POTENZA DELLE ELEZIONI!

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POTENZA DELLE ELEZIONI!

24/05/2014 Lavoro Politica Scuola 0
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IL MINISTRO GIANNINI RISPONDE!!

Non vorrei offendere nessuno, l’offesa serve solo per scaricarsi, ma spesso incancrenisce le situazioni difficili, quindi chiedo scusa a tutte le persone a cui faccio riferimento.

Malgrado quello che si pensa del gruppo Q96Cobas e Quota100+ sappiamo che i nostri interlocutori sono il Governo e i parlamentari delle diverse commissioni.

Non abbiamo niente da nascondere e vogliamo che tutto il nostro impegno sia trasparente e pubblico.

Avevamo scritto a Poletti, Giannini e Padoan prima del 15 maggio, come anche ai vari gruppi parlamentari e componenti delle diverse commisssioni.

Abbiamo avuto contatti con alcuni parlamentari e abbiamo riferito, ma da parte del governo nessuna risposta, un netto diniego da parte del viceministro Morando del MEF, in quanto secondo lui abbiamo il lavoro e non  siamo esodati, ci mancherebbe anche questo.

Continuiamo in tutti i modi a contattare i sottosegretari, ultimo Roberto Reggi, all’Istruzione, a cui abbiamo inviato la comunicazione simile a quella inviata al Ministro Giannini.

Un sabato pomeriggio di lavoro, come dice Rosa Anna,

“è così anche questo sabato pomeriggio è stato dedicato alla causa! Ma ne dedicherei altri 100000000 se fossi sicura del risultato finale!!!!!”.

Ecco la lettera inviata da Rosa Anna, alle 18,34 di oggi, 24 maggio 2014

Oggetto: Richiesta di intervento a favore di Quota 96 (con preghiera di leggerla)

Al Signora Ministro del  Miur  On. Stefania Giannini

via Trastevere ?Roma

Gentile Ministro

Ci rivolgiamo alla Sua attenzione  per farLe un appello affinché ci sia da parte Sua una presa in carico, con maggiore incisività, della soluzione della ben nota vicenda dei circa 4000 docenti e Ata così detti  Quota 96.

Come Lei ben sa  nei confronti di questo personale della scuola è stata perpetrata  un’ingiustizia derivante  da un errore tecnico della Fornero. Subito il personale della scuola coinvolto segnalò allora l’errore, che fu riconosciuto anche dal suo predecessore Ministro Profumo, nonché successivamente dal Ministro Carrozza, e che il leitmotiv  dei Governi che si sono avvicendati è stato la mancanza della copertura finanziaria.

 Ormai da circa 27 mesi i comitati q96 hanno fatto parecchie manifestazioni per sensibilizzare il Governo,  le Commissioni e  il Parlamento tutto, riuscendo intanto a far conoscere a tutte le forze politiche e all’opinione pubblica italiana e non solo, la scelta politica del Governo a non porre come priorità la soluzione degli errori, pur ammettendoli, dell’ultima riforma delle pensioni la così detta Legge Fornero (esodati, macchinisti delle Ferrovie, Quota 96 ecc.).  

Per i Quota 96, dopo il balletto dei numeri tra INPS, RdS e Miur, finalmente con la ricognizione effettuata dal Miur nell’ottobre 2013 che ha certificato la reale platea di 3976 unità, conseguentemente è stata ridefinita la copertura finanziaria che ammonta a circa 430 milioni di euro in 4 anni fino al 2018, secondo calcoli della RdS , come risulta anche  dall’ultima risoluzione  approvata dalle  Commissioni Bilancio e Lavoro e inserita  nell’ultimo DEF dove si fa riferimento alla questione di Q96, “ingiustizia da risolvere insieme all’altra grave ingiustizia degli esodati.”

I tentativi sino ad ora portati avanti da alcuni parlamentari in sede di Commissioni, sono stati sempre bloccati dalla RdS che ha spesso approvato coperture finanziarie, anche di svariati miliardi, per provvedimenti non a carattere di urgenza, viceversa i 430 milioni (che come Lei stessa ha dichiarato trattasi di una cifra facilmente sostenibile), per la correzione dell’errore nei confronti dei Quota 96 del comparto scuola non si è mai preoccupata in maniera concreta, di reperirli e  ha prevalso sulle decisioni del Governo.

Vogliamo sottoporre alla Sua lettura, perché lo riteniamo un documento proveniente da una Personalità di indubbia fama e correttezza, e perché allo stesso tempo, dimostra come, da subito, fu fatta un’analisi dettagliata dell’errore  e della possibile soluzione anche dal punto di vista finanziario che venne immediatamente sottoposta al Governo in occasione della approvazione della Legge di stabilità 2013.

Riportiamo una parte della lettera che nel dicembre 2012  il magistrato Ferdinando Imposimato nella qualità di Presidente onorario aggiunto della Corte Suprema, prendendo a cuore la sorte che subivano i lavoratori della scuola che avevano già acquisito il diritto alla pensione,  inviò al Sottosegretario Polillo del Mef.

Per quanto riguarda  i calcoli,nel documento del Giudice Imposimato erano riferiti ad una platea di 3500, sono stati rimodulati per riferirli alla  platea certificata dal Miur di  4000 lavoratori.

?L’errore che ha comportato conseguenze gravissime per circa 4000 fra docenti e ata consiste nell’omissione dell’art.24 della legge Fornero della ‘norma di salvaguardia: quella che esclude dai pesanti effetti della riforma i lavoratori che vantino requisiti maturati fino al 31 dicembre 2011.

Questa data unica, quindi apparentemente equanime, non ha tenuto purtroppo conto della specificità, lavorativa e pensionistica, del Comparto Scuola, basata, per garantire il buon funzionamento dei processi educativi, non sull’anno solare ma sull’anno scolastico.

I pensionamenti del Comparto Scuola sono infatti tuttora regolati dall’art. 1 del D.P.R. 351/1998, che vincola la cessazione dal servizio «all’inizio dell’anno scolastico o accademico successivo alla data in cui la domanda è stata presentata».

Questo vincolo, penalizzante per i lavoratori (che, maturando i requisiti pensionistici a una certa data, ad es. il 2 gennaio, sono tenuti a rimanere in servizio fino al 31 agosto, conclusione legale dell’anno scolastico), ha come contrappeso una seconda norma, anch’essa tuttora in vigore, l’articolo 59 della Legge 449/1997, che recita: «Per il personale del comparto scuola resta fermo, ai fini dell’accesso al trattamento pensionistico, che la cessazione dal servizio ha effetto dalla data di inizio dell’anno scolastico e accademico, con decorrenza dalla stessa data del relativo trattamento economico nel caso di prevista maturazione del requisito entro il 31 dicembre dell’anno».

In virtù del combinato disposto delle norme di cui sopra, il personale scolastico, che poteva vantare requisiti maturabili al 31 dicembre 2011, era già in pensione, o avrebbe comunque potuto ottenerla indipendentemente dalla ‘norma di salvaguardia’ della ‘Riforma Fornero’. Per avere effetto sui lavoratori della scuola, la ‘norma di salvaguardia’ avrebbe dovuto dunque necessariamente preservare – in applicazione dell’art. 1 del D.P.R. 351/1998 e dell’art. 59 della Legge 449/1997 – il personale che maturava i diritti nel corso dell’anno scolastico 2011/2012, e comunque entro il 31 dicembre 2012.

Omettendo di applicare, come sarebbe stato giusto e costituzionalmente legittimo, le norme speciali vigenti per il comparto scuola, la ‘Riforma Fornero’ ha prodotto una grave ingiustizia e ha costretto il MIUR a un dettato ‘schizofrenico’.  La circolare sui pensionamenti 2012 contempla infatti (come se un anno scolastico non fosse nel frattempo trascorso) la medesima platea di pensionandi già coperta dalla circolare dell’anno precedente: «Si ricorda pertanto che, in virtù di quanto disposto dall’art. 1, comma 6, lettera c), della legge n. 243/2004, come novellato dalla legge n. 247/2007, i requisiti necessari per l’accesso al trattamento di pensione di anzianità sono di 60 anni di età e 36 di contribuzione o 61 anni di età e 35 di contribuzione, purché maturati entro il 31 dicembre 2011 oppure 40 anni, indipendentemente dall’età anagrafica entro il 31 dicembre 2011». È così accaduto che, per la prima e unica volta nella storia dei pensionamenti scolastici, i lavoratori interessati non hanno potuto far valere i requisiti pensionistici maturati nel corso dell’anno scolastico cui sono, per legge, vincolati. A riprova di quanto affermato, la circolare n. 109 – Cessazioni dal servizio dal 01/ 09/2013 – dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia ricorda che «per il personale scolastico è rimasto in vigore l’art. 59 c. 9 della L. 449/97, secondo il quale i requisiti si maturano entro il 31 dicembre dell’anno di pensionamento (quindi entro il 31/12/2013)». Mi conforta sapere che Lei, prof Polillo, ha riconosciuto pubblicamente la fondatezza della doglianza, che tuttavia non ha consentito di sanare il vulnus, che è palesemente di natura costituzionale. Infatti viene violato il principio di cui all’art 3 della Costituzione per cui tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge. Nel 2012 per ben tre volte (in occasione del ‘Milleproroghe’, della ‘Spending Review’ e della discussione alla Camera della ‘Legge di Stabilità’) le iniziative parlamentari che si proponevano di sanarlo sono state bloccate dal veto del governo, che da un lato ha riconosciuto la loro fondatezza ,  ma dall’altro ha opposto la mancanza delle relative risorse finanziarie(Lei stesso ha recentemente dichiarato in Parlamento che riguardano una «giusta questione»).

Tuttavia la mancanza di risorse finanziarie non può giustificare la esclusione dagli effetti della riforma i lavoratori che vantino requisiti maturati fino al 31 dicembre 2011. E penalizza una categoria di lavoratori senza eliminare la sicura illegittimità costituzionale della norma che intacca gli artt. 3 e 97 della Costituzione. Infatti il Governo è soggetto, come organo supremo della Pubblica Amministrazione,  compresa quella scolastica, al principio fondamentale del buon andamento e della imparzialità dell’Amministrazione, anche e soprattutto scolastica, stabilito dall’art 97 della Costituzione repubblicana. La Scuola e i docenti sono il fondamento dello Stato e ad essi sono affidate le speranze di un futuro migliore dei nostri giovani studenti ed essi non possono subire discriminazioni di alcun genere, soprattutto di carattere economico.  Era evidente che il Governo doveva tenere conto della ‘specificità’ della situazione dei lavoratori scolastici, ma non lo ha fatto per un errore che non può risolversi a danno di una categoria benemerita come quella dei lavoratori scolastici, cui tutti dobbiamo il massimo rispetto e la massima gratitudine.

A parte queste insuperabili considerazioni di ordine costituzionale, e solo per amore di verità, sull’argomento dei mezzi finanziari, che, ripeto, non esclude la illegittimità della legge, mi permetto di fare le seguenti osservazioni.

1. La prima riguarda la credibilità dei ‘numeri’ addotti dal governo circa la quantità di personale coinvolto nei provvedimenti. Come risulta dagli atti parlamentari, (il Governo) l’Inps ha dapprima parlato di diecimila unità, poi di seimila, per risalire da ultimo a settemila. Le stime ufficiali del MIUR prefiguravano invece una platea di 3000-3500 lavoratori.

2. La seconda concerne lo stesso calcolo delle risorse occorrenti, secondo quanto è stato documentato dai lavoratori discriminati e dalle loro rappresentanze sindacali. In occasione della discussione della ‘Legge di Stabilità’, calcolando su 7.000 unità, il governo ha previsto «maggiori oneri per circa 56 milioni di euro per l’anno 2013 (per l’operare comunque del regime delle decorrenze), 156 milioni di euro per il 2014, 350 milioni per il 2015 e 135 per il 2016». Questo calcolo è contestabile.

1) Il pensionamento del personale scolastico comporta un beneficio immediato per le casse dello Stato. Infatti esce del personale a fine carriera e viene sostituito da neo-assunti la cui retribuzione è molto inferiore. Le minori uscite vanno a coprire in larga misura i maggiori esborsi dovuti al pagamento delle pensioni del personale anziano che va in quiescenza. I dati quantitativi sono indicati ai punti seguenti.?2) Lo stipendio medio lordo annuo del personale anziano che andrebbe in pensione si può stimare dell’ordine di 35.000 euro. Una insegnante (di un liceo scientifico) delle superiori di Roma, con un’anzianità contributiva di 38 anni, ha una retribuzione lorda annua (CUD 2011) di 34.000 euro. Del personale fanno anche parte insegnanti di scuole di ordine inferiore (medie, elementari e infanzia), e ATA, mediamente con un’anzianità compresa tra 35 e 39 anni (se ne avessero 40 sarebbero potuti andare in pensione con le vecchie regole senza alcun problema). Dunque assumere, per il personale in questione, uno stipendio medio (un po’ superiore) uguale  a quello (dell’insegnante del Liceo di Roma) delle superiori, è una stima conservativa. Considerato che le persone interessate sono 3500, il minore costo di stipendi, per lo Stato, sarebbe pari a 4000×35.000=140 milioni. Il costo per lo Stato è maggiore (oneri fiscali e previdenziali) del costo degli stipendi per un fattore 1,6. Quindi il minore esborso complessivo dello Stato è di 140×1,6= 224 milioni.

?3) Lo stipendio pro capite dei neoassunti che subentrerebbero agli anziani può valutarsi in 22.000 euro (netto di 16.600 corrispondente a circa 1300 euro mensili per 13 mensilità). I maggiori costi per stipendi sarebbero pari a 4000×22.000= 88 milioni. Il maggiore esborso, tenuto conto degli oneri aggiuntivi, è di 88×1,6= 140,8 milioni.(arrotondato a 141 milioni)

?4) Il risparmio netto per lo Stato, su base annua, sarebbe pari a 224 – 141 = 83 milioni.?

5) Il costo delle pensioni del personale anziano può stimarsi pari al 70% del costo degli stipendi. Infatti la pensione netta oscilla fra il 70% e l’80% dello stipendio netto. Passando al lordo, la pensione lorda non comprende gli oneri previdenziali, compresi invece nello stipendio lordo; quindi la pensione lorda corrisponde a una quota percentuale dello stipendio lordo inferiore al rapporto fra pensione e stipendio netti. È dunque realistico assumere che la pensione lorda di un insegnante sia pari al 70% del stipendio lordo (al netto di oneri) percepito quando è in servizio. Ne consegue che i maggiori esborsi per pensioni, su base annua, sono stimabili come 70% di 140 milioni: 0,7×140 = 98 milioni.

?6) La copertura finanziaria di questi 98 milioni si ottiene per 83 milioni dai risparmi di cui al punto 5). Resta da trovare la copertura finanziaria per solo 98-83=15 milioni su base annua.

7) Complessivamente i fabbisogni necessari riguarderebbero la copertura dei 4 mesi del 2013, di una annualità intera (2014) e di 8 mesi del 2015. Si può infatti ritenere che mediamente entro il 2015 gli insegnanti in questione comunque andrebbero in pensione con le nuove norme. Dunque il fabbisogno complessivo è di 3,75 + 15 + 11,25 = 30 milioni. Il fabbisogno medio annuo di 119 milioni fornito dalla Ragioneria dello Stato è dunque privo di ogni realistica valutazione.

NB. Il TFR va escluso dagli oneri cui trovare copertura finanziaria.

Le ‘liquidazioni’ (TFR) non vanno computate tra gli oneri aggiuntivi, in quanto sono un onere che comunque lo Stato dovrà sostenere quando il personale andrà in pensione. L’eventuale provvedimento ne determinerebbe il pagamento anticipato, dal 2015 al 2013, per il quale lo Stato utilizzerà le fonti finanziarie che avrebbe usato nel 2015”.

Il 7 maggio 2014 si è riunito un tavolo tecnico interministeriale formato dal ministro del Lavoro, dal  Mef, INPS,e parti sociali in cui è stato ribadito che la questione Q96 è da affrontare insieme agli altri problemi di altre categorie (esodati, macchinisti,…), ma al momento è stato aggiornato a data da destinarsi.

E’ possibile, in ogni caso, attingere al fondo esodati che ha compreso tante situazioni diverse in questi anni, non comprendendo solo i lavoratori della scuola.

Da una relazione del D.G. dell’INPS Nori, presentata in data 26 marzo alla Commissione Lavoro della Camera, risultano  risparmi accertati, per domande non pervenute, di 1000 milioni solo per il 2013.

Tutti i lavoratori coinvolti e discussi dal tavolo interministeriale  presentano situazioni non rinviabili, ma la specificità dei lavoratori della scuola non permette di rinviare al mese successivo.

Se entro il mese di giugno 2014, tale da permettere all’INPS di controllare le domande pervenute, come previsto dalla risoluzione presentata alla Commissione Bilancio della Camera, non viene emanata una circolare applicativa di una legge approvata riguardante Q96, questi lavoratori dovranno aspettare ancora 1 anno.

Sappiamo che Lei  riconosce la fondatezza delle ragioni di noi Quota 96, pertanto  Le chiediamo di impegnarsi fattivamente per la soluzione del problema in tempi rapidissimi. Soluzione  che non riguarda soltanto i 4000 lavoratori che vedrebbero riconosciuto finalmente il loro meritato  diritto alla pensione, ma riguarda anche 4000 precari storici che vedrebbero l’agognata stabilizzazione, contribuendo ad uno svecchiamento della scuola , ma, aggiungiamo, che tutto il mondo della scuola che ha solidarizzato con i Quota 96, saluterebbe favorevolmente un provvedimento preso da un Ministro dell’Istruzione in difesa dei diritti dei suoi lavoratori. Le chiediamo di sostenere gli emendamenti per la soluzione di Quota 96 che alcuni parlamentari della commissione  cultura presenteranno al decreto scuola n.58, già in esame dal 20/05/2014 per potere essere varato dal Consiglio dei Ministri prossimo, prima della chiusura dell’a.s. in corso per poter andare in pensione dal 1/09/2014. Questa ci sembra la soluzione più rapida. 

Certi di un Suo  interessamento alla vicenda dei Q96, nell’auspicare un prosieguo nell’interlocuzione, La ringraziamo anticipatamente e Le porgiamo cordiali saluti.

Per i docenti e Ata di Q96

Venere Anzaldi,               e-mail:venere.anzaldi@virgilio.it

Francesco Martino,        e-mail: francomartino@libero.it

Rosa Anna Saporetti,     e-mail: rosaanna.saporetti@tin.it

Alle 19:17:20 da Stefania Giannini <stefania.giannini@senato.it>

Oggetto:     Re: Richiesta di intervento a favore di Quota 96 (con preghiera di leggerla)

Ne sono consapevole, gentile professoressa, e questo è comune impegno di governo e parlamento.

Spero di poter dare presto la buona notizia, che dipende solo da stanziamento di risorse.

Buona giornata

Stefania Giannini

Inviato da iPhone.

Cosa dire: prendiamo atto della risposta del Ministro, una risposta così veloce la si da al Presidente del Consiglio, al Presidente della Repubblica, a personaggi più importanti di noi, non speravamo in tanto, però rimane una risposta che non può soddisfare, “dipende solo dallo stanziamento delle risorse” .

Questa risposta è da 28 mesi che ci viene ripetuta e non cambia nulla, sono 3 diversi Governi e tre diversi ministri del MIUR che rinviano alle risorse.

Osiamo a questo punto chiedere al Ministro Giannini, ci basta anche un suo sottosegretario, insieme a qualcuno del Lavoro e delle Finanze, un incontro per farci ascoltare, perchè lei è anche segretario di un partito di Governo e pensiamo che abbia la forza di farsi ascoltare, oppure non ha questo potere e la sua risposta è una classica risposta prima delle elezioni.

Ministro in questi giorni alla camera verrà presentato il D.L. 58 sulla scuola, faccia uno sforzo, inserisca anche la nostra questione!

Ci dia una risposta!


Altre informazioni

Vorrei informare che abbiamo mandato una mail a tutti i componenti la commissione cultura affinchè presentino lunedì un emendamento per quota 96 al decreto scuola n.58 

e Anna Rosa ha inviato questa lettera alla Ghizzoni:

Gentilissima Manuela,

ci tenevo a scriverle due parole per ringraziarla nuovamente per avere accettato la mia richiesta del 14 scorso ad incontrarla e ringrazio anche le sue colleghe Onorevoli Gnecchi e Incerti per la loro presenza; mi scuso ancora per il disguido creatosi poiché, essendo in viaggio, non avevo letto la sua mail in tempo utile per risponderle.

Sono stati dei giorni intensi quelli trascorsi a Roma, incontrando molte persone che ci sono state accanto in questa nostra battaglia e che ci fanno sentire ancora la loro solidarietà.

E’ bello anche stare assieme a colleghi provenienti da ogni parte d’Italia, confrontarsi sugli stati d’animo, ma anche sugli stati di salute…

Purtroppo lei non sa che dopo, nel pomeriggio, abbiamo avuto il “piacere” di incontrare il viceministro Morando nella sezione del PD di Trastevere il quale ci ha fatto capire che, pur riconoscendo l’errore commesso nei nostri confronti, per lui non siamo tra le questioni che il governo dovrebbe sanare!

Le lascio immaginare come siamo usciti da quella sede!

Ho letto che il presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia, ha dichiarato di aver sollecitato insieme a Cesare Damiano, l’adozione del testo unico per permettere ai Quota 96 di andare in pensione a partire dal mese di settembre. Ma ci possiamo ancora credere? Lui è quello della famosa frase “Costi quel che costi i Quota 96 andranno in pensione a settembre 2013”.

In questi giorni di vigilia di elezioni si stanno scatenando tutti, persino la Ministro Giannini!

Abbiamo anche saputo dal sito della Camera che la Commissione Cultura della Camera ha cominciato ad esaminare il DL 58 Scuola martedì 20 maggio e che lei  ha comunicato che il termine ultimo per la presentazione di EMENDAMENTI in Commissione è fissato per LUNEDI’ 26 MAGGIO alle ORE12,00? e inoltre che l’inizio della discussione in Assemblea è fissata per MERCOLEDI’ 28 MAGGIO.

Mi chiedo: non potrebbe essere l’occasione buona per il nostro caso, dopo le dichiarazioni dell’On. Boccia?

In ultimo, ma non ultimo, due precisazioni:

1) la mattina che ci ha ricevuti alla galleria dei presidenti, parlando del nostro caso ha detto che molti obiettano che in realtà noi non saremmo in pensione comunque perché l’ultimo governo Berlusconi, nella persona di Tremonti,  nel luglio 2011 aveva varato il  DECRETO LEGGE 6 luglio 2011 , n. 98 (Disposizioni per il controllo e la riduzione della spesa pubblica, nonche’ in materia di entrate) che rinviava di 12 mesi l’uscita dal lavoro.

 Questo è vero, però è anche vero che tale decreto (e quello a cui fa riferimento, cioè il n 78 del 31/05/2010 nonché circolare n.18 dell’inpdap 8/10/2010)  non modificava la data di acquisizione del diritto alla pensione, ma rimandava l’uscita dal lavoro, recita infatti …….IN MATERIA  DI TRATTAMENTI PENSIONISTICI DI ANZIANITA’  LA C.D. FINESTRA MOBILE SI APPLICA AI SOGGETTI CHE MATURANO I REQUISITI MINIMI PER L’ACCESSO AL PENSIONAMENTO A DECORRERE DAL 2011.

E ancora…………NULLA E’ INNOVATO IN MATERIA DI DECORRENZA DEI TRATTAMENTI PENSIONISTICI DEL PERSONALE DEL COMPARTO SCUOLA NEI CONFRONTI DEL QUALE CONTINUANO A TROVARE APPLICAZIONE, ANCHE PER I TRATTAMENTI PENSIONISTICI DI ANZIANITA’, LE DISPOSIZIONI DI CUI AL GIA’ CITATO ART. 59 DELLA LEGGE 27/12/1997 N° 449.

Saremmo quindi e comunque già in pensione! Ed è da notare la precisione dei decreti suddetti che più volte ribadiscono la specificità del comparto scuola, ma dobbiamo arrivare a rimpiangere il governo Berlusconi???

2) La  C.M. n. 23  del  12 marzo 2012 Oggetto: D.M. n 22 del 12 marzo 2012.- Cessazioni dal  servizio dal 1° settembre 2012. Trattamento di quiescenza – Indicazioni operative, porta la firma  del DIRETTORE GENERALE   f.to Luciano Chiappetta,  troppo esperto per non accorgersi dell’errore, per cui ha fatto ciò che qualcuno gli avrà “suggerito” di fare.

E’ da più di due anni che cerchiamo di capire perché c’è questo accanimento nel non volere risolvere la nostra situazione e che ripercorriamo tutti i passi che l’hanno determinata. La maggior parte di noi siamo insegnanti e portiamo inevitabilmente, la nostra amarezza a scuola, non possiamo subire un’ingiustizia e nello stesso tempo cercare di insegnare ai nostri alunni il valore della legalità e della correttezza.

Lo so che lei è stata a fianco a noi in questo percorso ed è proprio per questo che ho cercato sempre di comunicare con lei in modo schietto contando sulla sua comprensione e sulla sua complicità.

Sono tanti quelli che in questi giorni si sono schierati con noi per la soluzione definitiva e allora?

Fate un atto di forza …..liberatevi di noi e liberateci!

Credo di aver già detto abbastanza, so che non c’è bisogno di aggiungere altro perché sono sicura che  lei  farà tutto il possibile (e speriamo anche l’impossibile!) affinché si arrivi alla soluzione definitiva.

Grazie sempre per il suo impegno e la sua perseveranza, ma anche per  la sua pazienza nel leggere tutti i messaggi che le arrivano da più parti.

E’ stato per me un piacere conoscerla personalmente e spero caldamente che il prossimo incontro sia per i festeggiamenti.

Cordiali saluti, Prof.ssa Rosa Anna Saporetti “

Aspettiamo la risposta dell’on. Ghizzoni.


Mi fa sorridere questa comunicazione carpita dal gruppo chiuso su FB, in cui il sottosegretario D’Onghia promette miracoli …elettorali, ma di più la frase “si è attivata telefonicamente presso “persone altolocate”e non commento.….

Rita Annamaria Niro Ferrucci

Non potevo dirvelo prima perché avevo assunto l’impegno di non parlare, ma devo comunicarvi questo: Giovedì 15 c.m., insieme alla collega Nietta Ricchiuti e al collega Angelo Marano, abbiamo incontrato la sottosegretaria alla P.I. Angela D’Onghia , che era venuta nel mio paese. 

Già in questo incontro ci aveva fortemente rassicurati sulla possibilità di una positiva soluzione al nostro problema. Questa sera, la ho di nuovo incontrata, unitamente ad amici a me e a lei molto vicini, e con molta chiarezza le ho chiesto di poter postare a tutti i colleghi notizie rasserenanti, soprattutto in vista di “questo momento molto delicato”?Le ho presentato copia del post di MARIO STEFANIZZI relativo all’esame del DL 58 Scuola?

La senatrice ha accolto il mio messaggio forte e chiaro, si è attivata telefonicamente presso “persone altolocate” per cui domani stesso il Partito Popolare per l’Italia presenterà un emendamento atto a far inserire Q 96 nel decreto in questione. ?

La senatrice mi ha inoltre autorizzata a comunicarvi l’intenzione del Governo e di tutta La Maggioranza a che la questione Q 96 venga risolta nell’immediato.

Riporto le sue parole dette alla presenza di persone a me amiche e della cui serietà mi fido ciecamente: “ ne va di mezzo la dignità di queste persone”?La senatrice Angela D’Onghia si è impegnata ad inviarmi domani stesso il testo dell’emendamento, che per le ragioni che potete immaginare non potrò girarvi domani che è un sabato particolare, ma che vi girerò immediatamente lunedì mattina ?Alla mia obiezione sulla ammissibilità , mi ha risposto nel caso: faremo un decreto?

Tanto vi dovevo , spero che tutti possiamo dormire più sereni.” (grassetto mio, Francesco)

Teniamoci pronti tra qualche giorno festeggeremo, tra l’impegno della Giannini e quello di D’Onghia non avremo più preoccupazioni!

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