ERAVAMO CENTOMILA!!!

ENNESIMA MISTIFICAZIONE SUI DATI REALI

Q96stracciata

Non c’è fine alla farsa dei dati sui exQuota96 della scuola ancora in servizio.

INPS continua a dare i numeri, nel vero senso della parola mistificando i conteggi e assemblando dati che non sono tra di loro correlati, o meglio a noi non è consentito avere un quadro analitico di questi conteggi.

Spieghiamo l’arcano di questa ennesima presa per i fondelli dell’ultimo report consegnato alla Commissione Lavoro della Camera, riguardante tutto il personale della PI nato nel 1952, interessato ad un’eventuale modifica della famosa legge Fornero, in modo da permettere anche ai pubblici di essere equiparati ai privati, ai quali è consentito di uscire a 64 anni dal lavoro, se erano Q96 nel 2012 (60 anni e 36 di contributi, oppure 61 anni e 35 di contributi) oppure per le donne con 20 anni di contributi e 60 anni di età.

L’onorevole Gnecchi (PD), aveva chiesto di conoscere la quantificazione della platea dei beneficiari e degli oneri delle disposizioni di cui al comma 15-bis dell’articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011 (cosiddetto decreto « Salva Italia »):

“15-bis. In via eccezionale, per i lavoratori dipendenti del settore privato le cui pensioni sono liquidate a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive della medesima:

a) i lavoratori che abbiano maturato un’anzianita’ contributiva di almeno 35 anni entro il 31 dicembre 2012 i quali avrebbero maturato, prima dell’entrata in vigore del presente decreto, i requisiti per il trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2012 ai sensi della tabella B allegata alla legge 23 agosto 2004, n. 243, e successive modificazioni, possono conseguire il trattamento della pensione anticipata al compimento di un’eta’ anagrafica non inferiore a 64 anni;

b) le lavoratrici possono conseguire il trattamento di vecchiaia oltre che, se piu’ favorevole, ai sensi del comma 6, lettera a), con un’eta’ anagrafica non inferiore a 64 anni qualora maturino entro il 31 dicembre 2012 un’anzianita’ contributiva di almeno 20 anni e alla medesima data conseguano un’eta’ anagrafica di almeno 60 anni (20).”

Resoconto della Commissione Lavoro del 12 maggio 2016

l’INPS dichiara: il numero di lavoratori interessati, che maturano il requisito anagrafico di 64 anni nel periodo 2013-2017, è stimato in 44.300 unità (35.600 donne e 8.700 uomini)

L’INPS ha, inoltre, precisato che tale stima ricomprende anche i lavoratori nati dopo il 1952 che maturano il requisito della quota 96 con almeno 60 anni di età.

La valutazione è stata effettuata su tutte le posizioni assicurative della Gestione dipendenti pubblici (GDP) al netto dei pensionamenti fino a tutto settembre 2015, stimando le anzianità contributive e il comparto di appartenenza, compreso il comparto scuola.

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A questo punto io vado in tilt e dico ma quanti eravamo realmente e perché continuano a mischiare i dati tra chi ha il numero minimo di contributi necessari (donne con 20 anni) che molto probabilmente vuole continuare a lavorare per non avere una pensione al limite della sopravvivenza, con la quale in una città di medie dimensioni riesci appena a pagare l’affitto.

Perché continuare a inserire anche chi è nato nel 1953 (64 anni nel 2017!), ma anche chi è nato prima, nel 1949 (64 nel 2013??) come affermato dalla stessa relazione dell’INPS? Si riferiscono alle donne che non avevano il contributo minino di 20 anni!!

Dal conteggio sono stati eliminati coloro che in pensione ci sono già andati fino al 2015, altri ci andranno nel 2016!

Perché non riportare i dati per settore senza metterli nello stesso calderone? Quanti sono quelli della scuola exQ96, sui quali il parlamento e il governo prendono impegni mai mantenuti?

Allora si pone il problema, estrapolando i dati ufficiali della Ragioneria Generale dello Stato, da cui risulta che il personale della scuola nel 2013 era complessivamente di 1.027.863 lavoratori a fronte di 3.232.954 di tutto il P.I., ma quanti erano i fregati dalla Fornero?

Nel 2014 i dati sono variati di poco 1.038.606 lavoratori nella scuola (di cui 3314 in comuni, province…, 884.338  stabili, 15o.924 precario), 3.253.067 lavoratori nel P.I..

Se sono 44.300 nel PI ancora quelli in attesa di una soluzione per andare in pensione e una buona parte di quelli fregati nel 2012 è andata in pensione ci avviciniamo quasi a 100 mila rimasti bloccati, dato che una buona parte è andata in pensione dal 2012 al 2015 (per aver raggiunto i requisiti Fornero, con opzione donna, in quanto beneficiari delle salvaguardie per congedo o permessi parentali).

Se questi sono i dati di tutto il PI, quanti erano i lavoratori della scuola  e quanti sono rimasti?

Facendo un confronto, supponendo che i lavoratori siano ripartiti per classi di età e per contributi versati, omogeneamente distribuiti sia nella scuola, sia negli altri settori del PI, calcolando i dati del 2013 risulta che la scuola occupa il 31,79% del personale del P.I..

Con le stesse ipotesi, su 44.300 ancora in servizio e in attesa di essere pensionati, il personale della scuola supera 14 mila!!! (14.844).

A che gioco giochiamo, a chi vogliono prendere per i fondelli!

Arriviamo a calcoli senza senso e senza nessun appoggio statistico, nel 2012 allora nella scuola i Q96 e le donne con un minimo pensionistico di 20 anni di contributi erano 30 mila??

Come mai nelle ipotesi peggiori INPS all’inizio della lotta di Q96 parlava di 9 mila aventi diritto e il MIUR stimava in cura 4 mila interessati ad uscire? La successiva rilevazione del 2013 si avvicinava a quella cifra, perché in questi anni anche INPS aveva assunto questo dato e non lo ha mai smentito?

Quale credibilità possiamo ormai dare a organi dello stato che danno i numeri???

E’ possibile che i dati analitici non siano consegnati al parlamento? E’ possibile che anche i parlamentari si facciano prendere in giro e prendano per oro colato e senza contraddittorio dati a casaccio?

Come mai anche loro per anni hanno discusso inutilmente, presentato emendamenti bocciati dal Governo di turno, prendendo come dato accertato 4 mila nel 2012 e ultimamente elaborando calcoli con meno di 2 mila lavoratori della scuola ancora da mandare in pensione?

Peccato che ad agosto 2014 eravamo un migliaio in piazza, insieme ai precari, per richiedere i nostri diritti!

Senza lotte, nessuno ti regala niente e anzi continuano a sbeffeggiarti!!.

P.S.: per anni ci hanno detto che mandare in pensione 4 mila lavoratori della scuola Q96 nel 2012 avrebbe avuto un costo aggiuntivo per lo stato di circa 420 milioni di €, che avevano intenzione di ammortizzare in 4 anni.

Abbiamo sempre contestato questa cifra affermando che si sarebbe dovuto tenere conto del risparmio che si sarebbe ottenuto assumendo un precario al posto dei lavoratore della scuola con anzianità di almeno 36 anni e abbiamo anche detto che ogni anno in più che lo stesso sarebbe rimasto in servizio avrebbe comportato un aumento medio sul TFS di circa 1.800 € per ogni anno di servizio aggiuntivo e un lieve aumento sulla pensione di circa 1,5% per ogni anno di servizio in più.

Avevamo dimostrato che i costi aggiuntivi con questi calcoli erano nell’ultimo periodo di meno di 30 milioni, ripartiti in 4 anni!

Vediamo che nella tabella 3 del resoconto si tiene conto dei risparmi su queste voci.

Nessuno ci aveva mai dato risposta a queste nostre analisi, sempre inviate alle Commissioni che si occupavano della vicenda, compresa la Commissione Bilancio e ai sottosegretari al Bilancio.

Chiediamo a questo punto, perché rimangono in servizio questi dirigenti, in quanto incompetenti, oppure occorre promuoverli a gradi più elevati perché hanno brillantemente taciuto queste analisi per far risparmiare lo Stato?