Anche i giovani resistono
La lotta al liberismo
Io faccio parte di quella generazione che è cresciuta nel mito della rivoluzione, dell’impegno e della partecipazione.
Una generazione silenziata, dimenticata e malvista, perché di quel periodo il potere è riuscito a convincere le generazioni successive che ribellarsi al potere sconfina nel terrorismo.
Giovani anche ingenui e sognatori, ma che avevano capito che il mondo deve essere di tutti e quindi internazionalisti, schierati dalla parte degli oppressi (contro gli USA e a favore dei Vietcong e gli altri popoli oppressi dell’Africa e dell’Asia).
Giovani che sapevano che la scuola è un luogo libero e di formazione, diverso da quello della generazioni precedenti nel quale la famiglia e la chiesa, oltre che l’esercito per gli uomini rappresentavano il passaggio alla maturità.
Tutte istituzioni che dovevano essere combattute e messe in discussione.
Altri periodi e altre generazioni, ma pur tuttavia in tutti questi anni la scuola è stato, con fasi alterne, un luogo di scontro e di formazione politica per almeno una parte dei giovani in Italia.
Ma lo ha capito anche il potere ed è per questo che si tende a ridurre l’accesso alla scuola pubblica, con aumento di tasse di iscrizione e riduzione degli investimenti pubblici.
Ecco perché quando qualcuno lotta e manifesta contro questo sistema che vuole ridurre la scuola e a farlo diventare un servizio come un altro, merce come un’altra, occorre essere a fianco di questi giovani e condividere le loro battaglie.
Queste sono immagini della manifestazione a Roma della Giornata internazionale degli studenti del 17 novembre 2015, con immagini di Francesco Vertillo
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