Inizia una nuova fase per Siderno?
Dopo 40 anni elimineremo i veleni della BP?
Ci stiamo muovendo come associazione ambientalista, insieme all’Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita, in tutte le direzioni possibili per risolvere la situazione creatasi nell’area Limarri e Pantanizzi, ove sono localizzate aziende chimiche.
Prima emergenza, inquinamento dei terreni, con Cloroformio che ha raggiunto valori fino a 1500 volte superiori alla soglia cancerogena.
Avremo incontri in Regione in questi giorni.
Qualche piccolo passo nella giusta direzione si è avviato per la BP, dopo più di 3 anni, dal settembre 2016, quando abbiamo recuperato la documentazione del 2003, dimenticata nei faldoni regionali.
L’azione coordinata tra la vecchia amministrazione, guidata da Pietro Fuda, cittadini, associazioni e partiti, con la grande manifestazione dell’8 luglio 2017, aveva portato a un finanziamento di 300 mila €, da parte dll’Assessorato all’Ambiente della Regione.
Arrivati a settembre 2018, a consiglio comunale sciolto.
Troppo pochi in effetti per la bonifica completa, malgrado le forti pressioni da parte del Sindaco, la Regione ha dato un contributo forse sufficiente a eliminare i 270 bidoni visibili sul terreno, e le cisterne, alcune delle quali, collocate in buche.
La richiesta, presentata dal Comune nel gennaio 2018, era stata dapprima di 1,5 milioni di €, per eliminare tutti i rifiuti, compreso l’amianto, e la bonifica dell’area con l’intenzione di destinarla a verde pubblico.
La Regione, affermava di avere solo 600 mila € a disposizione nel 2018 e quindi il piano, successivamente, era stato tarato su questa cifra.
Malgrado ciò, i fondi messi a disposizione per la Bp erano solo la metà e quindi si è dovuto fare un bando, che fosse sufficiente almeno per eliminare i rifiuti più pericolosi, cioè i bidoni, aperti e corrosi, che da anni irrorano di veleni, cancerogeni, tossici, eco tossici, il nostro comune.
Si sperava che nel 2019, fossero concessi altri 200 mila €, che avrebbero permesso altri interventi, speranza inutile.
La bonifica parziale del 2003, era costata sui 500 mila € ed erano stati spostati 660 tonnellate di materiale, compresi macchinari e rifiuti del lavoro.
Lo stesso anno il progetto della Regione, per completare il lavoro, prevedeva una cifra di 850 mila €.
Come si può pensare, che 300 mila € bastino, malgrado le tonnellate adesso, stranamente, siano diminuite, e una parte dei bidoni sono perito in un incendio, nel 2005?
La Regione, per recuperare i costi, potrebbe rivalersi sul proprietario, a cui spetterebbe la bonifica.
Questo è scritto in un documento, inviato alla stessa da un magistrato, e lo stesso pensava l’assessore all’Ambiente, Antonella Rizzo.
Non è servito a convincere il dirigente dell’Assessorato, questo ci è stato fatto capire.
In questi giorni l’unica ditta che ha presentato domanda ha vinto il bando e quindi, una volta espletate le pratiche burocratiche potrà iniziare i lavori.
Ci vogliono 45 giorni, dal momento della firma di consegna dei lavori, per aprite il cantiere e altri 90 giorni per finire, quindi arriveremo a fine estate se tutto fila liscio.
Pensiamo che sia necessario e opportuno una informazione corretta e chiara sui rischi potenziali della zona.
Deve essere chiaro che si movimentano rifiuti ad alta pericolosità e ci sono rischi in caso di fuoriuscita dei veleni.
Per questo è importante che rappresentanti dei cittadini siano presenti a tutte le fasi della bonifica.
Riteniamo, che, visto che l’offerta della ditta vincitrice è inferiore ai 300 mila €, i fondi non utilizzati vengano spesi per controllare, se nei terreni ci sia stato sversamento di liquidi tossici e quindi occorre scavare per controllare.
In attesa che la nuova Giunta Regionale e l’assessore all’Ambiente, Capitano Ultimo, colonnello Sergio De Caprio, se ne occupi e destini i fondi mancanti a 1,5 milioni €.
Sarebbe una minima compensazione per i cittadini di Pantanizzi.
Francesco Martino
Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi.
Pubblicato su Riviera del 8 marzo 2020
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