FABBRICHE NOCIVE
Non passa giorno che non si scoprano altri pericoli nel comune di Siderno, ultima la scoperta di una sostanza cancerogena nel piazzale di una fabbrica chimica nella zona di Pantanizzi.
La zona ha avuto la sfortuna di trovarsi nella zona destinata ad artigianato e piccole industrie secondo il piano regolatore degli anni 80.
All’epoca una fabbrica di intermedi farmaceutici, BP, prima collocata a Treviglio, in provincia di Bergamo, viene spostata per le continue proteste dei cittadini, in Calabria.
Un regalo imposto, malgrado le proteste, scioperi, grazie alla connivenza di chi controlla il territorio, intenzionato a svenderlo alle industrie del Nord, che hanno saccheggiato e distrutto mari e monti.
Non mi dilungo nella lunga storia di questa fabbrica e del Comitato Ecologico di Pantanizzi e zone limitrofe, uno dei primi in Italia che nei primi anni 80 ha fatto fuoco e fiamme per bloccare la cosiddetta “fabbrica della puzza”, alla fine una sentenza dei giudici ha fatto riaprire la fabbrica, che nel tempo è stata autorizzata dalla Giunta Regionale della Calabria a smaltire anche materiali di provenienza esterna.
Una fabbrica collocata in una zona, che dall’inizio del 1900 aveva a pochi metri insediamenti di case e persone.
Fortuna vuole che dopo l’ultima esplosione la fabbrica è finita sotto sequestro, affidata un custode giudiziario e i cui titolari sono ancora oggi sotto processo.
Nel 2003 una prima bonifica ha portato allo smaltimento di circa 500 tonnellate di materiale tossico, cancerogeno, teratogeno e nocivo per l’ambiente e la vita. Si trattava solo di una parte delle 1400 tonnellate trovate e abbandonate all’interno della fabbrica o nei terreni circostanti, a fronte di 330 tonnellate, che per legge, potevano trovarsi in situ.
Nel 2016, dopo 13 anni, grazie all’iniziativa del Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi, erede del Comitato Ecologico di Pantanizzi, sono usciti fuori i documenti, “dimenticati” negli armadi della Regione, dalle quali abbiamo scoperto che il previsto piano di smaltimento totale era stato abbandonato, come sono rimasti abbandonati i fusti corrosi e a rischio di inquinamento di tutta la zona circostante con effetti imprevedibili.
In questi giorni su iniziativa nostra e grazie all’interpellanza al ministero della Sanità chiesta dall’on. Fratoianni di SI, qualcosa si sta muovendo, e l’Azienda sanitaria di Reggio Calabria (ASP 5) ha effettuato una visita nell’azienda per verificare lo stato della situazione, confermando i rischi di danni incalcolabili e parlando come ha già scritto il sindaco di Siderno di “bomba ecologica”.
Tra queste due date, un’altra amministrazione di centro-destra ha pensato di permettere a un’altra azienda, prima AXIM, acquisita poi dalla SIKA, multinazionale svizzera di insediare un’altra azienda, produttrice di polimeri acrilici, che emettono in aria sostanze potenzialmente cancerogene, sempre nella stessa zona, sempre a ridosso delle abitazioni.
L’iniziativa del Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi ha comportato che l’azienda, che dopo anni di autorizzazioni provvisorie e parziali, in attesa di autorizzazione integrale ambientale (AIA) definitiva, dovesse sospendere la produzione di una linea potenzialmente rischiosa.
Intenzionata a regolarizzare la propria posizione , la SIKA ha fatto fare carotaggio seguito ai quali si è scoperto che sotto il terreno del piazzale della sede si trova una sostanza che gli addetti SIKA dichiarano non pertinente alla loro produzione.
Si parla di sostanza per lavanderia, cancerogena e così siamo a tre rischi concentrati nella stessa area.
In questi giorni ARPACAL di Reggio Calabria si attiverà per analizzare i pozzi circostanti per valutare i rischi per terreno e popolazione.
Le ipotesi sono tante:le infiltrazioni sono provocate da una vecchia azienda produttrice di detersivi chiusa qualche anno fa nella zona, da scarichi di piccole aziende meccaniche della zona, da materiali abbandonati e sotterrati e mai scoperti?
E per finire nella zona di Siderno si percepisce un aumento di morti per leucemie, quando ancora si è in attesa dei dati ufficiali del Registro dei Tumori della provincia.
Non vorremmo scoprire che sotto i nostri piedi, distribuiti in vari posti, si trovassero sostanze cancerogene!
Il Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi in questi mesi, sempre in contatto con il Sindaco Fuda e l’Amministrazione Comunale, ha proseguito nella sua azione di denuncia e di mobilitazione ed è in attesa dei risultati delle analisi delle acque dei pozzi che effettuerà ARPACAL la prossima settimana, per valutare le iniziative adatte a sbloccare la situazione.
Servizio di Telemia del 9 febbraio 2017
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