L’Italia salvata dalle donne e dai giovani

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Rosa LuxemburgI cambiamenti e le rivoluzioni non si programmano, ma occorre avere pazienza e aspettare il momento giusto e coglierlo.

In Italia è finito un lungo ciclo di egemonia di liberismo e di individualismo, cullato e gestito dalla peggior destra che ci si potesse aspettare, fatta di ex e riciclati, guidati da un caudillo di seconda mano, con un ego strepitoso.

Ex fascisti riciclati, socialisti di seconda mano, ex comunisti pentiti, ex democristiani alla ricerca di un padrone, aggregando i peggiori istinti proprietari di un nord di piccole industrie e padroncini in rivincita contro le conquiste dei lavoratori degli anni precedenti, di un ceto di professionisti evasori e dei ricchi che non volevano rinunciare ai loro privilegi.

A questo humus culturale non sono rimasti insensibili anche gli operai e le loro famiglie, impauriti dal rischio di perdere le sicurezze acquisite, sottoposte alla globalizzazione.

Una sinistra minoritaria e senza proposte per 20 anni è rimasta a guardare, spesso complice di quelle scelte, mai messe in discussione veramente, ma solo attenuate e perdendo i propri elettori, abbandonati a loro stessi.

Poi il sogno di arricchitevi tutti ha mostrato il vero volto, da una parte i ricchi e i lacchè, le figure di secondo ordine, contente di avere un ruolo alla corte del re, dall’altra i lavoratori sconfitti, i giovani senza lavoro e senza prospettive, due mondi sempre più distanti, in termini di opportunità e di redditi, qualcuno senza nemmeno un minimo reddito.

I sogni della televisione sono svaniti, le divette a raccontare la favola del grande proprietario si sono dimostrate per quello che erano, prostitute al servizio del piacere del sultano, collocate a posti più o meno importanti, ministre, giornaliste, vallette, sempre in ruolo subalterno, accettato o subito.

E non parliamo di uno stuolo di giornalisti, avvocati, diventati parlamentari per  approvare leggi a difesa dei delitti del sovrano.

Poi un giorno la moglie del capo ha detto che ne aveva le scatole piene di subire, di stare zitta, di farsi coprire di merda dal sovrano impenitente, che la sputtanava senza ritegno circondandosi di giovani prede, spesso con famiglie consenzienti e contente di ricevere i resti del pranzo.

E un giorno tutte le donne italiane alzarono la loro voce, in tutte le piazze d’Italia, dicendo che loro erano donne e persone, che avevano i loro diritti, che non erano le schiave del sesso per i piaceri degli uomini ricchi e di vecchi impotenti.

SE NON ORA QUANDO

E tutto si disvelò in modo più chiaro, la corte dei miracoli si mostrò per quello che era, un circo di nani e ballerine e il loro capo era un grande imbonitore, che si era preso gioco di tutti, anche dei suoi sodali, sapevano che ancora attraeva e riusciva ad ammaliare ancora, ma non abbastanza per poter continuare a raccontare le favole di prima.

Ma il mondo era cambiato e non vi era più la TV a cullare giovani e vecchi, con giochi e favole, manga  e tv del dolore.

Un nuovo mezzo più potente era cresciuto e l’aveva sostituita presso i giovani, la rete.

Non sempre isolati a guardare TV, ma in rete a scambiarsi emozioni e incertezze di vita, speranze e sogni, a comunicare incessantemente ed organizzarsi.

In pochi anni si è costruito un reticolo di relazioni, di rapporti tra cittadini di diverse città e come in anni non molto distanti, il fax dei giovani universitari della Pantera o l’email dei docenti contro il concorsone hanno soppiantato giornali o riviste per comunicare e confrontarsi, scavalcando il vecchio mondo dei media tradizionali (giornale e TV), proni a raccontare i miracoli del regime.

IL NOSTRO TEMPO E’ ADESSO

In pochi mesi mezze figure, sempre presenti su giornali e TV (tuttologhi), hanno visto scomparire le acque in cui nuotavano tranquilli.

E giovani e donne, coordinati da un ex-comico (sempre un maschio!) hanno conquistato il parlamento, mandando in pensione vecchi politici, che per vent’anni non hanno saputo che mettersi d’accordo e scambiarsi i ruoli.

Ieri una donna, che mai aveva fatto parte del vecchio mondo, anzi era in un altro pianeta è diventata Presidente della Camera dei deputati  (la terza in  70 anni di Repubblica) ed è anche giovane perchè non aveva mai fatto parte di un partito politico, malgrado l’età non lo dica.

Il Parlamento è composto da molti giovani e da molte donne.

Il futuro è nelle loro mani, il vecchio mondo sta finendo, occorre un pensiero diverso e la capacità di ripensare diversamente, di mettere da parte vecchi concetti e vecchi modi di pensare e togliere agli uomini che si sentono padreterni e onnipotenti il loro potere, che sia la TV o che sia la rete, altrimenti ci sarà sempre qualcuno a gestire la tua vita.

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