è più ricattabile e con stipendi molto più bassi.

La scuola ha resistito per anni a questi attacchi, portando avanti richieste di una scuola per tutti.

Le manifestazioni, gli scioperi sono state innumerevoli e partecipati.

I docenti hanno lottato, spesso anche senza i sindacati CGIL-CISL-UIL, rappresentando l’unica opposizione in un periodo in cui i lavoratori delle fabbriche erano assenti.

Un’opposizione tenace, che è durato per 10 anni, ma non ha mai trovato una sponda a livello parlamentare, ma pur tuttavia ancora viva.

Le facce di questa opposizione sono quelle dei giovani degli anni 1968-1977, che sono riusciti a coinvolgere le generazione dei docenti più giovani e malgrado gli acciacchi ha resistito, limitando in parte i danni.

Rinvio ad alcuni video di queste manifestazioni a Torino

Manifestazione di 40 mila a Torino 4 ottobre 2008

Manifestazione 22 maggio 2010 a Torino

Occupazione scuola  giugno 2010 Torino

Sciopero 15 ottobre 2010

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