BAR(ETT)A: IL GIOCO DELLE TRE CARTE

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BAR(ETT)A: IL GIOCO DELLE TRE CARTE

10/04/2014 Lavoro Politica Scuola 0
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GIOCARE CON LA VITA DEGLI ALTRI

Pier Paolo Baretta ha una lunga esperienza nel mondo del lavoro, più come sindacalista della FIM-CISL, che come lavoratore.

Ha iniziato a lavorare nel 1970, nel 1972 è stato distaccato come sindacalista ed ha una carriera nel sindacato di alto livello, fino ad arrivare nel 2006 ad essere eletto Segretario generale aggiunto della CISL, accanto all’altro “grande sindacalista” Raffaele Bonanni, in pratica era al secondo posto.

Nel 2008 è diventato parlamentare alla Camera dei deputati con il PD e confermato nelle ultime elezioni, anzi promosso in quanto è sottosegretario al Ministero dell’Economia e Finanze, sia con Letta che con Renzi.
Niente contro i sindacalisti e i parlamentari, la loro giornata è piena di impegni, incontri, trovarsi in situazioni difficili e spesso non trovare le soluzioni giuste, quelle che permettono che una fabbrica non chiuda, che i lavoratori in età avanzata non si trovino senza lavoro e senza pensione.

Non mi risulta che Baretta sia stato mai un sindacalista “rivoluzionario” e che tenda ad affrontare le situazioni per arrivare allo scontro. Lui e il suo sindacato privilegiano il confronto al conflitto, la mediazione allo scontro, si da il caso che questa sia spesso in perdita.

Non capisco perché allora quando deve discutere di QUOTA96 è irremovibile, non ceda, non voglia trovare una soluzione di compromesso, dopo 2 anni di attesa.

Andiamo ai fatti e finalmente voglio parlare bene di Baretta, perché finalmente vengono fuori i dati tanto attesi, in modo strano ma vengono pubblicizzati.

Il 9 aprile 2014, di fronte a una rappresentanza di esodati, di cui lui è il carnefice, avendo votato la legge Fornero delle pensioni, e che li ha lasciati sulla strada, ha dichiarato che hanno risolto il problema di 142.630 esodati e con i risparmi attuati è possibile salvaguardarne altri, ma tra questi non ci sono quelli della scuola, in quanto, secondo lui, il lavoro lo hanno.

Avere un lavoro ormai è una condanna, non averlo è una tragedia, essere parlamentari è un privilegio!

Ha dichiarato che occorre privilegiare per prima i macchinisti delle ferrovie,  che hanno una vita media sui 64 anni, tenerli al lavoro fino ai 67, come lui e i suoi compari avevano deciso, coperti dalla Fornero, sarebbe un rischio. Se muoiono al lavoro, si rischia una causa con costi notevoli per lo stato.

Una modifica in discussione prevede di inserirli nella VI salvaguardia (al massimo 17 mila).

Mandiamoli qualche mese prima e così non ci creano grane.

Mi scuso con i macchinisti per l’ironia fuori luogo, ma questi sono dei macellai, dei becchini.

Lui era un “grande sindacalista”.

Vorrei a questo punto capire come vengono fuori questi 142.630 lavoratori salvaguardati, non si capisce come mai al 26 marzo il D.G. INPS, Mauro Nori, dichiarava alla Camera con dati fino al 7 marzo, che non era possibile sapere i risparmi ottenuti, all’improvviso vengono fuori 142.630 esodati, quando dalla relazione INPS, risultavano 83.619 certificazioni (pag.2).  Occorre correggere questa cifra, in quanto si consideravano 10.130 esodandi della III salvaguardia, e occorre aggiungere altri 2.748 esodati (9.349-2.601) degli ulteriori 6.000 previsti (pag.8), in totale 86.367 salvaguardati.

Miracolo dei pani e dei pesci o efficienza dell’INPS? E’ un mistero, come mai un mese (7 marzo-9 aprile) all’improvviso risultano 142.630 lavoratori esodati o esodandi?

Per cui siamo certi che prima della fine di maggio sarebbe possibile sapere i risparmi ottenuti sino a marzo 2014? o sino al 31 dicembre 2013?

Però qualche incongruenza è lampante.

Dalla relazione INPS risultano, delle 6 leggi di salvaguardia, in totale una platea di 162.130 lavoratori (65 mila + 55 mila + 16.130 + 2.500 + 6.500 +17 mila).

Faccio un calcolo semplice

162.130 -142.630= 19.500 posti a disposizione.

Sobbalzo ho sbagliato i calcoli, come mai fino a qualche giorno fa, tutti dicevano che non era possibile sapere quanti risparmi erano possibili, in quanto non si sanno quanti faranno domanda e all’improvviso si scopre che ci sono, non si sa bene con quali conteggi DICIANNOVEMILACINQUCENTO posti disponibili!

Io avevo calcolato solo 13 mila 40, adesso ce ne sono di più!

Grazie Baretta, mi hai dato una lezione, debbo fare ripetizione, non so fare i calcoli, debbo tornare a scuola.

Ma ci prendiamo per i fondelli? Questo conferma che se vogliono tirare fuori i dati, è possibile?

Io tenevo conto dei dati certi sulla platea certa di 87 mila 130 mila (65 mila + 6 mila + 16 mila 130), in quanto sulla II salvaguardia (55 mila) è possibile ancora presentare domanda.

All’improvviso ci sono altri 6 mila posti disponibili da coprire, o meglio 19.500 in più?

I lavoratori delle ferrovie non sono lavoratori da aggiungere, ma da inserire nella VI salvaguardia per un massimo di 17.000! (pag.13-15 relazione).

Allora se prima i calcoli sono questi, come vengono fuori 142.630 esodati (esodandi), in un mese è possibile che siano arrivati più di 56.000 domande dagli Uffici territoriali e certificate dall’INPS?

Che efficienza invidiabile, verremo indicati e consultati da tutto il mondo per insegnare come si fa a trovare la soluzione immediata ai problemi del lavoro.

Si utilizzano le cifre a sproposito, si pubblicizzano, anche se sono cifre non verificate o verificabili, per nascondere il vero obiettivo, che i presunti 4 mila Q96 in pensione non debbono andare, né quest’anno, né negli anni a venire.

Che si becchino per intero la legge Fornero, che noi abbiamo votato coscienti dell’obbrobrio perpetrato e quando chi aveva meno anni di lavoro raggiungerà i 67 anni andrà in pensione, come tutti gli sfigati di questo paese, che non hanno capito che noi siamo fedeli esecutori delle decisioni prese dai pescecani dell’UE e dagli speculatori dei fondi pensione!

 Resteranno sullo stesso posto per 43 anni, pagati lautamente, a contatto con le giovani generazioni, li teniamo arzilli, gli permettiamo di trasferire la loro saggezza e non sono contenti; potessero le nuove generazioni, che iniziano tardi a trovare un lavoro (dopo i 35 anni almeno), avere un posto garantito per 43 anni consecutivi, così anche loro non avranno il patema di cosa fare quando si è in pensione.

Ingrati nullafacenti!

Ma il ragioniere, ex sindacalista Baretta, che presumo pensionato, essendo nato nel 1949 e con almeno 38 anni di contributi versati fino al 2008 e una indennità parlamentare che si aggiungerà (è alla seconda legislatura), ha mai frequentato una scuola, ha mai nella sua vita da sindacalista parlato con chi nella scuola lavora o anche lui è convinto, da vecchio operaista, che il lavoro di fabbrica è usurante e quello nella scuola invece no?

Perchè mischia le carte e ogni volta che si scopre il gioco le sposta in un’altra posizione?

Perchè continua a barare (BARettA) sulle cifre e non placa la sua rabbia contro i docenti?

Anche lui, quando studiava, odiava la professoressa di matematica?

Quando era studente non esistevano nemmeno le calcolatrici tascabili, adesso ci sono i computer, ma una bella relazione su come sono usciti 142.630 esodati e certificati, perché non la manda alla commissione bilancio e anche a noi, così siamo certi che non vuole fregare i lavoratori della scuola, alcuni cislini come lui, oppure i veri lavoratori sono solo quelli privati?

Mandateci tutti in pensione, privati e pubblici e QUOTA100, che ha un diritto acquisito e riconosciuto da 2 anni.

I soldi per 4 mila lavoratori della scuola, sono nelle pagine della relazione, caro Baretta, o devi soddisfare qualche altra clientela da privilegiare?

Abbastanza incazzato

Francesco Martino, Cobas.

 

 

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