Uomo contro natura

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Uomo contro natura

24/09/2023 Lavoro 0
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Più palle, meno pale!

Le accezioni delle parole portano spesso a un viaggio tra onirico, passato e presente e anche a scurrilità.

Esercizi mentali che liberano l’intelligenza.

Cominciamo dai ricordi giovanili: “Passa la palla” mi fa tornare ai miei anni giovanili, il calcio, le partite sui campi abbandonati nelle campagne, d’inverno, le tante partite infinite sulla spiaggia, d’estate, il sudore, la gioia e il bagno ristoratore.

“Palle” nel senso di  “balle”, nel linguaggio comune e quando cercano di raccontarti frottole, di convincerti con assurdità, vogliono imbrogliarti.

Il gioco della palla avvelenata, che ha divertito e continua a divertire bambini e giovani, anche questa gioia e anche stizza quando si viene colpiti.

Cambiamo tono “Un uomo con le palle” quante volte lo abbiamo sentito, contrapposto a debole, insicuro.

Non mi piace perchè la virilità spesso diventa violenza contro gli altri, in particolare rivolta verso le donne.

Spesso è sintomo di impotenza o di insicurezza, ma non assolve chi la usa.

Palle nel senso di testicoli (o gonadi maschili) rappresentano le ghiandole sessuali maschili, senza le quali la vita non si riprodurrebbe.

E tornando all’attualità, la morte prodotta dalla palle di cannone, che straziano vite e territori da millenni.

Pala d’altare dobbiamo associarla alle opere artistiche nelle chiese, che attraversano secoli di storia e tradizione.

Il ricordo più noto è la storia di Don Chisciotte di Miguel De Cervantes e la sua battaglia contro i mulini al vento, che possono far girare le ruote dei macchinari.

Ma ci ricordano anche le girandole sui tetti, ricordi poetici, che possono trasformarsi in disastri o spregio dell’ambiente se invadono montagne, parchi o ambienti che la natura ci offre.

Il vento mi porta ai miei anni giovanili, alle lotte, alla musica di Bob Dylan “Blowin’ In The Wind” (sta soffiando nel vento), alle marce contro la guerra di allora, ma anche di adesso.

Dopo i voli pindarici, dobbiamo atterrare sulla terra, sulle nostre montagne, dove si pensa di installare pale eoliche per produrre energia elettrica.

Tutta la Calabria sta diventando, con la politica assente o complice, un cimitero di pale, proprio così invece delle croci per i morti, qui vedremo delle pale rotanti, che invaderanno le nostre bellezze ambientali, artistiche o archeologiche, nessun luogo si salverà.

Nella Locride, Agnana Calabra e Antonimina sono i primi avamposti di queste scelte assurde, errate e disastrose.

E allora noi dobbiamo essere come don Chisciotte, combattere contro  i nuovi mulini al vento, e pensare alla vita.

Pale al vento o “palle” generatrici di vita, dobbiamo ripopolare le nostre terre, i nostri luoghi che si stanno spopolando ogni anno di più, abbandonati per mancanza di prospettive, anche quelli che, sottoterra, nascondono immense ricchezze archeologiche, che ci aspettano per essere riportati alla luce.

Archeologia e accoglienza, non abbiamo bisogno di pale in un deserto, ma riscoprire il nostro passato e gli immensi tesori nascosti e il nostro presente, come ci ha insegnato, Mimmo Lucano e la sua esperienza di Riace.

Ripopolare i borghi è possibile, la Calabria è stata sempre un posto di approdo, e se diventa accogliente, anche i giovani calabresi potranno rimanere e farsi una vita, in questa terra martoriata da scelte energetiche errate.

Pensare che la Calabria debba diventare un hub energetico, con gas o pale eoliche, contrasta con l’esigenza di sfruttare luoghi e foreste, dove rinfrescarsi con l’alito di vento che ti scompiglia i capelli.

Non occorre distruggere territori semi-abbandonati con immense  distese di pale eoliche o campi coperti di celle fotovoltaiche.

Concentrare grandi strutture energetiche di qualsiasi tipo, significa creare guai, come hanno insegnato in tutti questi anni Seveso, Sicilia con le sue industrie di petrolio, Taranto e l’acciaieria, gli impianti di trattamento rifiuti, la Pertusola a Crotone.

Anche il solare deve essere distribuito nelle singole case, sui tetti, perchè dovremmo pagare quello che è nostro, che ci arriva sopra la testa? 

Perchè invadere il territorio con opere dannose?

Meno balle, non raccontateci che servono al nostro territorio, lo sapete e siete sudditi! Meno pale e più “palle”, più energia per contrastare un destino che non è ineluttabile.

Per concludere: Rompiamo le pa(l)le!

1Video

  1. Video del 2012 a Creta (Grecia) ↩︎

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