Lotta operaia a Siderno

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Lotta operaia a Siderno

02/02/2020 Lavoro 0
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Emergenza salario

La modernità, fatta di tante illusioni, con i suoi gadget elettronici e i social, che ci permettono di collegarsi con il mondo intero, condividendo emozioni, speranze e anche delusioni, spesso ci fa dimenticare la vita reale.

Non bastassero i rifiuti abbandonati lungo le strade dei paesi, buttati lungo i torrenti e nei posti nascosti, causati dal malfunzionamento dell’impianto di Reggio, dobbiamo assistere impotenti anche al dramma degli operai di Locride Ambiente, lasciati soli davanti al deposito dei camion per ottenere un diritto sancito dalla contrattazione aziendale.

In questo periodo sembra che avere un salario, come si diceva una volta, adesso detto stipendio, per nascondere la fatica del lavoro operaio, che è sempre duro e irto di difficoltà, occorre mettersi davanti ai cancelli per bloccare l’uscita dei mezzi per raccogliere l’immondizia delle nostre case.

Ecco il contrasto, noi preoccupati che le nostre residenze non possano togliersi il marciume che la società dei consumi e degli scarti accumula quotidianamente, loro disperati perché da mesi sono senza il salario, merce rara in questa terra senza lavoro per tutti.

Mi diceva un lavoratore, essere assunti da Locride Ambiente, era la sicurezza di un posto sicuro, avere un reddito che almeno, da queste parti, non ti obbligasse ad emigrare, o accettate lavori in nero, oppure lavorare con un contratto regolare, ma poi ricevere uno stipendio ridotto.

Altri raccontano che se, adesso, vai a chiedere un prestito in banca con la busta paga di Locride Ambiente, per superare le difficoltà, nemmeno ti rispondono più.

Locride Ambiente è una realtà che è cresciuta nel tempo, attualmente serve 15 comuni, sia sulla zona ionica che tirrenica, quindi si presume che possa pagare regolarmente il meritato salario ai suoi operai.

Questi hanno due contratti diversi, per essere più chiari, non sono pagati con la stessa paga oraria per lo stesso lavoro, perché alcuni sono assunti con un’agenzia di lavoro di San Luca, i lavoratori “interinali”, assunti a tempo determinato, che quando non servono, finito il periodo, possono non essere richiamati.

La crisi che attraversa i comuni spesso in dissesto, ha come conseguenza che molti non versano all’azienda regolarmente quanto previsto dall’accordo, spesso con molti mesi di ritardo. 

Questo si ripercuote sulla vita quotidiana di chi, anche di notte, viene nelle nostre case a raccogliere i rifiuti e avere le nostre case linde.

Per molti di questi lavoratori il ritardo del dovuto non è di un mese, si arriva anche 4 mesi, per altri un po’ di meno. 

Il problema riguarda molti comuni che utilizzano il servizio di Locride Ambiente.

Per questi lavoratori significa non avere i soldi per la spesa quotidiana, per le maledette bollette che non accettano ritardi, per scadenze di mutui che non sentono ragioni con il rischio di perdere la casa, acquistata spesso con enormi sacrifici, figli iscritti all’università che non possono pagare affitto e vitto e vanno su e giù per dare gli esami.

Ha comportato, malgrado le promesse di Locride Ambiente, di pagare prima di Natale gli arretrati, in varie rate, ridotte infine a una sola, accumulo di ritardi ulteriori, come già detto fino a 4 mesi per chi lavora in alcuni comuni.

L’altro giorno in un incontro in prefettura per discutere dello sciopero previsto per venerdì 31 gennaio, presenti pochissimi sindaci, uno di questi ha detto che lui manderà la forza pubblica per togliere il blocco, anche se lui è solidale con loro, ma deve garantire i cittadini del suo comune dalla pulizia.

Non è l’unica perla, sabato 25 ero presente davanti al deposito, ed ho asslstito, ad una discussione assurda, tra il rappresentate aziendale, avvocato Gianni Gerace e i lavoratori e loro famigliari giustamente arrabbiati per il ritardo, ormai cronico.

La promessa di pagare, lunedì 27 gennaio, due rate e poi la terza, a condizione che lasciassero liberi i cancelli, per non creare problemi all’azienda, in crisi per i crediti, vantati con i Comuni e paventando il rischio di dissesto.

I fondi per il pagamento erano disponibili in quanto il Comune di Siderno aveva versato quanto dovuto e il Sindaco di Monasterace, al telefono con un operaio, avrebbe versato lunedì 27.

Dall’altro i lavoratori, esasperati dalle promesse non mantenute, arrabbiati anche con gli altri lavoratori che non partecipano all’iniziativa.

Di fronte al rifiuto della proposta aziendale, la discussione è terminata, senza nulla di fatto.

I lavoratori continuano a ritrovarsi davanti ai cancelli, in autotela, come prevede l’art. 1460 del Codice civile, che disciplina “l’eccezione di inadempimento”, giustificata dalla giurisprudenza se la reazione di chi ferma la propria prestazione sia proporzionata e in buona fede rispetto alla gravità dell’inadempimento della controparte e alla natura e finalità del contratto. Diversamente il lavoratore che ferma la prestazione può essere sanzionato disciplinarmente, anche col licenziamento.Certamente il protratto mancato pagamento delle retribuzioni (tipicamente, almeno due mensilità) può giustificare una eccezione di inadempimento.

Alcune amare conclusioni, i residenti di Siderno, con qualche mugugno, assistono in silenzio a questa lotta di resistenza, anche solidarizzando sul social, ma non si attivano per smuovere le acque, costringendo chi di dovere a prendere in mano la situazione, e mettendo allo stesso tavolo, lavoratori, azienda e comuni, questi per la maggior parte assenti, per risolvere la situazione.

Non si capisce, perché di fronte a questa emergenza salariale, i sindacati, cosiddetti “maggiormente  rappresentativi”, lasciano allo Slai-Cobas, presente con il segretario  Nazareno Piperno e che li rappresenta benissimo, di gestire questa problematica?

Ma i loro tesserati non devono ricevere gli arretrati?Forse sono privilegiati?Non sarebbe ora che tutti i lavoratori si confrontassero, al di là delle loro sigle sindacali, discutessero e vadano insieme a richiedere i loro diritti?Quelli davanti ai cancelli stanno lottando anche per loro!

Per concludere, ascoltare i lavoratori da parte dell’azienda, anche sul modo di effettuare i compiti, è il modo migliore per ridurre i conflitti. Multe per piccolezze, o autoritarismo da capi che sanno tutto, non serve a nessuno.

In questi giorni sono stati accreditati i soldi ai dipendenti, secondo quanto riferito dal presidente di Locride Ambiente, Gianni Gerace

Mercoledì pomeriggio, anche grazie alla mediazione del Commissario di Polizia, è stato sospeso il blocco, con l’impegno di trovarsi in riunione il prossimo mercoledì 5 febbraio, alla sede commissariale per un incontro tra il sindacato Cobas, rappresentanti dei lavoratori e l’azienda per affrontare tutte le questioni aperte, non solo il ritardo nei pagamenti.

Questo è il punto finale del dibattito, anche acceso, tra lavoratori, Commissario, Gianni Gerace e Nazareno Piperno, dello Slai Cobas che ha spinto in questa direzione, con la promessa che in caso di risultato negativo della negoziazione i lavoratori riprenderanno il blocco.

Questa settimana ci sarà un incontro tra Prefetto e azienda.

Il blocco  e la determinazione degli operai, sono serviti a smuovere le acque?Vedremo!

Io, nel mio piccolo, sto con quelli ai cancelli.

Francesco Martino

Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi  

Pubblicato su Riviera del 2 febbraio

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