SIDERNO FREE CHIMICA

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SIDERNO FREE CHIMICA! Siderno verde!

Con lo scioglimento del Comune di Siderno è necessario un riepilogo su tre anni di impegno, lavoro, partecipazione, collaborazione e presenza del Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi.

Inizia tutto intorno al 12 aprile 2016, quasi come una sfida a noi stessi, sembrava una pazzia e invece abbiamo smosso le acque.

Su sollecitazione di “Celestino” Mario Napoli, morto a gennaio 2018, una delle anime di quel Comitato Ecologico di Pantanizzi e zone limitrofe, che aveva lottato negli anni 80 contro i rischi della fabbrica BP, andiamo in Comune.

Volevamo informarci sulla situazione della SIKA e del perché malgrado 700 firme raccolte nel 2013, con una esplicita richiesta di informazioni sui rischi associati alle lavorazioni in atto, e consegnate a diverse autorità, e rinnovata nel 2014 non avevamo avuto mai risposta.

Abbiamo subito trovato buona accoglienza dall’Assessore Ambiente Anna Romeo, che ci ha detto di fare una richiesta formale di incontro con il responsabile del settore del territorio.

Qualche giorno dopo, presente l’Assessore Romeo, abbiamo incontrato anche il Sindaco Pietro Fuda, molto disponibile.

In quell’incontro ci spiegava che, secondo lui, il problema maggiore era l’abbandono della BP, malgrado avesse presente che la situazione della SIKA non poteva essere trascurata.

Celestino, che già allora non era in ottime condizioni, all’uscita palesava le sue difficoltà di salute e invitava me e Pino (Giuseppe) Ieraci di occuparcene.

Rimango perplesso e deluso, guardo disorientato Pino, poi gli dico se anche lui avesse intenzione di proseguire con la frase finale “….almeno romperemo le scatole”.

Continuiamo gli incontri al Comune, incontrando il responsabile del territorio e veniamo a scoprire che proprio in quei giorni aveva firmato l’autorizzazione del Comune per lo scarico delle acque reflue della Sika nel torrente Lordo, dopo che la provincia aveva concesso l’autorizzazione.

Abbiamo iniziato a quel punto, previa richiesta scritta, ad analizzare le carte presenti in Comune  della Sika per conoscere il processo produttivo, le richieste di autorizzazioni per l’insediamento dello stabilimento, le variazioni e tutto quello che poteva servirci.

Lo stesso lavoro ai primi di settembre lo abbiamo fatto quando, ai primi di settembre, abbiamo trovato le carte riguardanti la BP, che subito ci sono apparse esplosive e terrificanti.

Immediatamente, io, Sasà Albanese e Mimmo Panetta abbiamo incontrato il Sindaco Fuda che immediatamente si è attivato presso la Regione inviando tutta la documentazione, compresa una sintesi delle carte, con i  pericoli e rischi di contaminazione presenti a Pantanizzi.

Tra queste due date, il 10 giugno a Locri, a un incontro del PD, abbiamo informato l’assessore all’Ambiente della regione Calabria, Antonella Rizzo, della situazione della SIKA, che al momento non aveva ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) da come ci risultava dalle carte che avevano visionato.

Eravamo presenti io, Pino Ieraci e Celestino Napoli.

L’assessore si è dimostrata disponibilissima ad ascoltarci e a risentirci, lasciandoci il suo numero di telefono.

Abbiamo sempre interloquito con l’assessore Rizzo in questi anni, che ha dimostrato nei fatti di ascoltare le giuste rimostranze dei cittadini, al punto che quando ha verificato in Regione che effettivamente la SIKA non aveva ottenuto l’AIA, malgrado la pratica andasse avanti da più di un anno, ha ordinato  immediatamente la sospensione della produzione di una delle due linee di produzione, fino a quando non si fosse conclusa la pratica per la concessione, malgrado la sollecitazione del Presidente degli industriali della Provincia di Reggio Calabria a non bloccarla.

La linea di produzione, quella più rischiosa, è rimasta chiusa da luglio ai primi di ottobre 2016, eccetto una parentesi ai primi di settembre per eliminare il materiale presente nel reattore, in quanto vi era il rischio di rottura.

Non ci è voluto molto per spiegare ai cittadini presenti il quadro complessivo dei rischi a Siderno e la prima assemblea all’YMCA, il 26 settembre 2016, è andata molto bene.

Con il tempo si sono stretti i legami con l’Osservatorio Ambientale “Diritto per la Vita” e l’Osservatorio sui Rifiuti di Siderno che si stava costituendo insieme abbiamo condotto le battaglie sulla questione BP, SIKA e  l’impianto TMB di San Leo per la puzza che invade la zona Sud.

Quest’ultima battaglia è quella che al momento sembra stia giungendo alla conclusione, dopo che  tutti insieme, compresi molti cittadini, in assemblee pubbliche, al Comune e in incontri in Regione abbiamo rifiutato qualsiasi soluzione di modifica dell’impianto che comportasse rischi maggiori.

L’ultimo rifiuto, presenti i tre comitati, è di qualche mese fa per un impianto di riduzione dell’organico in carbone. Il pomeriggio dell’incontro sono iniziati le verifiche all’impianto TMB di San Leo che hanno comportato la sostituzione del biofiltro in questi giorni, individuato come causa della puzza che rendeva impossibile la vita dei residenti.

Tutto questo sotto la supervisione di Mariarosaria Tino dell’Osservatorio sui Rifiuti, con delega scritta del Sindaco Fuda e della Regione.

Abbiamo in questi anni, tutti i tre i comitati, una specie di delega di fatto e fiducia completa da parte del Sindaco su queste problematiche.

Con lui abbiamo avuto molti incontri per ragionare e affrontare le questioni di cui sto trattando, sempre pronto a darci una mano, quando necessaria, per incontrare i responsabili regionali e abbiamo partecipato a incontri ufficiali con i responsabili regionali, confrontandoci con loro, discutendo, rifiutando proposte non valide e proponendo altre soluzioni.

Ci è stato riconosciuto un ruolo attivo in queste trattative, non so in quanti altri comuni della zona questa sia avvenuto e riconosciamo anche all’Assessore Rizzo questa sua sensibilità e disponibilità.

Aggiungo che in questi anni abbiamo invocato assemblee pubbliche per discutere e confrontarci con i cittadini di Siderno e vorrei soffermarmi su due iniziative importanti:

  • la convocazione del Consiglio Comunale dell’ottobre 2016, in assemblea “aperta”per affrontare le problematiche succitate
  • la manifestazione dell’ 8  luglio 2017, convocata dal Sindaco.

Sono due momenti importanti di partecipazione attiva dei cittadini, nella prima tutto il Consiglio Comunale ha votato una proposta di rifiuto di nuove fabbriche chimiche a Siderno, trasformato poi a febbraio 2017 in un articolo inserito nello Statuto della Città di Siderno.

“Sul territorio comunale è vietata l’installazione o l’ubicazione di nuove installazioni, fabbriche, depositi, impianti e laboratori chimici, farmaceutici e biologici che usano, producono, scaricano e/o emettono nell’acqua, in superficie, nel sottosuolo o in atmosfera sostanze riconosciute o che le ricerche scientifiche dichiarano fortemente irritanti, corrosive, odorigene, nocive, tossiche, cancerogene, radioattive, teratogene, mutagene, ecotossiche, esplosive, dannose e/o pericolose per vita o l’ambiente.”

Non ho presente in quali altri comuni,  un’iniziativa di un  gruppo di cittadini diventi in breve tempo un articolo di uno Statuto Comunale.

Questo è il clima nel quale pochi mesi dopo l’approvazione di questo articolo, l’otto di luglio più di duemila cittadini, convocati da una proposta del Sindaco Fuda, dopo vari incontri pubblici, scendono in piazza per richiedere la salvaguardia della propria salute e del territorio da bonificare.

Una iniziativa larga, alla quale hanno partecipato e aderito 70 associazioni di diverso tipo presenti sul territorio: associazioni, partiti, movimenti, sindaci, rappresentanti della Regione Monsignor Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri, giornali e TV.

Non è facile fare convergere tante singolarità, ma questo metodo deve essere presente in ogni iniziativa che voglia coinvolgere tutti i cittadini e chi ha diritti da reclamare, rispettando le differenze, ma mettendo in comune le idee che uniscono.

Affrontiamo il nodo SIKA, produttrice di polimeri acrilici, il più complesso da risolvere.

A metà ottobre 2016, l’azienda ottiene l’AIA, con molte prescrizioni imposte dalla Regione proprio per garantire la sicurezza dei cittadini, alcuni dei quali abitano a meno di 100 metri dall’impianto.

A fine novembre la società, in quanto obbligata dall’autorizzazione ottenuta, preleva campioni di acqua nei sette piezometri installati intorno a laboratorio di produzione e scopre che nel sottosuolo sono presenti, con valori centinaia di volte superiori a quelli consentiti dalle norme, sostanze cancerogene, in particolare: trielina, cloroformio e tetracloretilene.

In analisi successive, allargate alla zona circostante si scopre che sono presenti anche in pozzi privati, ma con valori notevolmente inferiori rispetto a quelli dei piezometri Sika.

Analisi seguenti dimostrano che la situazione è rimasta invariata, i picchi si trovano intorno all’azienda.

A luglio 2017 la regione pianifica un intervento per la caratterizzazione del suolo dell’area di Pantanizzi e finanzia il piano che verrà gestito dal Comune.

Per varie vicissitudini, il più importante dei quali il fatto che la ditta vincitrice del bando ha dovuto fornirsi di macchinari adatti a perforazioni ambientali, cioè senza uso di nessun liquido, compresa l’acqua,  siamo giunti ad agosto 2018. 

Il 20 agosto riprenderanno i lavori, sospesi immediatamente dall’Amministrazione Comunale ad aprile, anche grazie al nostro contributo, a causa dei macchinari non adatti.

Sorge un dubbio: ma è possibile che in tanti anni che l’azienda  è presente a Pantanizzi, nessuna autorità, e per ottenere l’AIA sono obbligatori l’avvallo di molti enti, si sia posto il problema se quel luogo fosse adatto a un insediamento di produzione chimica?

E’ possibile che nessuno abbia mai controllato il sottosuolo? Che si rilascino autorizzazioni senza controlli approfonditi e subito dopo si scopre che c’è una sorgente inquinante?
Si potrebbero fare tante altre domande, ma aspettiamo le analisi approfondite che tra qualche giorno iniziano, noi presteremo molta attenzione, e vogliamo delle risposte precise,  di chi è il responsabile, la causa e l’origine di questo inquinamento.

Rimaniamo sempre convinti che un’azienda chimica, malgrado rispetti le norme, non possa essere ubicata in quel posto.

Abbiamo provato a spiegare, in questi anni, che le emissioni  delle sostanze dai camini e rilasciate in aria non è acqua pura, ma sostanze che comportano rischi tossici alle persone, alle piante e alcune potrebbero essere cancerogene, anche a valori più bassi da quelli emessi, secondo le norme, dall’azienda.

Ultimo punto: la bonifica BP, ormai non più rinviabile ad un anno della manifestazione di luglio 2017.

Le bonifiche costano e i guai che lasciano le aziende finiscono sempre per essere pagati dai cittadini, spesso in termini di salute, se non arriva la morte.

La BP è ormai assodato che sia un vulcano esplosivo, perdita nell’aria di sostanze anche cancerogene che fuoriescono dai bidoni corrosi o rotti.

Il Comune ha preparato due bandi uno più completo per giungere alla completa bonifica con costi oltre il milione e un’altro ridotto, circa mezzo milione, per iniziare ad allontanare i bidoni rimasti alle intemperie del tempo e con rischi enormi per tutte la cittadinanza, non solo i residenti intorno alla BP, nel caso si verificassero incendi.

Superati i problemi burocratici e di tipo legale, in quanto la proprietà non è del Comune, in questi giorni sappiamo che alla Regione, l’Assessore  al Bilancio Fragomeni, sta predisponendo le carte per il finanziamento dei primi interventi.

Aspettiamo fiduciosi, sperando che, a fine agosto, si concluda l’iter burocratico.

A quel punto dovrebbe partire il bando e da quel momento potremmo pensare che dopo 40 anni l’incubo BP stia per concludersi.

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E infine trattiamo l’argomento Siderno Verde, dopo puzze, odori e veleni, ci vuole qualcosa di positivo.

Siderno in questo periodo ha visto un fiorire di iniziative di cittadini attivi, a partire dal Comitato Piazza Cavone di Siderno Superiore, che ha trasformato una discarica in una piazza godibile per tutti, luogo di incontro, ma anche di spettacoli e di iniziative.

C’è  il Comitato Parco Zammariti che ha saputo trasformare un luogo abbandonato, in un posto a disposizione di tutti i cittadini, appena fuori dal centro, con iniziative per bambini e grandi.

A Donisi è stata inaugurata alla Piazza “Berlinguer” sotto la cura dell’Associazione Libra, che sta occupandosi degli alberi forniti dall’Assessore all’Ambiente Anna Maria Romeo e ci sono altre piazze da sistemare.

Anche Piazza dell’Emigrante  aveva intenzione di piantare altri alberi e l’Assessore Romeo era disponibile a fornirli.

Lo stesso era avvenuto con il Lido che si trova nella spiaggia sotto la Gru e l’Assessore aveva prenotato 150 alberi, che dovevano continuare la pineta di Pantanizzi, ma al momento non sono stati piantati se non in piccola parte.

Alla fine siamo partiti da Pantanizzi e torniamo sul luogo del delitto.

Anche la Pineta di Pantanizzi è stata un’idea a tempo perso di me e Pino Ieraci, che avevamo proposto all’Assessore all’Ambiente Anna Maria Romeo di creare una piccola area di parcheggio e ristoro per chi venendo da fuori avesse la necessità di fermarsi con l’auto e poter mangiare in tranquillità, anche per evitare che lasciassero i rifiuti sulla spiaggia.

Idea che ha visto luccicare gli occhi della Romeo, che ha rilanciato subito, proponendoci non solo un’area verde, ma addirittura due, una vicino al torrente Lordo, appena finisce il lungomare, l’altra dalla perte opposta verso Gioiosa ed in più collegare le due aree con un filare di pini, che sarebbero stati forniti dal Comune gratuitamente, ma con l’impegno nostro  di occuparcene, more solito gratuitamente.

Abbiamo condiviso l’idea con nostri amici di Pantanizzi e siamo partiti all’avventura.

Piantati 95 pini  e cedri, con le nostre mani e persone del luogo.

Il Sindaco si è messo subito a disposizione e in breve tempo e ha fatto costruire tre pozzi a Pantanizzi e un altro zona Gru.

Grazie a quell’idea quest’anno a Pantanizzi ci sono tre pozzi per innaffiare, 7 prese d’acqua, 7 docce doppie,  nella zona frequentata dai bagnanti e un filare di pini che vorrebbero poter crescere e diventare adulti, rispettati da chi frequenta la spiaggia e non posto per abbandonare le buste dei rifiuti.

Il Sindaco aveva intenzione di piantare alberi da frutta (gelsi) dal lato delle case e avevamo previsto quanti fossero necessari.

Si stava anche pensando di costruire una stata in terra battuta che dal Torrente Lordo arrivasse fino al torrente Torbido e fare un ponticello per collegare il lungomare con la spiaggia di Pantanizzi.

Vorremmo che questo si realizzasse!

Una storia iniziata per caso, questa volta finita bene, ma speriamo che possa essere un modello da seguire: cittadini attivi, partecipi, che si confrontano e scontrano dialetticamente, che propongono, lavorano per costruire una cittadina migliore.

Non posso nascondere che occorre sfruttare i momenti adatti e saperli cogliere, questa Amministrazione nel suo complesso a noi ha dato fiducia e in qualche modo ci ha dato un ruolo, saranno i Commissari, catapultati dal Prefetto, capaci di rispondere a questa cittadina che è molto vivace?

Saranno disponibili a confrontarsi con le associazioni? Daranno ascolto alle tematiche in questione? Noi siamo disponibili, in attesa di una risposta, quando avranno il tempo, dopo aver sistemato le incombenze più immediate.

Francesco Martino

Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi

P.S.:

Ai primi di luglio nella sede della Rivista avevamo discusso e proposto insieme alla Riviera, al Presidente del Comitato dei Sindaci della Locride, Rosario Rocca, un’iniziativa sulla questione dell’Ospedale, pensando di proporre dopo l’estate una mobilitazione per affrontare la grave situazione della sanità della zona.

In questo senso l’8 di luglio erano usciti due articoli, un’intervista a Rosario Rocca, che parlava anche di Sanità  e un altro di Arturo Rocca, Presidente del Osservatorio Ambientale “Diritto per la Vita” che affrontava lo stesso problema.

Erano i primi articoli, a cui sarebbero seguiti altri, nel frattempo la situazione dell’ospedale è ulteriormente peggiorata e il Sindaco Calabrese ha lanciato una manifestazione per il 27 settembre.


Con il metodo che abbiamo seguito per la manifestazione di Luglio 2017 a Siderno, coinvolgendo associazione, movimenti, giornali e TV, sindaci è possibile pensare a costruire la giornata di settembre a Locri? 

L’articolo per problemi di spazio è uscito sulla Riviera più sintetico il 19 agosto, eliminando la questione riguardante  Siderno Verde e la questione Ospedale.

L’Assessore Rizzo, a cui ho inviato l’articolo pubblicato, ha osservato, in modo corretto e con garbo, che i fondi, sia per quanto riguarda la Sika, che per la BP sono finanziati dal suo Assessorato, e  per la BP l’Assessore Fragomeni ha sollecitato più fondi e intervento veloce. 

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