Disarmiamo il pianeta

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Disarmiamo il pianeta

26/06/2025 ambiente Notizie Politica 0
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Rutti e meloni indigesti ci portano in guerra

Sia Totò nel film “I due marescialli”, che Eduardo de Filippo nell’“Oro di Napoli” utilizzano il termine pernacchia (pernacchio) per sbeffeggiare i potenti di turno.

I meloni e non solo mi sono indigesti, da sempre, e portano a esplosioni sonori, rutti, a volte potentissimi che possono creare imbarazzo.

Riflettevo che due altolocati, Mark Rutte, ex Presidente olandese, trasmigrato a Segretario Generale della Nato e Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, di fronte a Donald Trump, si sono inchinati al potente di turno, subendo l’imposizione  di un aumento delle spese militari fino al 5% per  difendere, secondo la vulgata comune, l’Europa da un attacco russo.

Mi è venuto il pensiero  di mangiare meloni con prosciutto e di lasciare al mio stomaco la risposta adatta, a tutti questi potenti che decidono sulla vita e morte dei loro concittadini.

Di fronte a una crisi economica, che taglia occupazione e stipendi (per chi un lavoro lo ha), non ci resta che rispondere con un rutto liberatorio,ù e dirgli in faccia che delle loro guerre non sappiano che farcene, che vadano loro sui campi di battaglia e si combattano tra di loro all’ultimo colpo.

Ogni tanto ritorna in voga  la locuzione latina:”Si vis pacem, para bellum”, usata nei tempi antichi e dal nostro Cicerone,  “Se vuoi la pace, prepara la guerra”.

Dall’esperienza millenaria non sembra che sia servita a molto, guerre infinite e intestine, infestano globo da sempre.

In Europa non è servito il riarmo tedesco, che ci ha portato alla II guerra mondiale e paghiamo ancora le conseguenze, con le esplosioni dei nazionalismi, dopo il crollo dell’Unione Sovietica e la disintegrazione della Jugoslavia.

Molte guerre in Asia e Africa coinvolgono  diversi popoli alla ricerca di una Patria o Nazione, nel mentre il mondo è sempre più cosmopolita, soggetto a un unico destino, convivere o perire, di fronte all’arma nucleare, sempre più brandita da chi la possiede.

E poi rifletto sulle tante migrazioni, che nei secoli hanno attraversato la Terra, dalla prima antenata dal’Africa, alle migrazioni dei filosofi Greci, che nella Magna Grecia, sono diventati faro di Civiltà per la cultura occidentale.

E ci sarebbe molto da dire sull’invasioni e i massacri dei nativi nel Nord e Sud America, causate delle invasioni degli Stati Europei, che hanno fatto scomparire culture millenarie presenti in quei luoghi e che sono diventato miscuglio di diversa provenienza, diventando gli USA la punta avanzata della ricerca, grazie al contributo dei tanti cervelli, che vi hanno trovato accoglienza.

E il tanto sperpero di fondi, invece di destinarlo a migliorare le condizioni di vita di tutti i cittadini del mondo, saranno destinati a distruggere, in una guerra asimmetrica.

Chi ha la bomba nucleare o  i missili intercontinentali ammazza a distanza, inviando strumenti di morte senza piloti, così nessuno potrà sentirsi colpevole delle distruzioni delle città e dei cadaveri dei residenti incolpevoli.

Ormai le battaglie tra le potenze, stanno diventando guerre alle popolazioni incolpevoli, soggetti a comandanti che decidono quale città colpire, e si troverà sempre una giustificazione :”uccidere il generale o il ministro dell’altro paese”.

Servirà un pò di fantasia per uscire da questo mondo, ed eliminare questo istinto di morte e di distruzione, che sempre più coinvolge intere popolazioni che si affidano sempre di più a guerrafondai.

Per fortuna ci sono anche sognatori, che pensano che un disarmo generalizzato è preferibile e più adatto a risolvere i conflitti, a partire della denuclearizzazione, primo passo per evitare di estinguerci e non sarebbe un male, se dopo millenni verrebbe un nuovo genere umano, che imparasse dagli errori passati.

E nel frattempo  un rutto, una pernacchia o pernacchio o una risata seppellirà i potenti di turno.

Unico antidoto agli armamenti è scendere in piazza per bloccare questi pazzi isterici, che pensano di poterci sacrificare per i loro calcoli di potenza e finanziare un’economia basata sulle armi, invece di tecnologie di sviluppo sostenibile, produzioni per la vita e il benessere di tutti, economia non impattante sui territori e  una  cultura di PACE.

Pubblicato su Riviera 26 giugno 2025

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