Esperti, ma ignoranti!

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Esperti, ma ignoranti!

31/05/2020 Lavoro 0
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Beata Ignoranza!

Mi viene spontaneo affermare questo al leggere l’ordinanza n. 45 del 20 maggio 2020, sul problema rifiuti della Presidente della regione Calabria.

Invece di fare passi avanti, con un aumento della differenziata nei comuni nei quali è attiva, e“obbligando”, imponendo costi più alti, gli altri centri a iniziarla, si torna indietro, aprendo altre discariche o aumentando la volumetria, oppure paventando altri termovalorizzatori, altrimenti definiti inceneritori.

Occorre prendere atto che l’attuale giunta si è trovata in difficoltà per ritardi dovuti alla precedente giunta regionale, che malgrado un piano regionale molto avanzato, in 5 anni non è riuscita a risolvere il problema dello smaltimento dell’indifferenziato e dell’organico.

Già Lega Ambiente ha drizzato le orecchie, invitando le associazioni ambientaliste a coordinarsi e respingere scelte dettate dalla solita logica e proporre alternative, basandosi sulla riduzione alla fonte e arrivare all’obbiettivo “rifiuti zero”.

Logica vorrebbe il progressivo abbandono delle discariche e degli inceneritori, passando da un modello lineare, produzione-consumatore-smaltimento, ad un modello circolare che preveda il riciclo, il riuso e la riduzione a monte dei rifiuti, cioè le tre R.

Per cui è necessario nel tempo il blocco di nuovi inceneritori e discariche e progettare impianti utili alla filiera del riciclo, dalla raccolta, al compostaggio domestico e di comunità. 

In questo senso le “isole ecologiche”, o come le si voglia definire, avrebbero un ruolo importante, un luogo dove ognuno potrebbe andare a recuperare materiali, dei quali gli altri vogliono disfarsi.

Per non parlare di officine o botteghe per piccole riparazioni, invece di scaricare materiali che possono essere recuperati.

Invece in Calabria, il neo Commissario dell’ATO di R.C., ha avuto  la bellissima idea di utilizzare le isole ecologiche, come discariche “temporanee”, per affrontare il cumulo di rifiuti che sta travolgendo la Regione.

Questo intendo per beata ignoranza, nominare uno in un posto importante senza che abbia il minimo di competenza necessaria.

Forse è stato assegnato in quel posto perché non ci sono altri più adatti a lui, come Domenico Pallaria mandato al macello alla Protezione Civile, perché non si ha una soluzione diversa.

Quello che spaventa che in Regione di questi personaggi se ne incontrano spesso, come un tecnico dell’Arpacal di CZ, che proponeva per togliere i veleni nei piezometri della Sika e nei pozzi privati dei residenti di Pantanizzi, di insufflare acqua nei terreni,  scaricandola così a mare.

E’ da quasi 3 anni che aspettiamo che si trovi la sorgente o la causa di chi inquina Pantanizzi, abbiamo il dubbio che si perlustri nel buio.

Stessa perplessità ingenera la proposta di un consulente della Regione sull’ambiente che ci proponeva al posto del TMB di San Leo un impianto che riduce l’umido in lignite (carbonizzazione idrotermale), già rifiutato in altre regioni.

O le parole di chi continua a dire che dal TMB  esce vapore acqueo, quando invece si sa che, malgrado il biofiltro, continua ad emettere idrogeno solforato, che ammorba l’aria e la vita dei cittadini.

O l’atteggiamento di chi continua a pensare che dai termovalorizzatori esce aria pulita, perché i giornali magnificano gli impianti stranieri, quando invece è sufficiente controllare i dati per scoprire che riduce le emissioni nocive, ma non le elimina.

E a nessuno è chiaro che il termovalorizzatore,  per funzionare, ha sempre bisogno di materiale da bruciare, per cui più si differenzia, meno è necessario.

Questo è il controsenso, se vogliamo questi impianti ricicliamo di meno, buttiamo tutto nell’indifferenziato per produrre più energia elettrica.

Che grande trovata  di questi  “scienziatii”!

Siamo arrivati al punto che si bruciano biomasse in centrali per produrre energia elettrica, che va in altre regioni, a scapito dell’ambiente, del turismo e dell’economia delle zone interessate.

Riprendo da un invito di associazioni ambientaliste a firmare per la chiusura della centrale di Mercure nel cuore del parco del Pollino:“Pur bruciando 340.000 tonnellate l’anno di legno vergine, produce una quantità irrilevante di energia – in una Regione che ha un surplus energetico del 170% – mentre ha un gravissimo impatto sulla biodiversità del Parco, che è anche Zona di Protezione Speciale (ZPS) dell’Unione Europea.

Il microclima della valle in cui si trova, favorisce il ristagno delle emissioni nocive della centrale, con rischio per la salute degli abitanti soprattutto dei comuni di Viggianello e Rotonda.

La centrale danneggia le attività economiche e l’occupazione dell’area, basate sul turismo e sulle produzioni agro-alimentari di qualità.”

Peggio di così!

Publicato su Riviera 31 maggio 2020

https://larivieraonline.com/beata-ignoranza

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