Lottare insieme!

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Lottare insieme!

07/08/2014 Lavoro Politica Scuola 0
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A tutti i QUOTA 100+

E’ necessario spesso, e  vorresti farne a meno, avere tanta pazienza per farsi ascoltare e aprire dialoghi con chi non ha voglia di rapportarsi con te.

Da anni assistiamo a un attacco alle condizioni dei lavoratori, la scuola  ha pagato tutte le politiche di attacco ai diritti, Quota96 e’ un emblema di questa politica.

Non ha nessuna motivazione economica, credo che i governi, in particolare il “centrodestra”, ma ultimamente anche il “centrosinistra” non vuole rimanere indietro, anzi spesso li supera in idiozia (aumento dell’orario di lavoro, merito…) vogliono farci pagare l’unica opposizione in ambito lavorativo, nonostante alcune sconfitte subite (riforma Gelmini), che ha resistito in questi anni.

In questo contesto la questione Quota96 e’ stato un altro elemento di lotta e di conflitto che dura da 3 anni, in varie modalità e fasi di lotta e battaglie parlamentari.

Ci sono diverse visioni su forme di lotta e obbiettivi, ma questa differenza può essere utile in alcune situazioni, ma quando dopo 3 anni si continuano a prendere schiaffoni, qualche perplessità sulle proprie azioni può sorgere.

Nessuno di noi ha la verità in tasca e sarei contento che potessimo festeggiare insieme ai parlamentari, che ci sono stati vicini, questa lunga battaglia.

    Le energie spese in questi tre anni a inseguire i parlamentari sembravano avere raggiunto l’obiettivo e basta un nonnulla e ripartiamo dal punto iniziale; dal giugno 2012 ad un passo dal  giusto risarcimento, veniamo scaraventati di nuovo all’inferno, con amarezze e disillusione.

Tutti insieme abbiamo contribuito a tenere viva la vicenda, dai rapporti con i parlamentari, fino coinvolgere tutti i partiti quest’anno, presidi e iniziative sparse.

    Saremmo ingenerosi se non riconoscessimo il lavoro dei parlamentari a noi vicini, spesso frustrati nei loro sforzi, da prestanome del governo (INPS e RdS).

    Nessuno di noi puo’ credere che il Cottarelli di turno, come Baretta o Legnini intervenissero di loro iniziativa, dietro di loro il MEF con il ministro di turno.

Stime sulle coperture di Quota96 inattendibili come da più fonti e stato dimostrato.

    La soluzione di Quota96 puo’ essere il grimaldello per rimettere in discussione la Fornero, sara’ anche possibile, ma la norma Fornero sulle pensioni e’ già un colabrodo, 170 mila esodati già coperti, altri in attesa, quando la Fornero aveva preventivato solo 55 mila e con un costo stimato inferiore a quello poi necessario (dati INPS e MPLS).

Sono già previste modifiche a livello parlamentare (proposta Damiano e altre) che tendono a una minore rigidità, con la possibilità di uscita flessibile, in quanto la crisi economica sta mettendo sul lastrico migliaia di lavoratori, che rischierebbero di finire sul marciapiede.

    Perché allora infierire sui lavoratori della scuola, malgrado tutti si dicono favorevoli ad una soluzione, votando ad ogni pie’ sospinto ordini del giorno che impegnano il governo a……trovare la soluzione, sono tre anni che assistiamo a questo indecoroso balletto di cifre e numeri, con ragionieri incompetenti e ministri assenti (Giannini, come gli altri ministri precedenti, sta in quel posto per coprire le malefatte del MEF?).

Perché’ malgrado tutto siamo stati una spina al fianco dei diversi governi, con ingenuità e buona volontà, con rassegnazione e anche ribellione, siamo un esempio per tanti (non siamo i soli), che si puo’ protestare, ribellarsi e sottoporre il governo a iniziative incessanti, ai fianchi.

Forse un esempio di una categoria particolare, gli insegnati vecchi, a un passo dalla pensione, di fronte all’inerzia dei giovani docenti, all’ignavia dei sindacati di Stato, che hanno accettato e subito in modo complice che sulla pelle di tutti i lavoratori ed in particolare Quota96 il  governo attivasse una ferocia incomprensibile, e non hanno mosso un dito oltre i soliti appelli a risolvere la situazione.

    Esagero, forse un po’, ma vorrei ricordare ai tanti compagni di lotta di questi anni, che si sono organizzati da soli, creando comitati, anche scissioni, ma tenendo ferma un’iniziativa continua e capillare che rimarrà, malgrado la stanchezza e le disillusioni che hanno scritto una pagina importante.

I lavoratori della scuola non sono una categoria di forte partecipazione agli scioperi e alle manifestazioni, ma gruppi auto-organizzati, da quelli più organizzati presenti sui blog (attivi in discussioni all’infinito con maledizioni al politico di turno, ma scarsamente presenti nelle mobilitazioni) a quelli meno numerosi  ma più attivi per la presenza in piazza hanno un’unica possibilità per uscire dall’interminabile attesa a cui siamo sottoposti: trovarsi in piazza insieme, per continuare la risposta immediata dopo l’incredibile vicenda dell’emendamento ritirato al Senato.

Dopo il primo presidio del 7 agosto, organizzato immediatamente come prima risposta, e’ necessario proseguire le iniziative.

Aspettiamo i tempi della politica, l’ennesimo ordine del giorno sara l’ultimo di una serie o quello decisivo?

Ci si puo’ fidare di questo Governo, che rimanda a un decreto legge  o a un disegno di legge la soluzione?

Aspetteremo settembre, fidandoci delle promesse non mantenute o talloneremo il governo con iniziative di lungo respiro.

    Si puo’ credere a questo governo se fara’ immediatamente un DL e a questo ministro solo se emanerà una circolare per raccogliere in anticipo le domande di chi ha intenzione di andare in pensione, per avere un quadro reale della situazione, altro e’ solo una presa per i fondelli, buono per allentare le tensioni.

Siamo in una fase in cui tutti hanno dovuto parlare di Q96 (alcuni dovrebbero vergognarsi della loro insipienza e ignoranza, malgrado titoli altisonanti), battiamo il ferro finche’ e’ caldo.

    Sara’ sufficiente quest’invito a trovarsi in piazza insieme? 

Chi ha più stellette da mostrare le porti, per ricordarlo ai politici e al governo, io posso portare il mio piccolo contributo alla discussione, chi vuole differenziarsi ha tutto il diritto, ma non vorrei che per non trovarsi vicino degli amici ingombranti, ci si trovi tutti con il culo per terra.

In questo caso riterrei che forse i generali non hanno capito che i lavoratori della scuola non meritano questa fine e i generali finirebbero ingloriosamente la loro vicenda (mi riferisco a tutti noi, di qualsiasi gruppo si definiscano).

Potremmo finire questa vicenda in gloria per tutti, generali e sostenitori, oppure doversi vergognare della nostra incapacità di guardare oltre le proprie convinzioni e il proprio orticello.

    Possiamo iniziare a individuare un periodo di iniziative di più giorni su cui convergere tutti, per sollecitare governo e ministro?

Chi ha idee al riguardo le metta in piazza, che tutti possano partecipare a queste decisioni, in quanto non si tratta di capi e sottoposti, siamo tutti generali!

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