Grazie …. onorevole Cera

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Grazie …. onorevole Cera

09/08/2014 Lavoro Politica Scuola 0
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I DIRITTI DI UGUAGLIANZA VALGONO PER TUTTI!

Ringrazio l’on. Cera per il suo impegno continuo a favore dei Quota 100+,per averci seguito in questi anni nella battaglia che abbiamo condotto, insieme a tanti altri parlamentari per il risarcimento dovuto ai lavoratori della scuola dal 2012, bloccati dall’arcigno rifiuto della Fornero, che non ha mai guardato in faccia nessuno, malgrado quanto da lei stessa affermato successivamente.

Per tre anni, l’onorevole summenzionato ha speso tutto il suo tempo di parlamentare dedicandosi a una nobile causa, il diritto acquisito dei lavoratori della scuola, che nel 2012, entro il 31 dicembre avrebbero acquisito la ormai famosa Quota96 (nati nel 1951 con 35 anni di contributi, oppure nati nel 1952 con 36 anni di contributi) oppure che avessero raggiunto 40 anni di contributi, senza tener conto dell’ anno di nascita.

Con solerzia e con il continuo suo rapportarsi con i vari comitati Quota96, sorti in tutta Italia in questi 3 anni, finalmente abbiamo raggiunto la meta sognata, poter andare in pensione in quanto i docenti e gli ata hanno una solo possibile uscita temporale, il 1 settembre di ogni anno, inizio del nuovo anno scolastico, scadenza di cui la professoressa Fornero, ignorante di questo piccolo inconveniente, non ha tenuto conto.

Almeno 50 milioni di italiani, compresi chi frequenta la materna, sa che la scuola inizia in autunno, da sempre ottobre, negli ultimi decenni da settembre, la povera Fornero, impegnata come docente all’università’ se ne era dimenticata, nel suo livore contro chi di pensione deve vivere e non ha rendite di posizione o di classe dominante. Non possiamo tenere conto di quanti sforzi ha dovuto fare Cera per convincere gli altri parlamentari a seguirlo nella sua battaglia di civiltà, erano restii, poco convinti, sapevano che era una battaglia difficile, quasi impossibile, che l’INPS e la Ragioneria dello Stato, avrebbero ostacolato, con tutti i metodi, anche indicando dati non credibili sugli aventi diritto e stimando in modo esagerato i fondi necessari. Lo abbiamo visto ai nostri presidi, nei suoi infocati interventi parlamentari, nel suo ripresentare altre proposte, emendamenti, in ogni occasione possibile, e dobbiamo dargli atto che alla fine aveva ragione ed ha vinto, abbiamo vinto, potremmo andare in pensione al 1 settembre 2014, con due anni di ritardo, rispetto alla data del 1 settembre 2012, come ci era dovuto. Un piccolo inciso e’ necessario, la moglie di un parlamentare non deve avere meno diritti di un normale cittadino e se e’ stata penalizzata deve avere lo stesso risarcimento di tutti coloro che hanno subito dei torti.

In Italia con una campagna continua e incessante abbiamo assistito ad un attacco alle pensioni pubbliche, ormai con una copertura alla fine del lavoro che raggiungerà appena il minimo necessario per sopravvivere, con i giovani senza lavoro e con pensioni che non raggiungeranno nemmeno il 50% di quella che hanno i loro genitori. Una scelta di cittadinanza che permetteva a tutti di andare in pensione con il retributivo con la garanzia di un reddito decente, negli anni e’ stato smantellata, era conquista di anni di lotta e scioperi operai degli anni 70, una stagione di estensione dei diritti a tutti (vecchiaia, salute, diritti civili). Una scelta di civiltà’ che i neoliberisti hanno deciso sia un retaggio del passato, inutile orpello di conquiste operaie, contrarie allo sviluppo inarrestabile del diritto dei ricchi di tenerti sotto controllo a pensioni di fame, a lavoro di merda.

In questo attacco forsennato, il governo Monti – Fornero, con il ghigno della signora Fornero, ha deciso su ordine dei pescecani della Finanza mondiale, che i vecchi diritti stavano per scadere entro un mese, dicembre 2011, poi tutto cambiava in peggio, o dentro o fuori; restava una piccola scelta se donna (opzione donna), vai in pensione, ma con il contributivo, in parole povere, rinunci al 30% della pensione a cui avresti diritto con il retributivo, valido per tutti i lavoratori, fino al 2011. Dal 2012 tutti passano al contributivo, residuo del passato e chi chi ha sui cinquant’anni; chi ha iniziato a lavorare dal 1996 andrà in pensione con il sistema contributivo.

Sono convinto che garantire i diritti di tutti, indipendentemente dal reddito posseduto sia una scelta di civiltà, una conquista da difendere, perché se si garantiscono a tutti gli stessi diritti, chi ci guadagna di più, sono gli strati deboli, altrimenti ci saranno servizi diversi, migliori per chi può permettersi di pagarsi servizi extra a pagamento.

Essere moglie di un parlamentare può’ essere un vantaggio, di sicuro quello di sapere che tuo marito avrà una pensione più alta di un comune lavoratore e tu potresti anche rinunciare a una parte della tua pensione se hai un lavoro usurante, faticoso, difficile, spesso con dirigenti incompetenti e incapaci, con genitori soffocanti, schiavi dei loro figli.

La moglie dell’onorevole Cera (mi scuso per non conoscere le sue generalità) e’ una docente ed ha diritto di essere trattata e di avere le stesse garanzie di tutti i docenti e ata della scuola, un minimo risarcimento per le vergognose scelte della Fornero, che ha costretto alcune docenti e ata, spaventate dal dover rimanere ancora tanti anni al lavoro a optare per l’opzione donna, almeno 35 anni di contributi e 57 anni di età.

E’ un diritto riconosciuto tutti i lavoratori, non solo a quelli della scuola, e la signora ha fatto le sue scelte, obbligata da una perfidia senza senso, di un’altra donna (Fornero) a rinunciare a una parte della sua pensione, non e’ l’unica che ha fatto questa scelta, altre forse con situazioni reddituali diverse, ma condizioni famigliari incompatibili con il rimanere al lavoro hanno fatto la stessa scelta e quando sembrava che non avessero altre scelte, hanno preferito l’opzione donna.

Ripeto sotto costrizione, in modo senza vergogna le hanno costrette a scegliere di rinunciare a una parte di quanto avrebbero preso, spacciando una tagliola come un favore per le donne, che poi avrebbero continuato a occuparsi, come sempre, dei loro famigliari anziani e di parenti in condizioni disagiate. La signora in questione ha una fortuna spacciata, ha trovato il modo di fare inserire in un emendamento per i quota 96, un articolo 3 bis, che dice che chi aveva optato per l’opzione donna, può richiedere il calcolo secondo le norme più favorevoli, con il vecchio sistema contributivo, riprendendosi i 400 € a cui aveva rinunciato. Con lei le altre lavoratrici che avevano subito il ricatto.

Invece i Quota96, dopo due anni di lotta e di iniziative di altri parlamentari e di altri lavoratori che per tre anni hanno inseguito parlamentari e governo, sono riusciti a chiudere con un ricatto vergognoso la soluzione del loro problema, andare in pensione, con un ritardo di due anni, ma dovendo aspettare il TFR anche con anni di ritardo rispetto a tutti coloro che sono andati e andranno in pensione negli anni a venire, anche sei/sette anni dopo l’uscita dal lavoro, quando al massimo si aspetta due anni.

Questione di classe, in Italia quando e’ necessario salvare un agiato, si trova sempre una lobby che ne sposa la causa. Leggi ad personam si chiamano, avvocati di grido, giudici di parte, parlamentari amici pronti a votare le cose più assurde quando un potente e’ attaccato.

Per la difesa della moglie di Cera, scelta condivisibile e di civiltà, c’e’ stato un onorevole che ha presentato il famoso art. 3 bis, i costi sono infimi, riguardano poche persone, nessuno ha obiettato (INPS e RdS sempre all’erta vigile a rampognare sui costi eccessivi dei 4 mila Quota96) dei costi aumentati!

Una scelta di CASTA, a difesa della corporazione, tanto di cappello onorevole Cera, noi ci abbiamo messo tre anni per convincere il governo a chiudere una pagina di ricatti e di aspettative, attese, iniziative, presidi, a lei e’ bastato trovare l’onorevole amico e sua moglie, insieme ad altre, ha fatto bingo. Che scemi siamo stati, bastava trovare l’onorevole importante e che contasse, amico del presidente del consiglio, o forse del dirigente INPS, o del direttore generale della RDS, che non facesse tante obiezioni e un anno in meno forse lo avremmo risparmiato!

Ma bando alle recriminazioni, auguri a sua moglie e alle altre che hanno potuto usufruire di questa opportunità! A questo punto, senza ironia, onorevole Cera e spero che la moglie lo aiuti in questa iniziativa, ci deve un favore; senza le nostre lotte, la signora Cera non avrebbe mai riconquistato i suoi diritti violati.

Si impegni che almeno il TFR/TFS che sua moglie prenderà 27 mesi dopo il 1 settembre 2012, ci venga corrisposto con le stesse modalità di sua moglie o degli altri lavoratori nelle nostre condizioni. E’ un sacrosanto diritto! Le sembra normale che alcuni lavoratori avranno il TFR a settant’anni, dopo 6/7 anni dall’uscita del lavoro?

E’ inconcepibile che ci sia chi ha potuto recuperare dopo due anni un diritto violato, senza rimetterci molto (la professoressa Cera) e invece altri oltre a due anni di attesa si vedono prorogare all’infinito, circa 10 anni dopo il 2012, l’erogazione del TFR/TFS!

Noi saremo al suo fianco, come lo siamo stati al fianco di altri parlamentari che lei conosce bene e che ci hanno seguito in questa lotta. Si faccia lei il paladino di questo ulteriore diritto negato, questa volta ci si metta d’impegno, sposi una causa meritevole della stessa attenzione di quella della professoressa, sposata Cera!

E per ricordarsi di casi simili, forse anche le altre lavoratrici di altri settori, costretti a optare per l’opzione donna, avrebbero lo stesso diritto della professoressa Cera.

Ci sono sette lavoratori del privato, ex IBM (spero di non sbagliare l’azienda), esodati e senza prospettive, per pochi giorni non sono riusciti a entrare nelle diverse salvaguardie del governo, basta un piccolo emendamento, che fissi la scadenza di qualche settimana dopo quella prevista e questi a 60 anni riuscirebbero ad andare in pensione, altrimenti debbono aspettare fino a 66 anni senza stipendio, ci provi lei.

Ecco sposi queste cause, ne guadagnerebbe in simpatia e in fama. E’ un loro diritto violato, come il nostro, un piccolo risarcimento per quanto lei ci ha guadagnato con le nostre lotte.

Si ricordi anche della signora Fornero, non le sembra che sia opportuno che quella vergognosa legge, sia abolita del tutto e si trovino soluzioni che salvaguardino il diritto a una vecchiaia serena e con una pensione decente, anche se non si e’ onorevoli? Ci faccia un pensierino e ci contatti, saremo al suo fianco.

Non vorremmo dover far eleggere un parlamentare, che ha una moglie Quota96, altrimenti vedremo di portare in parlamento uno di noi! Ci eviti questa ulteriore vergogna a cui ancora siamo stati costretti a subire.

TFR/TFS subito!

Aboliamo la Fornero!

Post scriptum:

Questo articolo aveva un senso, ma non era stato pubblicato per scaramanzia, perché non sembrasse irriverente, non volevo suscitare reazioni tra i parlamentari, mi ero proposto di pubblicarlo dopo l’approvazione dell’emendamento alla Camera, che pensavo lo discutesse dopo il Senato. Ho fatto un errore madornale sui tempi di approvazione, non pensavo che non venisse approvato.

Mi scuso onorevole, non per quello che ho scritto, vale in ogni caso, ma perché ho sbagliato bersaglio, non era così importante nemmeno lei e nemmeno i parlamentari che lo hanno sostituito nella presentazione dell’emendamento, c’e’ una lobby più importante, più potente, quella dei velinari del potere, non le donne costrette a sculettare per il piacere dei maschietti, che si imbambolano davanti alle grazie delle ventenni, ma quella dei giornalisti, utili al potere perché nascondano la realtà del paese, il suo stato di coma, le povertà nascoste e da non mostrare, di redditi che non permettono da vivere un mese e ci si arrangia, con pensioni di lavoratori dipendenti che non arrivano ai mille euro, ma che servono ai genitori per mantenere i figli senza lavoro.

Sono i giornalisti le veline (nel senso che scrivono articoli da rotocalchi), che scimmiottano dibattiti inutili sui problemi del potente di turno (che sia Berlusconi o Renzi), su riforme lontano dalle esigenze dei cittadini normali che gli stipendi o le pensioni di questi velinari se li sognano.

Basta guardare gli articoli sui giornali, le interviste che fanno ai politici, con domande concordate, senza una minima reazione alle assurdità delle risposte, porgono il microfono, dimostrando la loro vicinanza di intenti e di pensiero con il politico di turno, sorridendogli e quasi chiedendogli scusa per averlo disturbato.

Mai una domanda intelligente, solo un chiacchiericcio inutile, da bar sport, utile per inviare il pezzo al giornale e senza aver contraccolpi sulla propria carriera, lautamente pagato, ma più propriamente al posto ottenuto perché le conoscenze sono utili.

Ecco chi sono questi grandi pensatori, intellettuali senza sapere, ignoranti non solo di Quota96, ma spesso di tante altre questioni.

Fa ridere che ci siano ancora docenti che si affidano alla penna di questi grandi “pensatori”, ritenendoli sacri e affidabili, persone serie e più competenti di noi, che non scriviamo a vanvera, ma parliamo solo quando conosciamo l’argomento, dopo averlo studiato a fondo e esserci informati ricercando la documentazione necessaria.

Pensare che anche tra i giornalisti ci sono precari, sottopagati, che si impegnano e scrivono articoli profondi e documentati. Contro i Quota96 è partita una campagna denigratoria, diffamatoria senza uguali, con falsità evidenti e incomprensibile su giornali e TV!

Fino a quando non si scopre l’arcano: l’emendamento 1 ter che riguardava i giornalisti delle testate in crisi non e’ stato ritirato! Ma cosa c’entrano i giornalisti con la P.A., dovreste spiegarlo ai cittadini, a noi Quota96 e al Presidente della Repubblica, on. Giorgio Napolitano!

Noi sapevamo che gli emendamenti ai D.L. dovevano essere pertinenti agli argomenti trattati, forse che i giornali ormai sono diventati emanazione del potere e quindi alla larga anche della P.A.?

Un emendamento che qualsiasi organo di controllo, commissione Affari Costituzionali e Corte dei Conti, doveva ritenere non pertinente e quindi non accettabile e’ diventato legge, chi lo farà presente al PdR, Giorgio Napolitano?

E i costi per i giornali da quale fondo sono stati recuperati, come mai la RdS, tanto solerte nei confronti di Q96, da 3 anni vigile e sempre pronta a opporsi, questa volta non se ne e’ accorta?

E il grande tagliatore di spese pubbliche Cottarelli, era affaccendato a farsi laudare sui giornali per non accorgersi di questo sperpero di sostanze pubbliche?

A 58 anni e con 37 di contributi i giornalisti possono andare in pensione ed io con più di 42 di contributi e 62 anni di età debbo continuare a lavorare?

Anche i giornalisti debbono essere salvati, come tanti altri esodati, ma perché non fare una norma/legge apposita che riguardasse tante altre situazioni simili e non nel D.L. sulla P.A.!

A questo punto on. Cera, riprendiamo il nostro discorso, dobbiamo allargare la mia proposta, siamo rimasti bloccati e fregati, sia io che sua moglie, e tanti altri Q100+ (abbiamo 63 o 62 anni di età e 37 o 38 anni di contributi!).

Non occorre lottare solo per il TFS, ma anche per andare in pensione, ecco le chiedo di sollecitare Renzi e Padoan, insieme ai suoi colleghi parlamentari, a emanare un D.L. che ci riguardi, lo hanno promesso!

Altrimenti mi chiedo che senso ha, continuare a pagarvi se poi decide un qualsiasi ministro, Madia in questo caso che prima si dice favorevole ai Q96 e poi quando deve concludere questa farsa esegue gli ordini di un Cottarelli e di un gruppo di giornalisti/velinari? Noi siamo scesi già in piazza e scenderemo ancora, onorevole ci appoggi e realmente come stanno facendo i parlamentari delle opposizioni, ci guadagnerà anche sua moglie, dopo ferragosto saremo di nuovo in piazza, venga con noi a protestare! ———————————————————————————————————————————————————

Facciamo un po’ di conti, la RdS li stima in 430 milioni aggiuntivi, vogliamo crederci.

Ma se io conto 4 mila nuove assunzioni, quanto costano?

Non teniamo conto dei risparmi tra lo stipendio attuale dei docenti e quello da pensionati.

Supposto che le assunzioni siano il costo aggiuntivo, circa 1300 euro mensili (i precari gli scatti li aspettano 9 anni!) per 13 mensilità sono circa 22 mila euro annui, di cui una parte ritorna allo stato sotto forma di imposte IRPEF e assistenziali.

Siccome sono previsti i costi dal 2014 al 2019, sono 5 anni e supponiamo che secondo la norma Fornero, 500 Q96 sarebbero andati in pensione nel 2015, 500 nel 2016, 1000 nel 2017, 1000 nel 2018 e 1000 nel 2019,

risultano questi calcoli:

1) nel 2014, 4 mesi di stipendio per tutti i 4000 : (22 MILA X 4MILA DIVISO 3)= 29,3 MILIONI

2) nel 2015, 8 mesi di stipendio per 500 e 12 mesi per gli altri 3500: (8/12X500+3500)X 22MILA= 84,3 MILIONI

3) nel 2016, 8 mesi di stipendio per 500 e 12 mesi per gli altri 3000: (8/12X500+3000)X 22MILA= 73,3 MILIONI

4) nel 2017, 8 mesi di stipendio per 1000 e 12 mesi per gli altri 2000: (8/12X1000+2000)X 22MILA= 58,7 MILIONI

5) nel 2018, 8 mesi di stipendio per 1000 e 12 mesi gli altri 1000: (8/12X1000+1000)X 22MILA= 36,7 MILIONI

6) nel 2019 8 mesi di stipendio per i residui 1000 bidonati: (8/12X1000)X 22MILA= 14,7 MILIONI

Totale 297 milioni, diciamo sull’ordine dei 300 MILIONI

Si ricordi che il TFS con un colpo di mano qualcuno ha deciso che venga erogato alla scadenza naturale previsto dalla Fornero e quindi senza costi aggiuntivi?

Non teniamo conto dei risparmi che si ottengono dalla differenza tra pensione e stipendio di Q96. Per cui anche se l’on. Boccia avesse errato nella copertura prevista, tra fondi per i giornalisti, che non potevano essere salvati con questo D.l. e calcoli sovrastimati, forse i soldi per i Q96 ne avanzerebbero.

Non vorremmo scoprire che alla fine non siamo in 4 mila, ma in 20 mila, poiché malgrado alcuni vadano in pensione con la norma Fornero, restano sempre per la RdS 9 mila, ma da dove li prendono i dati, dagli articoli dei giornalisti che non si documentano, oppure controllano i dati reali dei contributi versati? Qualcuno ci crede più a questi ragionieri del potere?

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