Destra e fascismo

La destra al governo: idee fondanti del passato

Penso che non si abbia ancora una chiara visione del progetto politico della destra al governo.

Ci si sofferma sugli aspetti “caratteriali”  del presidente della Camera o dei ministri, ma non ci si sofferma sugli aspetti ideologici sottesi.

Non si può chiedere a una persona di abbellirsi e nascondere il suo percorso politico da quando era giovane; faceva parte della maggioranza silenziosa nella Milano degli anni ’70.

In quegli anni la sinistra lottava contro le stragi di destra (da Peteano alla stage di Bologna e oltre) con la complicità dei servizi segreti, con cui si voleva fermare l’avanzata dei comunisti di allora e del movimento di rivolta che attraversava l’Italia intera.

Pacificazione è il modo per non fare i conti con il passato, in questo senso occorre legare la contrarietà a riconoscere il 25 aprile come il giorno della Liberazione dal fascismo o il 1 maggio come festa conquistata dal sacrificio dei lavoratori.

Negare l’essenza stessa di quella storia che partita dalla rivolta delle fabbriche  del Nord nel 1943 ha portato alla Costituzione, dopo il ventennio fascista.

Per molti non è chiaro che l’attuale governo intende trasformare l’Italia nei suoi valori costituenti, richiamando alcune delle idee che fanno parte della parte conservatrice dell’Italia e del fascismo.

Ci si sofferma  su aspetti marginali o “folcloristici” dei rappresentanti del governo, impreparazione, mentre sarebbe necessario capire che hanno un progetto a lungo termine, un cambiamento dell’Italia come la conosciamo, riportando in auge i valori della destra, nazione, famiglia, cristianità.

L’altro aspetto è quello di mettere in silenzio i corpi intermedi, in particolare i sindacati o anche la stampa, sostituendoli li con il rapporto diretto tra il capo del governo e i cittadini.

Capo del governo che rappresenta tutti, imprenditori, lavoratori, cittadini, senza la necessità di conflitti, che eroga sostegno ai bisognosi, senza la necessità di lunghe e inutili trattative con sindacati o anche opposizione.

In questo caso potremmo pensare a una grande madre che accoglie tutti i figli, alcuni trattati meglio (gli imprenditori) gli altri un pò meno (lavoratori o senza lavoro).

L’etica del lavoro, pagato o sottopagato che sia, importante che gli imprenditori trovino lavoratori sottopagati, senza diritti, ma scaricabili quando non servono.

Non si parla mai che i laureati non trovano occasioni ben retribuite il Italia e vanno fuori, ci si sofferma sempre sui lavori faticosi nelle campagne o nella ristorazione, lavori stagionali e senza qualificazione.

Una prospettiva di un paese senza futuro.

Poi l’etica della famiglia e dei figli, quasi che fosse colpa dei giovani avere un lavoro sicuro e ben remunerato, prima di stabilizzarsi in un rapporto di vita con un’altra persona e crescere figli, non tanti, come si pensa con le politiche che privilegino chi ha più figli e che costringerebbero le donne a tornare al focolare famigliare, invece di essere autonome e sufficientemente libere di non doversi dedicare solo ai figli e al marito.

Un ritorno al passato? Non si pensi al 1920, sono cambiati i tempi.

Occorre analizzare il contesto in cui ci si muove questo governo, che  in una fase di grave crisi economica e con una guerra in atto ha difficoltà a rispondere alle esigenze immediate della popolazione.

Occorre spostare i temi sui valori che contraddistinguono la destra attuale vincente, dall’altra parte non si hanno idee che ribaltino il tavolo sui cui si discute.

Non è facile, ma altrimenti dopo il ciclo di Berlusconi, progenitore del governo attuale, ci troveremo un lungo governo di Meloni.

Ci si misura non solo sui fatti, ma anche sulle idee, il pensiero conservatore rischia di essere vincente senza idee alternative.

Pubblicato su Riviera 3 maggio 2023