Virus e Sanità
La paura della morte mette a nudo le nostre certezze
Le nostre abitudini e certezze messe a dura prova dal normale avvicendarsi della vita sul nostro pianeta.
Noi onnipotenti dominatori della natura, con le nostre scoperte, ricerche, medicine e strumentazioni d’avanguardia, ci guardiamo impauriti e sconvolti all’apparire di un minuscolo essere che ha una sua vita autonoma, con una capacità di replicarsi nelle cellule del nostro corpo.
In attesa che la diffusione si blocchi e con tempo si torni alle nostre pigrizie, svaghi, amori e passatempi e al lavoro per chi ancora lo ha, alcuni interrogativi rimangono aperti.
Eravamo tutti atterriti dai virus informatici che possono bloccare il funzionamento delle industrie, per non parlare dei sistemi di allarme e controllo delle spaventose macchine di sterminio, che sono le armi nucleari, ma più preoccupati che ci bloccassero i nostri amati smartphone.
Adesso il mondo è messo sottosopra da un piccolo vibrione, che sta diffondendosi su tutto il globo e siamo ancora all’inizio, o meglio dopo aver chiuso un occhio, anche chi negava l’evidenza, Trump o Boris Johnson, deve affrontare l’emergenza.
Forse occorre preoccuparsi di questi ignoranti che governano il mondo.
Tutti abbiamo usufruito della globalizzazione, arma potente, per riportare all’ordine chi voleva ribaltare i poteri e i padroni della terra.
Prezzi bassi, lavoratori messi alle strette, “schiavi” guidati da una applicazione, costretti a turni faticosi e precari.
Il neoliberismo come fine delle contraddizioni tra impresa e lavoro ha aumentato le differenze sociali, adesso sembra che tutti siamo sulla stessa barca, grazie a questo mostriciattolo che sembra essersi evoluto da precedenti vibrioni.
Qualche differenza è rimasta, chi ha potuto, grazie ai soldi, ha cercato posti non infettati, spesso fuggendo con aerei privati, pagati a caro prezzo, di sicuro in luoghi isolati e distanti dalla nuova peste, ma ormai il coronavirus si estende in tutto il globo.
Al momento in Italia, al secondo posto dopo la Cina, come numero di malati, sembra che l’infezione abbia avuto, effetti mortali su moltissime persone con altre patologie e in pochi casi su quelli con nessuna.
Questo dovrebbe farci riflettere, migliori condizioni di salute forse avrebbero attenuato gli effetti letali.
Peccato che il neoliberismo, pensiero unico dominante, voleva spingere alle privatizzazioni selvagge in tutti i settori, dalla sanità, alle pensioni, alla scuola.
La sanità italiana, alla quale tutti possiamo accedere senza distinzione di reddito o censo, sta affrontando una prova impossibile, ma dimostra che è l’unica che può salvare tutti.
La sanità privata non è adatta a rispondere alle epidemie, gestisce settori di eccellenza, ma non può competere con quella pubblica per queste emergenze.
L’organizzazione mondiale della sanità (OMS o WHO) ha dati che dimostrano che anche i cambiamenti climatici, oltre gli effetti sui territori come la desertificazione, l’aumento degli oceani, comporta anche migrazione dei vettori, come le zanzare altre speci, di queste epidemie che si spostano in zone climatiche più adatte al loro riprodursi.
Forse le migrazioni umane e degli animali fanno parte della vita sulla terra, dobbiamo prenderne atto.
Assistiamo a un diverso modo di reagire dei diversi stati, chi cerca di affrontare insieme i problemi, passando informazioni e inviando materiali sanitari, e chi chiude i confini, pensando che questo non li tocchi, arrivando a chi cerca di accaparrarsi il maggior numero di mascherine o respiratori, fino al punto di volersi comprare i brevetti dei vaccini contro il coronavirus.
Ecco in questo mondo impaurito, forse questo vibrione unirà buona parte dell’umanità ad affrontare insieme le stese problematiche, sociali, ambientali e epidemiche.
Una buona occasione per eliminare le armi nucleari, biologiche, e spendere i fondi per la salute, le emergenze climatiche, le povertà, il lavoro, per un mondo di pace e giustizia, fraternità e uguaglianza.
Francesco Martino
Pubblicato su Riviera del 29 marzo 2020
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