Se questo è un ministro……

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Se questo è un ministro……

11/02/2015 Lavoro 0
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SIAMO AL FONDO DEL BARILE

Ho usato il termine piu abusato di ministro e non di ministra perchè non sembrasse un attacco a una donna.

In Italia di ministri uomini incompetenti, incapaci e paracadutati in posti che non meritavano in 70 anni di repubblica ce ne sono  a iosa, non è un caso che nessuno sa quanti siano assurti a posti di potere e non resta traccia, se non nelle polverose aule parlamentari.

Quindi niente di personale, di donne ministre della stessa forza ce ne sono state anche con il governo del signor “Ghe pensi mi”, bella presenza, sorriso accattivante e eloquio nullo.

Stesso discorso per quanto riguarda i maschietti, anche loro, sistemati per un gioco tra le diverse correnti dei partiti (come si diceva una volta), o meglio come figurine dei capoclan come occorre dire adesso.

Non è accettabile che si trovino al governo giovani donne e maschi, che vengono bruciati nella loro vita da parlamentare, assegnando un ruolo subalterno, di comparsa, di figurine, perchè di vecchi cretini e ignoranti è pieno il parlamento.

Ma c’è un limite alla decenza, al diritto di avere risposte esaurienti, anche negative, ma che almeno non siano una presa per i fondelli, un vuoto aprire una bocca senza rispondere, spostando il discorso, non sapendo nemmeno di cosa si parli.

Da mesi si pubblicano dati, nostre elaborazioni, affermazioni del commissario INPS Treu che parlava mesi fa di circa 2 mila residui Q96 e adesso viene fuori secondo la Madia che altri 1000 andranno in pensione dal 2 marzo e qui sorge un dubbio o il ministro ha confuso le cifre o qui tra poco di Quota96 non rimarra nessuno, scomparsi, usciti per fortuna (legge 104), o perchè donne esauste (opzione donna) o perchè gli anni passano e si raggiungono i requisiti necessari.

Delle due l’una o la ministra non era preparata e quindi la si rimanda a una successiva interrogazione e si chiede di rispondere di nuovo, dopo che ha preso bene gli appunti del MIUR e dell’INPS, oppure tutto quello che ha detto conferma che siamo rimasti sul migliaio.

Se 4 mila sono i dati del MIUR, quelli del 2013, togliamo 760 andati a settembre per permessi parentali, altri 1000 andranno con la VI salvaguardia, sempre grazie ai permessi sindacali, togliete quelli dell’opzione donna del 2012, 2013 e 2014, 2015 quelli che sono andati in pensione per diritto acquisito, altri che sono inseriti nelle circa 20 mila domande inoltrate al MIUR entro il 17 gennaio e quindi quanti rimangono?

Aspettiamo ancora una risposta!


SCUOLA: SEL,
LAVORATORI QUOTA96

NON PRIORITÀ DEL GOVERNO

Il governo Renzi non ha alcuna intenzione di risolvere la questione quota96. Dopo la sorda e vacua risposta della ministra Madia al question time di oggi, questa è una rabbiosa certezza. Dopo una serie infinita di atti parlamentari, interrogazioni, risoluzioni, emendamenti, ordini del giorno, il governo ci dice che i diritti maturati da tempo da questi lavoratori e lavoratrici, e violati per un errore clamoroso del legislatore nella riforma Fornero, non sono una priorità.

Lo afferma la vicepresidente dei deputati di Sel on. Annalisa Pannarale.

Inaccettabile e tendenzioso lo stesso tentativo della ministra di schierare lavoratori precari contro altri lavoratori umiliati, anteponendo le attese dei giovani a quelle di docenti cui viene impedito da tre anni di esercitare un diritto legittimo. Dopo l’approvazione del decreto Poletti, che fa uscire la precarietà dalla condizione di eccezione per farne una regola drammatica, è davvero risibile raccontare che i giovani siano la priorità di questo governo.

La scuola pubblica e i diritti dei lavoratori vengono prima di qualunque ragione di bilancio. A meno che il nostro abbia smesso di essere un paese libero, laico e democratico. E se pure volessimo soffermarci esclusivamente sulle compatibilità economiche, la platea ormai notevolmente ridotta di questi lavoratori oggi richiederebbe risorse molto più contenute e sostenibili. Tutto ciò la ministra lo ha ignorato nella sua risposta offensiva, per inadeguatezza e incompetenza. Sel resta al fianco dei lavoratori della scuola. Il governo è da un’altra parte, dove non abitano diritti né dignità.

Roma, 11 febbraio 2015

Ufficio stampa nazionale di Sel

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