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09/02/2016 Lavoro Politica Scuola 0
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NON DESISTERE

In quest’ultimo anno sono continuati i tentativi dei parlamentari di rompere il muro di gomma del governo, inutilmente e senza sosta ogni qual volta si è presentata l’occasione.

Raccontare le peripezie degli articoli e dei comunicati inviati in giro alla stampa, tv, governanti e parlamentari è quasi un’odissea.

Ci vuole costanza e spesso anche il coraggio per mandarli a quel paese.

Ci abbiamo provato e teniamo sempre relazioni con i parlamentari dell’opposizione che ci ascoltano ormai da anni, ma resta sempre un ostacolo, quello del governo.

E’ chiaro a tutti che non è questione di fondi, tra poco ci vogliono poche decine di milioni, ma una questione politica.

Noi con le nostre piccole forze continuiamo a martellare governo, parlamento, giornali e tv, per ricordare che siamo malgrado i loro intenti, vivi, vegeti e ancora incazzati.

Nella nostra situazione, malgrado sette salvaguardie, continuano a trovarsi 24 mila esodati, i macchinisti del personale viaggiante, e i Quota96, precoci, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto.

Noi, malgrado una parte è stata inserita nelle salvaguardie in quanto avevano usufruito di congedi famigliari,  siamo un migliaio in attesa e per questo è necessario essere presenti alle iniziative che si stanno organizzando insieme a questi altri settori di lavoratori.

18 febbraio dalle 10 alle 14 a Roma in piazza Montecitorio

insieme ai precoci e agli esodati per chiedere VIII salvaguardia che includa tutti le situazioni irrisolte

Invitiamo tutti a partecipare e a contribuire alle spese per chi va al presidio

16 marzo a Roma in via di definizione

Questo è il comunicato inviato al Governo e ai Parlamentari

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Al Presidente del Consiglio Matteo Renzi

Ai ministri del  Lavoro, MEF, Istruzione, PA

Ai viceministri del MEF

Ai sottosegretari del Lavoro, MEF, Istruzione, PA

Amnesie di Stato

Come cittadini, lavoratori e docenti di questo Stato, vorremmo che si prendessero iniziative  che servano a migliorare la vita di tutti e rendere giustizia a coloro ai quali è stato sottratto un diritto.

Come lavoratori della scuola ex Q96, vorremmo che oltre a noi, altri come il personale viaggiante delle ferrovie, accomunati dallo stesso tragico per non dire farsesco “destino”, quello di essere sempre gli esclusi da quelle iniziative che tendono a risolvere gli strascichi velenosi della norma Fornero sulle pensioni, venissero inseriti nella VIII salvaguardia.

Sia a loro, come a noi, viene sempre ripetuto di essere fortunati perché ancora occupati, come se restare in servizio dopo 40 o più anni di duro, faticoso e stressante lavoro sia un privilegio; mentre si corre il rischio che invece di andare in pensione si arrivi  alla morte, come spesso è successo in silenzio  il personale viaggiante, e come è accaduto a molti nostri colleghi in questi anni di attesa

Per questo vogliamo ricordare, per l’ennesima volta, che in questi 4 anni più volte è stato affrontato il problema Q96 in Parlamento, con notevole impegno da parte di molti parlamentari, ma con continui ostacoli da parte del Governo.

L’unica volta che l’attuale governo ha affrontato la questione è stato con il decreto Madia sulla PA, agosto 2014, con un emendamento approvato alla Camera, poi bocciato al Senato, con l’impegno di Renzi ad affrontarlo a settembre 2014.

Durante la discussione sulla legge di stabilità 2015, il viceministro MEF Morando, assicurò che sarebbe stato affrontato il nostro caso con la legge di riforma della scuola, cosiddetta “Buona scuola”; anche in questo caso siamo stati esclusi con la scusa che l’argomento non fosse pertinente, mentre era una buona occasione per il ricambio generazionale, incrementando i posti disponibili per i precari, e ringiovanendo la classe docente più vecchia d’Europa.

Anche con la settima salvaguardia, pur essendo stati inseriti, come i ferrovieri, nel testo unificato approvato all’unanimità da tutte le forze politiche in Commissione Lavoro della Camera, siamo stati di nuovo esclusi dal governo dalla legge di stabilità 2016, mentre le altre situazioni, che nel testo deliberato dalla Commissione, erano accorpate con noi, sono state accolte (esodati, opzione donna, congedati per motivi famigliari, edili, ecc.).

Noi, insieme agli altri, esclusi dal Governo dalla VII salvaguardia chiediamo l'”ottava” salvaguardia, come previsto dal testo originario.

Dato che più di un migliaio di Q96 sono andati in pensione come congedati per motivi famigliari, con la IV e VI salvaguardia, altri andranno con la VII, approvata in legge di stabilità 2016, e  altri sono usciti nel 2013, 2014 e 2015 e altri ne usciranno a settembre 2016 avendo raggiunto i requisiti Fornero o con l’opzione  donna, riteniamo di essere rimasti soltanto un migliaio.

Ascoltando le dichiarazioni dei vice ministri MEF,  Morando e Zanetti, che hanno affermato che per Quota 96 ci vuole la soluzione politica, è ormai palese a tutti, dopo 4 anni, che questa volontà ancora non ci sia da parte del governo, poiché, invece tutte le forze politiche, in parlamento, si sono adoperate per una soluzione del problema che ormai avrebbe costi esigui.

Non vorremmo pensare che per uscire ancora in forze, occorre essere tra i “fortunati” che hanno famigliari in situazione gravi.

Vogliamo anche ricordare che da anni si discute di flessibilità in uscita (proposta da Damiano e altri parlamentari, proposta Boeri); anche il governo si era impegnato a discutere di pensioni e uscite previdenziali  flessibili nel 2016 e tutte le proposte  presentate prevedono requisiti d’uscita da noi abbondantemente superati; pertanto tutto ciò ci induce a ritenere che ci sia un accanimento nei nostri confronti, nel non volere riconoscere un diritto negato per errore voluto dalla Fornero e ampiamente riconosciuto.

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