Numeri:schiavi del tempo

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Numeri:schiavi del tempo

23/04/2012 Lavoro Politica 0
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cassaSiperDietro una cassa

Le coincidenze nel tempo spesso sono fortuite e occorre saperle catturare.

Classica mia giornata: lavoro, scuola, lavoro.Non fosse che qualche volta si è stanchi, può essere piacevole. All’improvviso mi ricordano che il pomeriggio occorre fare una ripresa già prevista, non posso esimermi e fa parte dei miei impegni.

Esco un pò stanco, per staccare decido di passare da un discount Lidl sulla mia strada, quasi dietro la scuola. Non vi era nessuna esigenza, ma il lunedì spesso arrivano novità. Piccoli acquisti e faccio la fila, c’è una sola cassa, ma dopo qualche minuto si apre un’altra.

Mi sposto con altri, finisco dietro un’anziana, che ha anche un bastone, mettiamo tutto sul nastro e la commessa fa passare tutto gli articoli della signora. Lei con calma continua a inserirli nel suo carrello, ma la commessa ha già finito di strisciarli e attende, si vede che è un pò impaziente, dopo un pò chiede alla signora di pagare, l’anziana continua a inserire gli articoli nel suo carrello, la commessa insiste e dice:”questo tempo non me lo pagano, mi pagano i minuti di lavoro, i tempi di attesa non sono conteggiati”, la guardiamo esterrefatti, qualche altra parola, poi dico :”Manca quello con la frusta!”, risponde “C’è e qualche volta mi richiama se non sono veloce.”. Il senso dei discorsi è questo. Il Kapo esiste realmente, quando si entra in questo negozio si trova un bellimbusto che controlla sia i clienti, sia le commesse.

Esco e gusto dei cioccolatini.

Si da il caso che l’intervista era stata fatta a un ex militare italiano (IMI), arrestato e portato in Germania dai nazisti e ci aveva passato qualche anno incarcerato in un lager. Ci aveva parlato tra l’altro dei Kapo e del controllo a cui erano sottoposti in quei luoghi.

E’ chiaro che non vi è analogia tra quei due mondi, ma nel 2012 un controllo così ossessivo, brutale a cosa rimanda, se non al dominio sulle persone, sulla loro vita, sulle loro necessità.

Ricorda i vecchi controlli della fabbrica tayloristica e dei controllori delle operazioni parcellizzate, un tot per ogni operazione, perchè la cassa deve correre, più sono veloci le operazioni, meno casse sono necessarie e meno commesse occorre pagare.

Più veloce sei, più operazioni fai, più ti pago. L’autosfruttamento per poter vivere. Poi si parla di Cina, di mercati globali, dello sfruttamento in quei paesi che ci fanno concorrenza. Nei paesi a basso costo facciamo produrre i prodotti, nei nostri paesi li facciamo correre sulle casse più veloci che possono, perchè il profitto cresce con la velocità. Questo è il mondo globalizzato. Sulla vita dei lavoratori che producono e che smistano la merce, riusciamo a vivere con salari di merda, scontando sulle loro condizioni la mancanza di una visione di una società non mercificata.

Tre periodi diversi, accomunati dallo stesso significato: controllo, oppressione, lavoro, merce.

Oggi è il 23 aprile 2012, tra due giorni in Italia si festeggia La Liberazione dal nazismo (25 aprile).

Schiavi del lavoro, schiavi del tempo, lavoratori a fatigare, noi a consumare.

Quando ci libereremo del tempo dell’oppressione, del tempo della fatica, della schiavitù del lavoro e potremmo scrivere storie senza tempo, con finali forse più allegri.

 

 

 

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