Norme ad personam

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Norme ad personam

27/10/2014 Lavoro Politica Scuola 0
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Terno secco sulla ruota di Roma: 15, 96, 104!

Non sempre si colgono tutti gli aspetti dei fatti che accadono o delle notizie che arrivano.

Ti sfuggono nel mare magnum delle mail che arrivano e dei commenti che pubblichi.

Avevo ricevuto una comunicazione di Claudio Ardizio degli esodati, che con un continuo lavoro ai fianchi dei parlamentari del PD e al ministero del lavoro, riesce a portare a casa dei risultati non da disprezzare, anzi da valorizzare.

Alcuni risultati sono stati raggiunti, forse parziali, ma con il tempo salvaguardia su salvaguardia, siamo alla VI, 170 mila lavoratori, senza lavoro stanno andando in pensione con i soldi recuperati dalla norma Fornero, che li aveva lasciati nella disperazione.

Tra gli altri 800 lavoratori della scuola (Quota96) inseriti nella IV salvaguardia, all’interno di una platea di 2500 lavoratori in congedo per assistenza ai parenti  (legge 104 e altro). Si concedevano 3 anni di tempo per arrivare a quota 96, a coloro che avevano preso anche 1 giorno di permesso per i famigliari, solo nell’anno  2011.

Non mi soffermo sulla ratio di questa norma, prevista dalla norma Fornero del 2012 delle pensioni, legata al fatto che siccome si modificano i diritti acquisiti dei permessi per parenti in difficoltà, che non dovrebbero in prospettiva essere validi ai fini contributivi, si dava qualche spiraglio a coloro che si trovano a sopperire alle mancanza dello stato.

Nell’ultima salvaguardia, la VI (Legge 147 del 10 ottobre 2014), questo diritto è stato prorogato  di un altro anno, sino al 6 gennaio 2016, altri 1800 lavoratori salvaguardati dagli effetti nefasti della rapina dei diritti a una vecchiaia serena, attuata da governi succubi della finanza e dei grandi speculatori. (art. 2 c. 1 d).

Anche in questa lotteria possono partecipare i lavoratori della scuola, presumibilmente alcuni di Quota96 troveranno la scappatoia, se hanno preso un permesso nel 2011, anche di 1 giorno.

Cioè 4 anni di tempo per arrivare  quota 97 a chi nel 2011 era a quota 89, OTTANTANOVE!!! sono sufficienti 61 anni di età e 36 anni di contributi.

Io nel 2011 ero a quota 99, NOVANTANOVE! Molti altri almeno a quota 95, NOVANTACINQUE!!

Qualcuno di noi rischia di restare al lavoro sino al 2019, andando in pensione a 67 anni per vecchiaia, con 43 anni di contributi versati e avendo raggiunto la quota 110, CENTODIECI!!!!

Le quote sono state abolite per tutti, si va in pensione solo se ormai si raggiungono 41 anni e 6 mesi se donne oppure 42 anni e 6 mesi se uomini, con un aumento dei contributi richiesti negli anni a venire.

In tutto 4 mila circa lavoratori della scuola, rimasti con la bocca asciutta anche per 1 giorno (chi fosse nato il 1° gennaio 1952 potrebbe restare al lavoro coatto sino 31 agosto 2019).

Mi è ritornato in mente questo assurdo meccanismo quando riprendendo una mail di Claudio Ardizio, ho letto questa lettera,  a cui prima non avevo prestato attenzione.

“Sono nata nel giugno 1952, sei mesi prima di acquisire il diritto alla pensione, la fornero (che chiamare signora sarebbe un eufemismo) mi ha scippato la speranza di avere un pur minimo assegno previdenziale. Avevo iniziato a lavorare a 14 anni, poi con l’avvento del secondo figlio, non avendo alcun aiuto ho dovuto lasciare il lavoro per la famiglia. Avevo quasi 18 anni di contributi, (fino al dicembre 2011 ne erano sufficienti 15 per andare in pensione) ed io ci contavo. Così alla soglia dei 60 anni senza più possibilità di trovare un lavoro che non c’è neppure per i giovani, mi viene raccontato che dovrei raggiungere 20 anni di contributi. Risultato una depressione e di conseguenza una separazione.

Poi, bontà sua, sempre la fornero ripristina il diritto alla pensione per le 15°, si ma a 70 anni ammesso che nel frattempo si riesca a sopravvivere senza reddito.

Nell’ambito delle varie salvaguardie sugli esodati, viene introdotta la possibilità per alcune quindicenni (la maggioranza sono donne che per la famiglia avevano abbandonato il lavoro) di ottenere la pensione purché abbiano almeno un contributo volontario o anche solo la richiesta fatta all’INPS di ottenere la contribuzione volontaria. Evidentemente la moglie di qualcuno che ha introdotto una discriminazione del genere aveva queste caratteristiche, così che alcune sono potute rientrare in questa categoria e sono contenta per loro. (A questa stregua avrebbero potuto farci rientrare quelle con i capelli rossi e gli occhi verdi…). Il sindacato che ha avallato la suddetta riforma se ne guarda bene da fare una vertenza per manifesta discriminazione anche perché la magistratura impegnata a difendere le proprie superpensioni che non si possono toccare essendo da considerare diritti acquisiti (invece i nostri no!), probabilmente rigetterebbe una tale istanza. In attesa, nel caso non ci si voglia suicidare nel frattempo, si accettano suggerimenti per la sopravvivenza.”

Mi sembra che ormai siamo a questo punto, occorre rivolgersi a qualche padrino o essere amico di un potente per ottenere diritti che ti sono dovuti, acquisiti e avere un risarcimento per 3 anni di ritardo a cui i lavoratori della scuola sono costretti da voluta e truffaldina interpretazione del calendario scolastico, che terminava il 31 agosto 2012 e non il 31 dicembre 2011!

Una richiesta di intervento a favore degli ex Quota96 è stata rivolta a Pilade Cantini dello staff della comunicazione di Renzi, da una maestra in pensione di 90 anni per chiedere che la figlia ex Quota96 possa avere riconosciuto questo diritto:

“Sono Amalia Citro, nata il 25 -10-1924 in provincia di Salerno.

Sono una maestra, vedova ed in pensione, mamma di una ex QUOTA96, docente di Scuola Primaria, nata sfortunamente nel 1952.

Quando mi resi conto di non poter dare nulla agli alunni, che le famiglie mi avevano affidato, decisi di mettermi in quiescenza.

Ebbene! A mia figlia ed a tanti altri docenti come lei, E’ VIETATO ANDARE IN PENSIONE!

Sono tre anni che aspetto che mia figlia mi possa stare vicina, mi possa accudire, ma questo non è possibile!
Un “DIRITTO ACQUISITO” è diventato “LEGITTIMA ASPETTATIVA” per il Presidente del Consiglio. Mia figlia, e non solo lei, il dirittto alla pensione lo ha acquisito già nell’anno scolastico 2011/2012 ma la piangente Fornero ha fregato me, ha fregato lei e tutta la famiglia.

Le sembra giusto? Porti a conoscenza del Presidente il DRAMMA che vivono i docenti di QUOTA96SCUOLA ed i loro famigliari e dica che NON “sono sereni” e di conseguenza NON “sono sereni” i loro alunni.

Ma la LEGGE non è uguale per tutti? (articolo 3 della Costituzione Italiana). NO! NON è così, NON è stato così per gli ex QUOTA96SCUOLA.

Docenti che hanno sacrificato la loro vita e la loro famiglia per rispettare, per formare, per educare i futuri cittadini.

NON è corretto, NON è umano, NON è giusto!

Amalia Citro, mamma di Anna Vignola.”

Pilade Cantini ha risposto “Buonasera Signora Amalia, ne parlerò con Presidente appena possibile. Grazie per la sua lettera. Un caro saluto.”

Anna Vignola, la mamma e altre docenti,  incatenate al provveditorato di Salerno il 9 ottobre

vignolaMadre

 

In questi giorni la nostra lotta prosegue ininterrotta,

alcuni quota 96 alla manifestazione a Roma della CGIL del 25 ottobre

RomaCgil

Non voglio sminuire la lettera della signora Citro e occorre ringraziarla, chissà che possa avere più effetto la sua lettera che tre anni di iniziative di Quota96, nel qual caso andremo tutti a Salerno a festeggiare questo Natale. 

Sperando in un tweet di Renzi “state sereni, ghe pensi mi!”, proveremo con l’appoggio di Carlo Ardizio di avere un incontro con Poletti, ministro del lavoro e Baretta, sottosegretario del Lavoro, i quali dovrebbero ricordarsi che tra giugno e luglio assicuravano che avrebbero provveduto alla questione Q96, con una norma specifica, in quanto non rientrante tra gli esodati.

Questo era la “promessa” che il 4 luglio 2014 Baretta  faceva all’incontro in cui ero presente insieme agli esodati, quando si cercava di unire i diversi gruppi di esodati delle aziende, poste, ferrovie e scuole.

Chissà se Claudio riesce dove noi non ci siamo riusciti, avere un nuovo colloquio anche per noi, che non riceviamo mai risposte alle nostre richieste.

E’ in attesa giocate il terno sulla ruota di Roma, forse saremo più fortunati di quanto lo siamo stati fino adesso con la pensione.

Io a settembre sarò  quasi a quota 107! Magari cambiano di nuovo la legge?

Nel frattempo continuerò a lottare insieme a quelli che rischiano di restare dopo di me al lavoro coatto, scenderò in piazza il 14 novembre con tutti coloro che stanno pagando più pesantemente la crisi, precari e giovani senza prospettive, disoccupati e espulsi dalle fabbriche che chiudono.

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