Siderno lotta
Un movimento a Siderno, per una Sanità sul territorio.
Francesco: Sasà, io quando tu hai inserito l’invito su Facebook, di partecipare al presidio per la Casa della salute, onestamente, all’inizio, ero rimasto perplesso, in quanto mi sembrava una iniziativa isolata.
Sasà: La mia idea, era quella di segnalare il problema, capire, se, altri, sentivano questa stessa indignazione, non nascondo il dubbio, che mi ritrovassi là da solo.
Però, poi, già il fatto di esserci ritrovati, in un primo momento, una ventina di persone, dimostrava che, comunque, c’era l’esigenza di reagire a questa situazione di sanità disastrata della nostra zona.
La mia idea, non era quella di fare un’iniziativa finalizzata a qualche mobilitazione di massa, avevo intenzione di segnalare, che c’era una struttura, che poteva erogare servizi, invece di aprire ospedali di campo.
Francesco: Io, quando sono arrivato, ho visto, che c’erano i soliti nostri amici, molti conoscenti, però malgrado un po’ di disillusione, se ti ricordi, ti detto, “ perché non proviamo altre domeniche”.
All’inizio, se ricordi ti avevo proposto di ritrovarci ogni 15 giorni, poi ho detto, proviamo ogni settimana, così possiamo anche uscire da casa, senza problemi, causa restrizioni per il virus.
Sasà: Iniziativa, che poi si è sviluppata in maniera utile, diciamo in compartecipazione con tutti gli altri cittadini. Abbiamo avuto, anche, picchi importanti di partecipazione.
Quando abbiamo visto arrivare il vescovo Oliva, la commissaria straordinaria del Comune, Stefania Caracciolo, a testimoniare la solidarietà, ci ha dato forza.
Aver trovato, diciamo, anche, nelle forze dell’ordine una sponda di solidarietà, è perché tutti abbiamo sentito, che fosse una battaglia di civiltà.
Francesco: io penso che la cosa più positiva, è che, tutti insieme alla persone venute, abbiamo contribuito, di nuovo, a far crescere una partecipazione attiva.
Non parliamo, poi, delle varie iniziative che sono state trasmesse in televisione, siamo stati presenti su Raitre, sulle reti e giornali locali e regionali, è venuta anche un giornalista olandese.
La nostra lotta, non è rimasta chiusa nell’ambito locale, abbiamo diffuso l’idea che la gente deve protestare, per assurdo, per ottenere qualcosa.
Sasà: È la spontaneità di questa iniziativa, seguita con molta attenzione dalla stampa e sotto i riflettori della TV, ha aiutato anche noi, per metterci in contatto con altre realtà di lotta, che, ci sono sul territorio regionale.
Ci ha fatto comprendere, che la situazione era molto più grave di come sembrava, perché noi pensavamo che c’era, solo a Siderno, una situazione di un ospedale chiuso, in realtà gli ospedali chiusi in Calabria sono 18.
Mentre noi stavamo, insieme ad altri, ai presidi, c’è chi aveva il compito di dare delle risposte, invece procedeva, ancora, con altre chiusure di consultori, ambulatori, reparti di ospedale, nonostante, che, abbiamo scoperto, che c’era una montagna di denaro, a disposizione della sanità non speso.
Il fatto di essere riusciti a sbloccare la situazione di Siderno, rappresenta un punto di partenza, in una situazione drammatica, quale è quella della sanità della Locride e della Calabria tutta.
Francesco: quello che dici tu è vero, ci siamo coordinati con tante realtà calabresi e Comunità Competente,.
Adesso, vogliamo chiaramente andare oltre le nostre intenzioni di partenza.
Vogliamo a partire da questa iniziativa da Siderno, coinvolgere tutte le realtà in movimento, perché, abbiamo una proposta sulle strutture che mancano sul territorio locale e regionale.
Sasà : si tratta di entrare nel merito dei contenuti, che riguardano la Casa della Salute.
Il contenitore ora dovrebbe essere, messo nelle condizioni di poter funzionare, vogliamo capire quali strutture verranno attivate.
Adesso stiamo aprendo un confronto con i responsabili dell’ASP e il commissario di governo Longo.
Poi, dobbiamo mettere sul tavolo, anche, la questione dell’ospedale di Locri, perché la Casa della Salute, è propedeutica alla funzionalità dell’ospedale.
Come si intende utilizzarli, noi dobbiamo avere una sanità, che sia in grado di rispondere a tutti i bisogni del territorio.
Per questo, oltre la Casa della Salute, che, è una specie di struttura preliminare, rispetto all’ospedalizzazione, deve essere affiancato un ospedale, che sia in grado di offrire servizi specialistici.
I malati del nostro territorio migrano, in questo momento, per ottenere risposte sanitarie.
Noi vogliamo, che la Locride sia attrezzata per evitare questo, oppure debba rivolgersi ai privati, che, in questo momento, sono quelli che ci stanno guadagnando in questa destrutturazione della sanità pubblica.
Francesco: A Siderno siamo riusciti a coinvolgere tutti i movimenti o partiti presenti o che si volevano presentare alle elezioni e quindi siamo un movimento unitario, che, sta lottando per il bene comune, la Sanità, che è fondamentale nelle nostra realtà disastrata in tutti i settori.
Sasà: io penso, che quello che abbiamo fatto a Siderno, vada inquadrato in un piano più ampio, anche perché a Siderno, sono arrivati, come testimonianza, tanti soggetti dei territori vicini.
Dobbiamo cercare di far diventare questo movimento, che lotti non solo per la Casa della Salute di Siderno, ma per tutta la Locride, per un servizio sanitario del comprensorio, per riutilizzare tutte strutture del territorio.
Poi, intensificare i rapporti, con le altre realtà di lotta che ci sono nella Piana, nel catanzarese, nel cosentino.
In giro per la Calabria, ci sono tante situazioni in agitazione, devono diventare una rete comune, per riuscire, in qualche modo, a cambiare la storia sanitaria calabrese, che è vergognosa, perché i fondi ci sono, e devono essere solamente spesi.
Se tutto questo si realizzasse, i cittadini calabresi non avrebbero l’esigenza di emigrare al Nord o curarsi dai privati.
Dialogo tra Sasà Albanese e Francesco Martino sulla lotta per l’apertura della Casa della Salute, iniziata il 22 novembre e ancora in atto, pubblicato su Riviera del 18 aprile 2021.
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