Anni 70-3

Ambiente - Cultura - Lavoro - Scuola

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Le rivolte nel mondo

Queste riflessioni vogliono parlare di scuola, ma spesso si intrecciano con altri argomenti.

Si parla di studenti, ma anche di giovani, si parla di scuola, ma anche di altra scuola, di lavoro, ma anche di operai.

Nessuno che non abbia vissuto quel periodo, può capire come varie storie e vite si intrecciassero.

Gli studenti di allora erano internazionalisti, volevano condividere con gli operai il loro vissuto, si sentivano “avanguardie” di lotta, volevano cambiare la loro vita e volevano gioire, amare, cantare. Condividevano spazi comuni, marciavano insieme, si scontravano e si dividevano sull’ideologia, avevano certezze e nascondevano le debolezze.

Raccontare tutto questo come un flusso continuo non è semplice, si studiava e si lottava, si discuteva e si andava in piazza; ricordo i primi anni in cui il sabato era dedicato alle manifestazioni, i motivi per cui si lottava erano infiniti: la lotta per la casa per gli immigrati meridionali, le lotte internazionaliste per il Vietnam, per l’Angola, per la Palestina, per il Cile, per la democratizzazione dell’esercito, per il divorzio, per i contratti dei metalmeccanici, chimici, della scuola, per i decreti delegati nella scuola, e poi contro il nucleare e poi il femminismo.

Le lotte internazionaliste

E’ stato uno dei momenti più entusiasmanti di quel periodo e il traino di tutto quel periodo.

Lottare per il Vietnam era la lotta contro l’imperialismo degli Stati Uniti, ma era un movimento che coinvolgeva tutto l’occidente, USA ed Europa.

Nel frattempo il Vietnam era l’esempio di un piccolo paese che riusciva a sconfiggere il gigante americano, diventava il simbolo per la liberazione di tutti i popoli dall’oppressione dei padroni delle fabbriche, la possibilità di vincere e di diventare soggetti della propria storia.

Ho Chi Minh e Giap, comandanti del Vietnam, erano nomi che passavano negli slogan dei cortei, simboli per noi giovani.

Ma il simbolo di quel periodo era il Comandante Che Guevara, argentino che dopo aver liberato, insieme a Fidel Castro e altri dirigenti cubani, la piccola Cuba dal dittatore Batista, resistendo agli americani che volevano riprendersi l’isola, tentò di esportare quel modello in altre parti del mondo, dall’Africa a tutto il Sud America, venendo alla fine trucidato in Bolivia dall’esercito boliviano e dagli americani nel 1967.

Questa canzone dei Nomadi, era un tributo che spesso si cantava nei momenti in cui si cantava insieme.

Una canzone di Francesco Guccini racconta le speranze e le illusioni di quella generazione.

Il mito di Che Guevara supera le generazioni in questa canzone di Daniele Silvestri.

Il Vietnam sconfisse gli americani nel 1975.

Intanto in Cile un tentativo di liberarsi dal controllo e dalla dipendenza dagli USA, fu sconfitto, l’11 settembre 1973, trucidando il Presidente Salvador Allende, fautore di riforme “socialiste”, imponendo una dittatura ventennale dell’esercito, e esportando un modello liberista di privatizzazione dell’economia, che ancora oggi nel 2012 resiste, malgrado i governi siano cambiati.

A Torino,il 18 novembre 1973, 150 mila persone (giovani, studenti, lavoratori) di tutta Italia manifestavano per il ritorno della democrazia in Cile e contro la dittatura.

Questo video unisce il gruppo musicale cileno degli Inti Illimani, costretto ad abbandonare il loro paese per sfuggire alla repressione con l’anelito di solidarietà di altri paesi.

In quegli stessi anni in tutti i paesi del Sud America furono imposte dittature, fedeli agli USA, e furono trucidati migliaia di oppositori politici e rivoluzionari argentini, boliviani,cileni, sotto il coordinamento degli USA.

Una vergogna, per molti aspetti simile in misura ridotta a quella dei nazisti per i metodi usati, varie forme di torture, prigioni, assassinare i genitori e affidare i figli alle famiglie dei torturatori senza figli.

Solo in questi ultimi anni questa vergogna che accomuna quei paesi agli USAm sotto vari governi, sia Democratici che Conservatori USA, sta venendo fuori e i torturatori e i dittatori, non tutti, sono portati a rispondere nei tribunali.

In quegli stessi anni terminava la decolonizzazione dell’Africa, che era iniziata negli anni ’60 del 1900.

Una rivolta degli ufficiali in Portogallo (La rivoluzione dei garofani), il 25 aprile 1974, portava al crollo della dittatura di Salazar e furono liberate le ultime colonie di questi paesi in Africa (Angola, Mozambico, Guinea, Capo Verde e Timor).

Molti giovani andarono in Portogallo per condividere quell’esperienza di rivoluzione, che voleva cambiare non solo il governo, ma anche fare profonde trasformazioni sociali.

Anche questa speranza presto fu travolta e con il tempo le istanze radicali furono sconfitte.

Altre speranze si aprivano in Europa e qualche anno dopo l’ultima dittatura in Europa, la Spagna, terminava con la morte del dittatore Franco.

Nelle manifestazioni di quegli anni le lotte delle “Comisiones Obreras” contro la dittatura fascista e per il potere operaio risuonavano negli slogan dei cortei, ed erano il contraltare delle lotte operaie in Italia.

1974- La giunta dei Colonnelli greci cade dopo anni di proteste. Nella memoria rimane  la rivolta degli studenti del Politecnico di Atene nel novembre 1973, ma dal 1967 manifestazioni si svolgeveno in Grecia e nel mondo contro questa dittatura.

L’Italia era comtemporaneamente rifugio per gli esiliati dal regime e fautori della giunta; questi ultimi ebbero un ruolo di collegamento con le forze fasciste italiane, durante il periodo della cosidetta “Strategia della tensione”, che in Italia servì a bloccare l’avanzata della sinistra in Italia.

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