Ambiente e salute a Siderno

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QUESTA TERRA È LA NOSTRA TERRA!

Vorrei con questa affermazione racchiudere il senso della battaglia che il Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi sta conducendo nel Comune di Siderno a difesa dell’ambiente, della salute e della vita dei residenti, conscio che questa problematica è un problema che coinvolge tutta la Locride e l’intera ragione.

Questa frase è più significativa in un territorio suddiviso in zone,  controllate dai vari clan presenti in ogni provincia,  e che anche in modo scoperto,  “silenziano” le coscienze dei cittadini, ormai assuefatti da tanti anni a dover subire questo clima di sopraffazione.

Sono uno degli aderenti al Comitato e partendo dalle problematiche sidernesi ci siamo sempre di più resi conto che dovremmo chiamarci Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini, in quanto la stessa problematica coinvolge la Locride e la Calabria;per fortuna nella nostra regione ci sono tante altre associazioni che su queste questioni stanno lavorando e quindi non siamo gli unici.

Questo sta a dimostrare malgrado quello che si dice sui Calabresi non sempre è vero, ci sono cittadini e cittadini, ci sono quelli che sono costretti a subire e quelli che lottano per affermare che questa terra è di tutti e  occorre conservarla per noi e per le generazioni future.

Una regione unica per tanti aspetti, di tradizioni secolari e di vestigia antiche distribuite su tutto il territorio, spesso ancora da scoprire e valorizzare, che può essere l’Eldorado che si cercava e che tanti hanno martoriata, ferita e offesa.

Mi riferisco alla scoperta non dei tesori, ma dei veleni presenti nei due mari, nelle colline e anche nei terreni che infestano le acque e rendono quei mari e quelle terre bisognose  di cure e di tanti soldi per la bonifica.

Terre e mari vendute al miglior offerente, le grandi aziende del Nord che con il tacito accordo di chi doveva controllare questi traffici illegali, se non con la complicità, hanno smaltito per tanti anni i veleni prodotti a prezzo scontato.

La Calabria, come la Campania, regione a perdere, utilizzata e poi abbandonata per arricchimenti facili e veloci di chi ha venduto oltre la propria terra, anche la propria anima, casomai la avesse avuta.

Africo, e non è  il solo comune, è l’emblema di questo disastro, si muore e si aspetta che gli altri ti risolvano i tuoi problemi, quando la risposta devi cercartela tu, tra la tua gente, forse anche tra i tuoi parenti che hanno accolto a braccia aperte le schifezze che gli altri dovevano sbolognare a basso prezzo, piuttosto di affidarle alle aziende addette allo smaltimento delle sostanze tossiche.

Si sa che i Calabresi hanno questa qualità di accogliere tutti a braccia aperte e aprire le proprie case a chi arriva, dall’antichità; questa non è accoglienza ma essere mercenari a disposizione dei “padroni” del Nord e non c’è nessuna giustificazione o alibi per potere essere assolti.

Chi ha permesso questo è un figlio degenere di questa terra, non ha diritto di reclamare la sua appartenenza a questa regione.

Appartiene a un altro mondo, quello del malaffare, dei soldi, dell’economia dello scarto, dei rifiuti, della distruzione, dei bisogni indotti dalla pubblicità, senza valori, è il neoliberismo e loro ne fanno parte, e forse più di quanto loro stessi immaginano, sono fondamentali per chiudere il ciclo, dalla progettazione, alla produzione, allo smaltire gli scarti.

RIFIUTI E VELENI A SIDERNO

In questo contesto si inserisce la questione ambientale di Siderno, punto iniziale da cui sono partito e con cui intendo chiudere queste riflessioni, parte essenziale e sul quale come Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi lavoriamo da aprile in modo serrato e continuo.

Partendo dalla problematica SIKA, abbiamo scoperto, grazie alla preoccupazione del Sindaco Fuda, che la ex-BP era un mostro dormiente, una bomba ecologica “nascosta” al pubblico, ma nei soliti armadi della vergogna, come si usa dire.

Ci siamo rapportati in primo luogo con l’Amministrazione Comunale e con il Sindaco Pietro Fuda, in modo particolare, con i cittadini e con tutti i gruppi consiliari, in quanto unico interesse nostro è quello di liberare Siderno dal rischio chimico, non abbiamo altri interessi e vorremmo come stabilito dalla Consiglio Comunale del 10 ottobre venisse al più presto possibile inserito nello Statuto del Comune che Siderno non accetta più nel suo territorio fabbriche chimiche, come ha detto il Sindaco Fuda e come noi diciamo con uno slogan, Siderno Free Chimica.

Questo passo, a noi sembra, il più semplice e per questo chiediamo che venga deliberato entro questo anno.

Dopo il Consiglio  Comunale, né noi, né il Sindaco siamo stati fermi e abbiamo continuato a interloquire e discutere come andare avanti.

Nel frattempo, come richiesto in Consiglio Comunale, la consigliera del PD Maria Teresa Fragomeni si è attivata per chiedere incontro sia con il Presidente della Regione Mario Oliverio, sia con il Dipartimento Ambiente della Regione.
Vi è stato un primo incontro poche settimane fa tra il Sindaco e Oliverio a Reggio Calabria, che si sta attivando per chiedere i soldi a Roma e un piccolo incontro in questi giorni, compresi noi del Comitato a Difesa della Salute, con la disponibilità di Oliverio a trovarci dopo il referendum.
Siamo ancora in attesa della risposta del Dipartimento Ambiente della Regione.
Per quanto riguarda la ex-BP, è stata inviata dal Comune tutta la documentazione agli enti interessati alla vicenda ed in questo senso vogliamo informare su quali sono le questioni fondamentali che dobbiamo affrontare in questi incontri.
Il Comitato per la Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi vuole ribadire che non è indifferibile affrontare il problema della salute dei cittadini a Siderno.
In questi mesi abbiamo lavorato in sintonia con il Sindaco Pietro Fuda e l’Amministrazione coscienti che un corretto rapporto tra la politica e i cittadini sia la base fondamentale per risolvere la grave situazione ambientale del nostro Comune.
Ci riferiamo a tre diverse questioni, tutte ugualmente importanti:

  • lo smaltimento dei rifiuti tossici e la bonifica dell’area ex-BP
  • la presenza della SIKA a ridosso delle case dei residenti di Pantanizzi
  • le morti per leucemia e tumori nella cittadina.

Per quanto riguarda la ex-BP, dopo la scoperta che l’inerzia amministrativa della Regione, ha nascosto per ben dodici anni una “bomba ecologica”, con fusti tossici corrosi e contenenti sostanze cancerogene, teratogene ed esplosive che mette a rischio la salute se non la vita dei residenti e dell’intero Comune, riteniamo improcrastinabile un’azione decisa e immediata che affronti, con la presenza di noi del Comitato, questi punti:

  1. la verifica dello stato dei fusti e la messa immediata in sicurezza
  2. la quantificazione delle sostanze ivi presenti
  3. la classificazione secondo i codici CER
  4. un piano immediato di smaltimento dei fusti messi in sicurezza
  5. informazione ai residenti sui rischi connessi
  6. la messa in sicurezza delle abitazioni e dei residenti prima delle operazioni
  7. operazione di smaltimento
  8. bonifica dell’area ed eventuale recupero da destinare ad attività sociali.

La Sika è stata presente, come AXIM, da anni nella zona senza tutte le relative autorizzazioni, mettendo a rischio la salute dei cittadini non solo di Pantanizzi, in quanto le sostanze utilizzate e le emissioni in aria di sostanze sono altamente tossiche se non cancerogene, come si evince dagli studi scientifici, malgrado che la stessa ditta possa rispettare i limiti imposti dalle norme attuali.
Riteniamo che sia necessaria lo spostamento dell’azienda in luoghi più adatti a fabbriche chimiche, che non possono essere collocate in zona residenziale, a ridosso delle abitazioni e tanto più in una zona che il piano regolatore prevedeva per attività agricole e piccole aziende, che non fossero tossiche.
In mancanza di alternative di altri luoghi riteniamo incompatibile la sua presenza in contrada Limarri e quindi si richiede la cessazione della produzione, che non porta tanta occupazione, ma è anche ostacolo a uno sviluppo di tipo turistico culturale in una zona piena di monumenti storici e artistici oltre che di attività che porterebbero maggiore occupazione.
Non è possibile scambiare pochi posti di lavoro con la salute dei cittadini di un’intera comunità, per cui chiediamo alla Regione di non autorizzare la prosecuzione dell’attività.
Per il comitato non è concepibile che l’azienda dichiari che non è economicamente sostenibile attenersi alle prescrizioni che Servizio Tecnico di Valutazione aveva chiesto.
In questo senso chiediamo che tutte le verifiche per l’eventuale mancanza di rischi dei residenti sia effettuata da organismi pubblici e non delegate a strutture private.
Anche in questo caso vogliamo la presenza di rappresentanti del Comitato, oltre che del Comune, Regione ed Enti preposti.
Ultimo punto da affrontare è ormai un controllo sanitario della popolazione sidernese, che assiste impotente al continuo stillicidio di morti dovute a leucemie e/o tumori, non tutte associabili a problemi ambientali.
Contiamo oramai giornalmente il numero di morti e quindi è urgente che ASP, oltre a rendere noti i dati in suo possesso, si attivi anche fuori Regione per avere un quadro chiaro ed esauriente dei casi che coinvolgono i cittadini calabresi e quelli della Locride e preveda un piano di monitoraggio del nostro Comune.
In questo senso è urgente pubblicizzare i dati inerenti sostanze pericolose nel nostro territorio.
Voglio concludere con un augurio che questa regione e questa zona possano essere liberi di gestire e decidere senza paure la propria vita, perché questa terra ha tante potenzialità, intelligenze, persone che possono e vogliono affermare che questa TERRA può offrire con la sua storia, con i suoi paesaggi, con le sue coste, con i suoi monumenti, un futuro ai suoi abitanti.

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