Il futuro di Siderno?

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Il futuro di Siderno?

23/05/2022 Lavoro 0
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Siderno a un bivio!

Io penso che Siderno è a un punto di non ritorno, che rischia di determinare per molte generazioni  il futuro.

L’esperienza del passato non sembra sia servita a nulla.

Nel 1980, la scelta improvvida del Consiglio Comunale di accettare l’insediamento della fabbrica  BP a  Pantanizzi, in una zona con insediamenti abitativi da inizio secolo e non molto lontana dal centro del paese, ha marcato per sempre quel territorio, che era in zona agricola. 

Non molto distante da quell’insediamento, accanto a una fabbrica di laterizi, la Calcementi Jonici, incredibilmente si insedia un’altra azienda di tipo chimico, la SIKA, ancora più vicina al centro, nel 2008.

La falsa illusione dell’industrializzazione non ha portato molti posti di lavoro.

Scelta ancora più sbagliata si è rivelata quella di insediare al confine con Locri, il ricettacolo dei rifiuti solidi e liquidi.

Nella zona ad alta specializzazione di prodotti agricoli, sia dalla sponda sidernese che locrese, e con strutture turistiche e  servizi di ristorazione.

Impianti che nel tempo stanno aumentando la portata di rifiuti da trattare.

Siamo ormai abituati da anni a dividerci se le emissioni odorose insopportabili derivano da malfunzionamenti del depuratore consortile, che tratta i rifiuti liquidi di 5 comuni, oppure dall’impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) di San Leo, nel quale confluiscono i rifiuti solidi della Locride e dell’area Grecanica, una popolazione di 140 mila abitanti.

L’esperienza di questi anni dimostra che il TMB ha più stellette al petto, in quanto il maggior numero di effluvi lo porta al primo posto sul podio dei maggiori disturbi creati ai residenti sia della zona attorno,ma anche di tutto Siderno, Locri, Agnana.

Malgrado l’evidenza che quella zona non è adatta a insediamenti produttivi di tipo tossico e nocivo, in quanto ci sono residenti da entrambe le sponde della fiumara Novito, si insiste a voler aumentare i comuni che si allacceranno al depuratore consortile, che ogni tanto scarica sostanze nocive.

Contestualmente la Regione vuole costruire un eco-distretto, con esproprio di un’altra area agricola maggiore di quella occupata adesso dal TMB, con 4 linee di lavorazione che emetteranno  sostanze tossiche più del doppio di quelle attuali.

Invece di 300 Unità odorimetriche per metro cubo dall’unico biofiltro presente arriveremo a 690 dai 4 biofiltri futuri.Non mi soffermo sui rischi per la salute a causa dei veleni raddoppiati.

Nello stesso tempo si favoleggia di sistemare l’area della fiumara Novito, sommersa oltre di veleni del TMB, dai rifiuti abbandonati sul greto, quando non bruciati, con emissione di diossine e spesso scarichi di liquidi velenosi portati da camion privati.

Oltre la sistemazione del Novito, con la creazione di una zona di passeggio e ristoro (9 milioni a disposizione), un progetto comune tra Locri e Siderno di 9,7 milioni congiungerà le due cittadine  attraverso i lungomari con percorsi ciclopedonali e aree verdi da entrambi i lati e aree di parcheggio.

Sorge la domanda, come si coniugano queste due esigenze?Possono coesistere queste  due  prospettive che sono in contrasto? Vogliamo uno sviluppo di prosperità e di benessere, oppure si pensa che un impianto che produce rifiuti invoglierà i cittadini della Locride a passeggiare lungo le sponde del Novito, sapendo che a pochi passi escono sostanze tossiche e velenose?

Come 40 anni fa, vogliamo fabbriche inquinanti, che sono state un disastro o vogliamo turismo, bellezze archeologiche, luoghi di ristoro e aree di relax?

In questo ultimo caso occorre chiudere tutte le aziende chimiche sul territorio, sia lato Gioiosa che lato Locri.

Pubblicato su Riviera 22 maggio 2022

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