NON RINUNCIARE AI NOSTRI DIRITTI!

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NON RINUNCIARE AI NOSTRI DIRITTI!

14/04/2014 Lavoro 0
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IL NOSTRO TEMPO E’ ADESSO !

 

 

Il tempo è galantuomo e anche noi non siamo risparmiati, malgrado la voglia di combattere per i diritti calpestati è forte.

Ma guardandoti intorno, spesso ci si chiede se vale o valeva la pena.

Le energie spese sono di una grandezza molto più grande dei risultati che si possono ottenere.

Ma sono due grandezze non comparabili, in quanto da una parte c’è l’ingiustizia patita e dall’altra le fatiche dell’impegno fisico e intellettuale, che devi metterci per lottare.

In questi tre anni scolastici mi sono avvicinato con curiosità alle iniziative dei Quota96, con scetticismo e stando alla finestra, sperando che gli altri risolvessero la situazione.

Avevamo deciso con l’avvocato dei Cobas di Torino di aspettare l’evolversi della situazione o meglio la risposta della Corte Costituzionale.

Era inutile fare causa se il massimo organo doveva esprimersi.

Quando scopri che 2 mila lavoratori si affidano a un avvocato e a un sindacato, delegando completamente il loro futuro, ti chiedi in che mondo vivi.

Come mai persone laureate continuino a pensare che la risoluzione dei propri problemi possa passare per le aule giudiziarie, arricchendo un avvocato e un sindacato, che poi li hanno scaricate.

Ero convinto a 20 anni, prima non avevo questa capacità di discernere bene, che la “Giustizia fosse di classe”, in termini molto più semplici, che era fatta dai potenti per difendere i loro interessi e punire i poveracci che finivano nel suo ingranaggio.

Malgrado cambiamenti notevoli ottenuti nel periodo 1970-1980, la giustizia assolve i suoi compiti, si puniscono i ladri di polli, si assolvono i delinquenti patentati, si inventano leggi “ad personam” e si fanno leggi con pene irrisorie per colletti bianchi, potenti e grandi malfattori, per cui un industriale che mette sulla strada centinaia di operai, portando all’estero il lavoro, non viene punito e l’operaio, che cerca di difendere quel posto, se prova a bloccare il trasferimento, impedendo il passaggio dei macchinari, rischia o qualche manganellata, oppure una denuncia per blocco.

Non parliamo delle banche e dei banchieri, che hanno distrutto migliaia di famiglie, che a loro si sono affidati, usciti con buonuscite milionarie.

Chi sia il delinquente tra questo banchiere e colui che spesso si arrancia, ognuno la può pensare come gli pare.

Non parliamo della collusione tra poteri forti e mafiosi e qui finisco con gli esempi per non cadere in depressione.

Ho sempre in questi 3 anni ascoltato di tante storie di persone entrate in depressione perchè all’improvviso con una rapina di stato, una legge truffalfina e vergognosa, al limite della costituzionalità, li hanno incatenati al lavoro anche per 7 anni.

Corte Costituzionale, ma si può non esprimersi come un Ponzio Pilato, quando è in gioco la vita di migliaia di persone, chiedendo a un avvocato cosa intendeva ottenere con il ricorso?

Ormai in Italia nessuno si assume le proprie responsabilità, pensate se era in gioco un grande industriale se si aspettavano due anni per non decidere niente.

E’ vero, in che mondo viviamo, la giustizia è fatta per ricchi, che possono tranquillamente pagarsi avvocati famosi, penalisti di grido e qualche volta capaci di trovare il giudice corrotto.

In Italia l’anno scolastico finisce il 31 agosto e i lavoratori della scuola vanno in pensione dal 1° settembre.

Mi sa il caso che i giudici non lo sanno, chiusi nei loro tribunali sempre in affanno con migliaia di pratiche arretrate, e pensano che noi lavoratori della scuola in estate siamo spaparanzati in ville lussuose, in viaggi su navi crociera fantastiche e quindi possiamo aspettare che forse il governo risolva la grana, che il parlamento ha creato e che ha sbolognato ai giudici indaffarati.

Un parlamento che non sappia approvare, in 3 anni, una norma da loro discussa, approvata e riconosciuta impellente, mentre accetta quasiasi spesa inutile, che si tratti di soddisfare il politico di turno, le esigenze degli speculatori e le mire dei grandi gruppi militari-finanziari, è contro chi lo ha eletto, che chiede giustizia e lavoro.

Giustizia (esiste ancora?) per diritti sacrosanti, lavoro per chi non può invecchiare in attesa di una sistemazione.

Tu ti stanchi ad ascoltare le storie e le difficoltà degli altri, di farsi prendere per i fondelli da un parlamento che rinvia di anno in anno una banale decisione, lasciandosi irretire da un funzionario di stato, che può decidere che se si aumentano le accise per finanziare un’opera inutile, la copertura esiste, salvo poi scoprire che le entrate sono minori di quelle previste, mentre se la stessa accisa viene proposta per i 4 mila “incatenati al lavoro” da una norma vergognosa, queste entrate non sono sicure.

Se poi qualcuno scopre che si può anche trovare un altro capitolo di spesa, altre volte saccheggiato per esigenze improvvise, no per i 4 mila questo non si può.

E i 4 mila che fanno, chiacchierano, discutono, si dividono, si incazzano tra di loro.

Ognuno è più bravo degli altri a proporre iniziative più efficaci, ma in attesa che gli altri se ne rendano conto, aspetta a lanciarle.

Altri hanno trovato il giusto grimaldello, il parlamentare di turno, quello che si conosce, quello di cui si è certi, che sono con noi, quello che porterà fino in fondo le nostre esigenze.

Abbiamo incontrato tanti parlamentari in questi anni, che si sono spesi a turno, a portare avanti la risoluzione della questione di Q96.

In buonafede, in malafede, per spirito di giustizia, perchè si sentono colpevoli di questa porcheria che anche loro hanno approvato.

Adesso è arrivato il nostro turno, non si può delegare ai soli parlamentari una questione eminementemente politica.

Non esistono norme che impediscono al parlamento e al governo di destinare 417 milioni a Quota96, basta prendere un 10 millesimo,  per 4 anni, dalle tante coperture e  il problema si risolve.

Non si delega a nessuno il nostro diritto, ecco perchè sono sceso in piazza, a mischiarmi con le difficoltà di chi non trova sponde, di chi si è fidato ciecamente di tanti imbroglioni, di chi ha paura di schierarsi e di gridare il proprio diritto.

Vorrei che anche gli altri uscissero dalle loro paure, che scendessero in piazza con me, che ci trovassimo uniti a cercare di sconfiggere questo sordo potere, succube di ricchi e potenti, di lobby e di finanzieri.

Chi deve stare ancora molti anni nella scuola, cosa ha da perdere? Perchè continua ancora nelle attese, aspettando che gli altri gli tolgano le castagne dal fuoco?

Accettare che gli altri decidano della tua vita, non è accettare di morire dentro?

Altri 5 anni a scuola oppure rompere queste catene che ci vogliono imprigionare a un lavoro, che per noi è diventato una condanna?

Tra non molto siamo a maggio e arriva la fine di un altro anno scolastico, aspetterete il 1° settembre, oppure senza deleghe a nessuno e con la forza della ragione lottiamo per i nostri diritti.

In questi giorni ho incontrato persone meravigliose, ho sentito tante altre piene di speranze, tanti altri sfiduciati e tanti che non sanno cosa fare.

Ai compagni di lotta, agli altri che ancora aspettano, il nostro tempo non è infinito, la nostra pazienza è colma, ci vuole uno scatto di orgoglio perchè il nostro tempo dell’attesa è scaduto, il nostro diritto alla pensione è ADESSO, ORA E SUBITO, 1° SETTEMBRE 2014.

In piazza scendiamo oppure in silenzio restiamo!

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