L’imbroglio della legge Fornero

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L’imbroglio della legge Fornero

05/06/2014 Lavoro Politica Scuola 1
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La “riforma” Fornero delle pensioni è un imbroglio!

Lo afferma la stessa ex ministro in una lettera di risposta ai Quota96!

Siamo stati sempre convinti che la “riforma” delle pensioni (L.214 del 22/12/2011), il cui artefice principale è la Fornero in tandem con l’altro grande politico che risponde al nome di Monti, sia una grande “porcata” che rispondesse alle logiche del mercato e delle scelte neo-liberiste di attacco delle condizioni degli strati popolari.

Che fosse un imbroglio, eravamo convinti, in quanto sapevamo che dietro i conti del risparmio da ottenere, non ci fosse nessuna analisi, ma solo l’esigenza di rastrellare più soldi possibili, senza preoccuparsi delle conseguenze nefaste che si sarebbero scaricate su tutti i lavoratori in prospettiva e nell’immediato su coloro che sono stati definiti “esodati”, la ricognizione effettuata fino ad adesso ne conta 162 mila e altri attendono di essere riconosciuti.

In questa trappola sono finiti anche i lavoratori della scuola, nati nel 1952, che per un’interpretazione che non tiene conto che la scuola terminava il 31 agosto 2012 e non il 31 dicembre 2011, sono stati bloccati anche fino ad altri sette anni di lavoro, prima del diritto della pensione (cosiddetti Quota 96).

Ma lo siamo ancora più convinti, quando la ex ministra, in risposta ad una lettera inviata da Quota96, che le chiedevano perché non avesse prestato attenzione alla scadenza dell’a.s. al 31 agosto, risponde con falso candore:

Ho risposto a molte lettere come la sua cercando di spiegare che la riforma fu fatta sotto la pressione di una crisi finanziaria rispetto alla quale bisognava agire in fretta e con determinazione. Mi furono dati 15 giorni, mentre io non avevo neppure il controllo delle informazioni (che hanno l’Inps e la RGS)!”

e a giustificazione di tutto questo ribadisce

In questo senso, la riforma è stata determinante per evitare la crisi finanziaria, e se si vogliono vedere gli effetti di una crisi finanziaria su una società basta fare un viaggio ad Atene)

Scelte politiche imposte da ideologie neo-liberiste servono a giustificare la scelta di difendere i propri interessi.

Ma non è questo il punto, un ministro, che fa una “riforma” epocale che manda sul lastrico lavoratori vicino ai 60 anni o li blocca a rimanere in servizio, non può affermare

“..io non avevo neppure il controllo delle informazioni (che hanno l’Inps e la RGS)!”

Nessuna vergogna a dichiarare la sua incapacità di intendere e volere, dobbiamo intuire che vi è stata “circonvenzione di incapaci”, che è un reato punibile e allora il ministro che in ogni caso è responsabile politicamente, denunci se è capace di intendere, gli alti funzionari dello stato che la hanno circuita.

E che dire di quei partiti (PD e PdL) che ci hanno propinato questa schifezza, spacciandola per ineluttabile e senza altre possibilità.

Dovrebbero dimettersi, in quanto si affidano a responsabili economici dei loro partiti, che non sanno controllare i conti falsi che organi dello stato presentano e fanno approvare.

Sono anche loro incapaci di intendere e volere oppure sono politicamente inutili? Che senso ha pagare dei parlamentari che non sanno quello che fanno?

Oppure avevano la necessità che qualcuno coprisse le scelte che non volevano far ricadere sui loro partiti?

Complici, inetti e imbroglioni, si dimettano!

E perché quei alti dirigenti, con stipendi elevati, continuano ad occupare posti, in cui possono decidere sulle vite altrui e non pagano mai le scelte errate che fanno, chi li protegge, chi li mantiene in questi posti fondamentali dello Stato?

Perché sono solo i lavoratori a dover pagare le scelte politiche fallimentari imposte dalle lobby politiche-economiche, a difesa dei propri privilegi?

Per questo ribadiamo la convinzione che oltre a un’ immediata risoluzione del problema di Quota100+ (ex Quota96), non più rinviabile, in quanto l’anno scolastico volge al termine, la necessità urgente di un intervento più radicale per i lavoratori “esodati” e il “ritiro” della legge Fornero con il ripristino delle condizioni precedenti.

Chiediamo al Parlamento che risolva immediatamente la questione del reperimento dei 430 milioni di euro per Quota96 e indiciamo una mobilitazione permanente affinché ci diano una risposta entro il mese di giugno

Quota96Cobas                                                                                                                                       5 giugno 2014

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Una risposta.

  1. admin ha detto:

    Il comunicato è stato inviato ai giornali, mentre alle autorità fino al PdR Napolitano abbiamo inviato questo:

    Ci rivolgiamo a lei perché la situazione che ci vede coinvolti ha dell’incredibile.
    Ormai da tre anni siamo in attesa di sapere che il Parlamento ponga termine ad un errore di date.
    E’ assodato da anni che la scuola finisce il 31 agosto e non il 31 dicembre e quindi qualsiasi legge che modificasse le pensioni, per i lavoratori della scuola si derogava dagli altri lavoratori coinvolti e consentiva di andare in pensione dal 1 settembre.
    La legge.214 del 22/12/2011, di questa particolarità non ha tenuto conto e quindi 4 mila lavoratori della scuola rischiano di rimanere ancora per anni invischiati in questo “errore”.
    Quando lo stesso Ministro del Lavoro del governo Monti, Elsa Fornero, che è il padre di questa legge afferma in risposta a una lettera di lavoratori della scuola, nati nel 1952.
    ”Ho risposto a molte lettere come la sua cercando di spiegare che la riforma fu fatta sotto la pressione di una crisi finanziaria rispetto alla quale bisognava agire in fretta e con determinazione. Mi furono dati 15 giorni, mentre io non avevo neppure il controllo delle informazioni (che hanno l’Inps e la RGS)!”
    non possiamo rimanere sbalorditi e lasciamo da parte alcune nostre considerazioni, che sarebbero amare di fronte a simili affermazioni di un Ministro che ha determinato situazioni difficili per tanti lavoratori, lasciandoli senza lavoro e senza pensione (esodati), oppure bloccati per anni, anche sette nel caso della scuola (Quota96).
    Vorremmo che nel rispetto della sua funzione e nel rispetto delle sue prerogative inviti il Parlamento ad intervenire entro questo mese, perché una situazione che tutti i partiti ritengono da affrontare e risolvere, come è successo in questi anni, con diverse proposte e risoluzioni mai giunte a termine, non può rimanere sospesa, tenendo conto che ogni giorno di attesa per noi lavoratori della scuola, significa un altro anno di lavoro.
    Noi che insegniamo ai giovani il rispetto delle leggi e della Costituzione non vorremmo dover ammettere che non abbiamo gli stessi diritti degli altri, che quello che cerchiamo di trasmettere alle giovani generazioni, l’uguaglianza di tutti, nel nostro caso non è rispettata.
    Aspettando un riscontro alla nostra richiesta, alleghiamo la corrispondenza tra Quota96 e l’ex-ministro Elsa Fornero.

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