Perché Quota100 andrebbe in pensione

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Perché Quota100 andrebbe in pensione

25/04/2014 Lavoro Politica Scuola 1
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Il WELFARE SCOMPARSO

Nell’Italia della crisi e delle ricchezze nascoste, perchè dovute a traffici illegali, ma ormai   consolidati, oppure a tasse non pagate o eluse, nell’Italia delle false partite IVA (giovani   precari assunti come autonomi per pagarli quasi zero), nell’Italia dei 40enni senza lavoro,   a carico delle famiglie o sulle spalle dei nonni pensionati, si carica tutto lo   smantellamento dei servizi sociali e di un capitalismo di rapina sulle spalle delle donne in  primo luogo.

Questa comunicazione di EVITA la dice tutta:

“Io abito a Cosenza e sono come te una lottatrice. Purtroppo ora mi trovo con una   madre invalida e una sorella affetta da alzheimer e non posso fare quasi niente.  Non  vado a scuola da due anni e aspettavo di andare in pensione per poter   pensare  un po’ ai miei.”

Lei come tutti coloro che da due anni vengono definiti Quota96 è ormai diventata Quota 100 (compirà 62 anni almeno  ed ha di sicuro 38 anni di contribuiti nel 2014) e attende paziente che la sua “sfiga” di essere incappata nelle grinfie dei servi della finanza e della speculazione assassina, perchè nata nel 1952 o nel 1951, termini nel 2014, spererebbe o se proprio “sfigata” nel 2018.

Tu, tra te e te dici, ma come è possibile che si possa essere pazienti in queste condizioni, come mai le persone normali non trovino momenti comuni per rivendicare i propri diritti, perchè si aspetta e ci si arrangia, pagando con i propri sacrifici e le energie residue uno stato straccione, forte con i deboli e debole con i forti, che si proteggono con le leggi, con le norme e con le amicizie.

Di storie come questa ne conosco altre, nella stessa situazione, con genitori, fratelli o figli  che sono affidati alle loro cure, senza le quali uno stato moderno dovrebbe occuparsene.

Un Welfare straccione che ha lasciato sulle spalle delle famiglie l’onere di servizi mancanti o mai aperti, dandoti la possibilità di avere delle agevolazioni o con l’indennità di accompagnamento che non può bastare.

Devi contribuire tu con i tuoi risparmi, se li hai, per pagare un’altra che ti aiuti, perché anche se non sei sola in famiglia, da soli non si riesce a gestire questa situazione.

Spesso sei anche costretta a passare il tuo tempo di vita chiusa dentro casa, con poche ore a disposizione per gestire le altre incombenze della vita.

E ci sono altri che andrebbero in pensione, perché con la “buonuscita” (TFS) potrebbero aiutare i figli a sistemarsi, perchè in questo paese essere giovani o vecchi fa poca differenza, se non fai parte di quelli che si definiscono le classi alte, benestanti, con redditi da sogno e con le amicizie altolocate.

Se sei vecchio andrai in pensione a 67 anni, con le energie spente, e sei sei giovane le energie che hai si stanno spegnendo nell’attesa di sistemarti, nella mancanza di futuro, gli uni ormai senza tanto futuro davanti, gli altri con un futuro che sempre più si allontana.

E mentre i Quota100, da due anni sono in attesa che i governi, invece di buttare i soldi in opere inutili e dannose, quando non criminali, come comprare strumenti di morte supertecnologici (fare la guerra è sempre criminale, anche se condita da valori di civiltà!), si decidano a sganciare 417 milioni di euro  in 4 anni, questi sporchi signori che hanno rovinato le loro prospettive, si gustano la vita nelle loro ville da sogno, nei loro incarichi milionari, a cui sono destinati perché fanno parte di questa maledetta genia di malfattori, rapinatori e anche colpevoli per quelli che si suicidano per le loro politiche (MALARAZZA).

Abbiamo pagato le inerzie di questo stato, le complicità con i poteri forti, la difesa dei ceti forti e le loro ruberie.

Ecco perché bisogna lottare, perchè EVITA ha diritto di andare in pensione, perché sostituisce le mancanze di questo stato, perché i giovani precari della scuola abbiano un futuro immediato.

Perché EVITA non avrà buonuscite da sogno e non si gusterà la vecchiaia in ville da favola, ma assisterà i parenti perchè finiscano la loro vita con l’affetto di una figlia, senza che questo governo colpevole le abbia risarcito una vita spesa a far crescere giovani che possano credere in questo stato.

Le EVE d’Italia non sono protette dai loro diritti acquisiti di avere una pensione decente, optando per la cosidetta opzione “donna”, andare in pensione a 57 anni e 35 di contributi, rinunciando a una parte notevole della pensione a cui avrebbero diritto.

E’ l’ultima vergognosa patata bollente che questo stato lancia alle donne, tutta una vita dedicata alle cure famigliari, una pensione ridotta per badare i famigliari.

EVITA ci dice che non si smette mai di lottare, lottando per difendere i nostri diritti, lottiamo per difendere i diritti di tutti.

Uno stato serio avrebbe riconosciuto, non solo a EVITA, un contributo perchè sta sostituendosi allo stato, alle sue mancanze e spetta a noi ricordarglielo, senza mai smettere di lottare insieme agli altri.

EVITA deve andare in pensione il 1° SETTEMBRE 2014!

RISARCITELA DI DUE ANNI DI ATTESA!

QUOTA100 HA PAGATO IL SUO CONTRIBUTO!

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Una risposta.

  1. admin ha detto:

    Avevo chiesto a Evita di provare a informare gli organi di informazione sulla sua situazione, per vedere se qualcuno fosse interessato.

    Ecco la sua risposta:

    "Sai Francesco, come giustamente dici in ciò che scrivi, come la mia ce ne sono tante di storie, quindi non desterebbe scalpore. Ti dirò di più, io, come tutti noi, sono considerata una privilegiata poichè ho un lavoro e, se devo lavorare ancora 4 anni, poco importa. Quello che io volevo fare andando in pensione era stare di più con mia mamma e mia sorella, aiutare mio figlio, pensare un po' alla mia salute, volevo fare quello che ognuno di noi avrebbe voluto fare. Auguriamoci che la nostra situazione possa sbloccarsi al più presto in modo tale che molti di noi possiamo rialzarci dallo stato depressivo in cui siamo precipitati. Ai giornalisti non ho mai pensato perchè il mio carattere non me lo permette e poi solo gli atti estremi vengono considerati, speriamo di non doverci ricorrere. Ti ringrazio infinitamente in attesa di belle notizie che spero mi comunicherai. Ciao Evita "

    Grazie EVITA, la tua storia non è più sola tua, come vedi altri la leggeranno, spero che ti aiuti a non farti sentire sola.

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