Numeri: il cuore dei docenti.

Una scuola per tutti.

 

Ci vorrebbe più coraggio quando si affrontano le questioni scolastiche, poiché mettono in gioco le posizioni di ognuno dal punto di vista ideologico.

In questi anni abbiamo avuto un attacco alla scuola di massa senza precedenti, con la parte progressista in difesa e gli altri in attacco.

Si perde quando si è costretti in difesa, quando occorre rispondere agli attacchi degli altri.

Per anni i termini predominanti sono stati scuola di massa, scuola per tutti, una scuola di base aperta che servisse di trampolino per la scalata sociale.

Anche i loro padri hanno migliorato la loro condizione sociale e questo è stato ottenuto con le loro mobilitazioni.Sembrava che le distanze si fossero accorciate.

Termini come eccellenza e merito hanno iniziato a scavare nel corpo sociale e sono diventati egemoni a livello delle politiche scolastiche.

Si sono abbandonate le scuole a se stesse, spesso senza nemmeno i soldi per gli interventi più urgenti, arrivando al punto che molti istituti dovrebbero essere chiusi causa crolli, senza sicurezza in quanto non ci sono i soldi.

Le scuole si sono trasformate da luoghi di crescita culturale e di educazione alla convivenza in posti soggetti alle regole del mercato.

Il rincorrersi delle scuole ad offrire servizi (patentini vari, spesso inutili) per pochi e presentare ai clienti le loro scuole visitate a frotte dalle famiglie per decidere dove iscrivere il figlio da proteggere e per offrire ai pargoli le migliori opportunità.

Questi trend ha coinvolto sia scuole che famiglie, anche le più progressiste.

Premiare il merito, offrire scuole di eccellenza, elevare il livello dei migliori. 

Ecco la scuola non era per tutti, e quante volte i genitori si lagnano perché il loro figlio studioso viene rallentato dai quelli sfaticati e poco studiosi.

Gli ultimi governi hanno accentuato questa situazione, contemporaneamente spostando soldi alle scuole private, equiparate a quelle pubbliche da un governo di progressisti, che erano alleati dei cattolici, che gestiscono la maggior parte delle scuole private.

Si sono creati poli di eccellenza, per proseguire dopo le scuole superiori, sono iniziate gli spot per la nuova scuola digitale.

Si parla di registri elettronici, di libri elettronici, di computer agli studenti, ma poi vengono rinviati di anno in anno.

Poi si lanciano iniziative rivolte a poche scuole in tutto il paese, una o due per regione, investendo cifre sostanziose.

Questi servono al ministro per finire sui giornali, ma non modificano la realtà della nostra scuola, si creano poche scuole di serie A e abbandonando le altre al loro destino, passano da scuole di serie B a scuola di serie C.

In ballo 200 mila euro per le strutture e in parte per i docenti, a cui sarebbe stato dato in uso un tablet.

Il numero degli studenti elevato non permette di dare in prestito il tablet.

Gli insegnanti hanno un cuore, a sinistra.
Qualcuno ha osservato che altri avrebbero vinto, la risposta è stata non mi riguarda.
Ai giochi truccati non occorre partecipare, qualcuno deve iniziare a non accettare le regole altrui, si diventa complici e la catena non si interrompe.