Gli ultimi “mohicani” di Quota100
SOGNI E ILLUSIONI
All’attenzione del sottosegretario Pier Paolo Baretta
mi rivolgo a lei, in di qualità lavoratore della scuola, nato nel 1952, facente parte di un gruppo di lavoratori della vasta platea degli sfortunati o meglio “prigionieri” di un “orrore” della norma Fornero sulle pensioni, i “malfamati” Quota96.
Non mi dilungo più di tanto in quanto conosce bene la situazione, in quanto più di una volta si è occupato della vicenda.
Sono Francesco Martino, ho fatto parte della delegazione che il 4 luglio 2014, ha partecipato all’incontro insieme agli esodati, ai postali, ai ferrovieri, ex IBM, nella quale si è anche discusso della situazione particolare dei lavoratori della scuola.
Era anche a lei chiaro, se ricorda, che il nostro caso dovesse essere affrontato prima dell’estate ed in questo senso sembrava ci fosse intenzione di trovare una soluzione che non poteva essere rimandata.
Sappiamo tutti come è finita questa brutta pagina parlamentare il 4 agosto, di nuovo un rinvio, con l’impegno del governo di affrontarlo in un altro momento, si sperava prima della fine dell’a.s. per permetterci di andare in pensione entro fine agosto.
Siamo rimasti di nuovo “fregati”, mi scusi il termine e senza vedere al momento intenzioni di affrontare in modo serio e urgente la problematica.
Non so se credere alle parole del Ministro Giannini, che afferma che lei non farebbe obiezioni se il Parlamento lo rimettesse alla discussione in aula.
Abbiamo ascoltato la proposta di essere utilizzati in ruoli non ben definiti e mi permetta di dirle che questa sarebbe l’ennesima presa per i fondelli o meglio la vendetta dello Stato, che non volendo affrontare la situazione, ci scarica in compiti ancora più gravosi e per alcuni aspetti più deleteri, in supplenze in più classi.
Forse non vi è chiaro cosa significa stare in una classe di bambini quando si arriva a 63 anni, ci stiamo arrivando tutti. Anch’io malgrado insegni alle scuole superiori inizio a sentire le difficoltà di rapportarsi a questi giovani, non perchè non abbia “competenze” come è di moda dire, sono aggiornato alle nuove tecnologie e le uso quotidianamente, ma il rapporto tra studenti e docenti non si esplica in uso di PC, TIC, LIM o quello che il mercato delle aziende vuole imporre.
No, il nostro lavoro si esplica in cooperazione, educare gli studenti al rispetto di regole, alla convivenza, ad accettare gli altri e sapere condividere esperienze.
Noi docenti questo proviamo a fare, ma a 63 anni spesso non si hanno le forze, le incombenze della vita (dai figli disoccupati ai genitori bisognosi di cure) non ci permettono più di avere lo stesso slancio degli anni giovanili.
Vorrei anche ricordare che nel frattempo sono intervenute delle novità positive se vogliamo prendere gli aspetti buoni delle norme specifiche che hanno interessato la scuola, mi riferisco in particolare al pensionamento in questo frangente di lavoratori della scuola, che avevano usufruito di permessi parentali, penso che ne sappia quanto me.
Sono 760 lavoratori che facevano parte della famosa platea dei 4 mila, cifra accettata sia dal MIUR che dall’INPS, come ci è stato riferito in un incontro del 7 settembre all’INPS con il dottor Crudo e la dott.ssa Carta, altri 300 lavoratori si ipotizzano possano andare in pensione con la nuova deroga inserita nella VI salvaguardia, altri sono andati avendo raggiunto i requisiti della norma Fornero, altri li raggiungeranno nel 2015.
So che il dottor Chiappetta del MIUR sta di nuovo analizzando i dati di coloro che rimarrebbero ancora obbligati a permanere in servizio dopo il 31 agosto 2015.
Dai nostri calcoli la platea si sta dimezzando e quindi anche i costi diventano risibili e quindi sarebbe ancora più ingiusto continuare a rinviare quello che si configura come un risarcimento dovuto a un errore che voi stessi riconoscete.
Tra questi non ci dovrei essere più io, raggiungendo a luglio 2015 la bella cifra di 43 anni di contributi, 3 anni di lavoro obbligatorio, nemmeno dovessi scontare una pena aggiuntiva.
Quindi non parlo per me, ormai quest’altro anno me lo dovrò sorbire con malincuore, ma con la convinzione che non si possa subire le ingiustizie del potere, quando sono ammesse ed è per questo che continuo a inviare lettere nella illusione che anche al governo di questo disgraziato paese, esista un barlume di possibile reminiscenza e che le incombenze economiche non possano farci dimenticare che i patti si debbano rispettare, il nostro governo è in debito con noi che abbiamo subito anche lo sberleffo del 4 agosto.
Mi permetta a questo punto di chiedere un incontro tra una rappresentanza di Quota 96 e il suo ministero per chiarire sia le reali intenzioni del governo, sia avere un esauriente quadro degli aventi diritto.
Siamo disponibili dalla prossima settimana a incontrarci con lei,
a nome degli ultimi “mohicani” di Quota 96
Francesco Martino
P.S.: la presente comunicazione, come è nostro costume sarà resa pubblica
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classe COBAS coscienza docenti esodati incompetenti lavoratori liberismo pensioni pubblico scuola sindacati
2 risposte
Mi scuso con tutti, ma vorrei chiarire un aspetto importante.
Mi sono trovato ad assumere ruoli che non erano nelle mie intenzioni quando sono entrato nei diversi blog.
Quando però mi è sembrato inconcepibile subire le attese del parlamento o della Corte Costituzionale ho deciso di fare delle proposte.
Mi sono trovato, insieme a Rina, Francesco, Rosa Anna e Franco a coordinare iniziative di lotta, spingendo ad essere più attivi e presenti.
Ho sempre notato che nel mentre noi continuavamo a fare proposte concrete, ogni qual volta la partecipazione tendeva a crescere, vi era un gruppo di altri lavoratori che continuava a chiedere di aspettare, che i parlamentari stavano risolvendo la nostra situazione.
Li ho accusati nei blog di essere “pompieri”, di voler raffreddare le iniziative proposte da noi e spesso mi è sorto il dubbio che fosse una tattica cosciente, voluta.
Non ho mai capito il perchè di questo intestardirsi a volersi distinguere dal nostro gruppo, non mi sembra che facessimo proposte incendiarie o assurde.
Nagli ultimi tempi è cambiata la tattica, vi era sempre uno che interveniva dicendo che ormai non vi erano possibilità, che tutto era perso, inutile farsi illusioni.
Sono rimasto sorpreso quando dopo la bella manifestazione del 29 agosto, merito di tante persone, Tatjana, Antonio e Antonio, Marcella, Rina, Ivana e quando avevamo raggiunto il maggiore impatto mediatico, alcuni hanno speso tutte le loro energie in altre iniziative.
Incomprensibile, non voglio dire che sia solo colpa degli altri, anch’io ho sopravalutato le forze disponibili, ma nel frattempo ci sono state le iniziative di Salerno, Genova e quindi la continuità con questi 3 anni.
Insisto perchè questo abbandonare la lotta comune, perchè questo volersi separare, l’abbraccio imposto il 29 agosto dalla convinzione che uniti si vince, può essere stato rotto da una questione di soldi, che si pensava dovessero essere per forza riconosciuti?
Per chi volesse, la trasparenza si trova su questo mio blog e su questo non c’è molto da dire.
Sarebbe un’idiozia da bambini, ma non ci credo, chi ha partecipato in modo forzato al 29 agosto non aveva intenzione di lottare insieme.
E’ un peccato, ma debbo dire che i 4 mila aventi diritto non dovevano fidarsi di nessuno, chi ha deciso di continuare in trattative infinite con i parlamentari, non è all’altezza di assumere certi ruoli e chi a questi si è affidato continua a volersi fare male, a essere masochista.
Vorrei che si capisse questo mio discorso, nessuno ha solo ragione e nessuno è esente da colpe, ma coloro che dovranno aspettare ancora anni se non si trova una soluzione, che intenzioni hanno, aspettano che io e altri ci occupiamo dei loro problemi e loro se ne stanno beati, o escono dal loro torpore, come hanno fatto a Salerno e a Genova, e si mettono in gioco?
Per questo motivo stiamo raccogliendo forze per iniziative in questo inizio di novembre, non lasciateci soli, non rinunciate, cosa avete da perdere? Oppure aspettare sino al 2019 vi va bene?
Noi inviamo lettere a tutti, ma questo non è sufficiente, occorre essere presenti alle iniziative che faremo, ne va della vostra pensione e del vostro restare bloccati per tanti anni!
Chi è sordo a questi miei sforzi si merita di starsene ancora a scuola.
Gentilissimo Pilade Cantini,
Siamo lavoratori della scuola, ormai noti come Quota96, ma con il trascorrere degli anni abbiamo superato quota 100 e non vediamo prospettarsi soluzione al dovuto risarcimento per gli anni che siamo stati bloccati ingiustamente a causa dell’orrore della norma Fornero, che ha posto il limite per andare in pensione al 31 dicembre 2011, quando è accertato e consolidato da normativa ancora vigente, che per la scuola il termine ultimo doveva essere il 31 agosto 2012, temine dell’anno scolastico.
D’altra parte basta esaminare le circolari ministeriali per i pensionamenti degli ultimi anni e si evince che :
Al personale scolastico in servizio nell’a.s. 2010/’11 veniva richiesta la maturazione dei requisiti entro il 31/12/2011 secondo la legge ante Fornero,
al personale in servizio nell’a.s. 2011/’12 veniva richiesta la maturazione dei requisiti entro il 31/12/2011 secondo la legge ante Fornero!!!!!!!!
al personale in servizio nell’a.s. 2012/’13 veniva richiesta la maturazione dei requisiti entro il 31/12/2013 secondo la legge Fornero,
al personale in servizio nell’a.s. 2013/’14 è stata richiesta la maturazione dei requisiti entro il 31/12/2014 secondo la legge Fornero.
E’ evidente che c’è qualcosa che non va, hanno saltato a piè pari l’anno 2012! E i Quota 96 rimangono incastrati in questa situazione che, nonostante i vari tentativi, non si è potuta risolvere.
Ci rivolgiamo a lei, in quanto sappiamo che è da lei che passano tutte le mail per il Presidente Renzi e magari ne fa anche una cernita. Ebbene non ci cestini, ma faccia arrivare questo messaggio, anche se non è il primo che inviamo, né sarà l’ultimo! Ma questo è importante perché tra poco sarà discussa in Parlamento la Legge di stabilità e per noi costituisce, forse, l’ultima spiaggia per vedere riconosciuto il nostro diritto.
E’ il terzo anno, che il parlamento vota risoluzioni sulla nostra questione, che parlamentari del partito del Presidente Renzi hanno promesso di risolvere la situazione; l’ultimo voltafaccia è stato ad agosto, con la solita promessa che al prossimo appuntamento parlamentare sarebbe stata inserita la questione Quota 96.
Non vogliamo recriminare sul passato, non ci aiuta a uscire da questo impasse, ma non possiamo non ricordarvi che gli impegni presi, di fronte a un’ingiustizia riconosciuta, non possono essere dimenticati.
Non vorremmo dover concludere che questi 4 mila aventi diritto non esistono più per i politici.
Ormai è accertato che i costi stimati da INPS e RDS sono sovrastimati, come ha affermato il Ministro Giannini, che a giugno parlava di 120 milioni necessari e dell’on. Boccia che a settembre parlava di 100 milioni.
Tanto più valido questo ragionamento quando per salvaguardare 2.500 lavoratori, beneficiari legge 104, come previsto art. 11 bis legge 28.10.2013, n. 124 , la spesa prevista è di 57 milioni in più anni.
La platea di Quota96, si assottiglia di anno in anno, sono passati 2 anni e molti sono andati in pensione naturalmente avendo raggiunto i requisiti contributivi richiesti dalla riforma Fornero, almeno 780 lavoratori della scuola sui 2500 della norma summenzionata sono stati salvaguardati e sono usciti tra settembre e ottobre ( hanno usufruito della deroga alla legge Fornero per coloro che avessero goduto di permessi per l’art. 33, comma 3 della Legge 104 del 1992 e per l’art. 42 del Decreto Legislativo n° 151).
Recentemente è stata approvata la VI salvaguardia (Disegno di legge presentato ed approvato in tempi record il 1° ottobre “Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l’accesso al trattamento pensionistico”) in cui sono inseriti altri 1800 lavoratori beneficiari della deroga precedente, e a cui concorreranno anche lavoratori della scuola, si ipotizzano almeno altri 300. Stiamo rimanendo solo i “più sfigati”!
Di fronte all’evidenza che non si tratti di questioni di copertura, dobbiamo concludere che siamo stati sacrificati sull’altare delle compatibilità imposte dalla comunità europea.
Se questo non è vero, occorre che in questi giorni, prima della legge di stabilità qualcuno faccia seguire alle parole i fatti, inserendoci nella suddetta legge, come hanno chiesto anche senatori di vari partiti.
Non vorremmo che di rinvio in rinvio passasse inutilmente un altro anno, non è serio e non è accettabile prenderci di nuovo in giro, dopo la delusione di agosto, nella quale alcuni avevano ipotizzato anche la possibilità di prendere in ritardo di molti anni il TFS.
Ecco, siccome ci sono situazioni pesanti di lavoro, vorremmo ricordare che sta per scadere il termine per andare in pensione con l’opzione donna, alcune disperate hanno optato, loro malgrado, per questa possibilità (andando a diminuire ulteriormente i quota 96), ma ormai i tempi stringono e la scelta per molte donne è una ghigliottina, andare in pensione rinunciando a 400/500 € per tutta la vita o rischiare da 4 a 5 anni ancora al lavoro fino a 66/67 anni, mentre per gli uomini non c’è altra scelta che restare al lavoro fino al 2019.
Vorremmo potere incontrare il Presidente in questi giorni per affrontare con serenità la nostra situazione.
Non vogliamo più dover assistere a balletti indecorosi tra organi dello stato e parlamento sulla nostra pelle, ne va anche del nostro equilibrio psico-fisico.
Vorremmo ricordarvi anche che la promessa di assumere i precari, passa anche per il nostro pensionamento e ci sono precari, che giovani non sono più.
Date una possibilità a noi di concludere serenamente la nostra esperienza scolastica e ai giovani di iniziare una grande avventura l’educazione dei giovani, come è stato per noi, dedicando i nostri migliori anni, ma adesso non ci è più consentito dalle forze che mancano, dal divario esistente con le nuove generazioni tecnologiche, ma anche dall’esigenza di dedicarci ai nostri famigliari, i vecchi bisognosi di affetto e cure e ai giovani che il nostro TFS aiuterebbe ad affrontare un futuro che al momento vedono nero.
Prof.ssa Rosa Anna Saporetti ex Quota 96 ormai 100 +,
a nome e per conto di lavoratori ex Quota96
—-Messaggio originale—-
Da: ….cantini@governo.it
Data: 31-ott-2014 10.54
A: “‘rosaanna.saporetti@tin.it'”
Ogg: R: Da leggere con attenzione. Grazie
Gentilissima Professoressa,
La ringrazio per la Sua lettera così puntuale e dettagliata e Le assicuro che sarà direttamente inoltrata al Presidente del Consiglio.
Buona giornata,
Pilade Cantini
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